Una bimba torinese di circa 6 mesi e poco più di 5 kg di peso è stata salvata grazie a un innovativo intervento. Alla piccola è stata trapiantata la parte sinistra del fegato donata dalla mamma 32enne. Non solo, i chirurghi della Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS) hanno anche effettuato l’autotrapianto della vena giugulare. Ciò per sostituire la vena porta indurita e ristretta.

Nata a fine dicembre dell’anno scorso, la bimba si rivela affetta da una rara e misconosciuta malformazione delle vie biliari. Ad aprile scorso, giunge al Pronto soccorso dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino in preda ad uno scompenso epatico con un ittero severo e liquido nell’addome. Immediatamente ricoverata e presa in carico dai gastroenterologi pediatrici (diretti dal Pierluigi Calvo), la bimba appare subito in condizioni cliniche compromesse. Condizioni che non le consentono di sottoporsi ad alcun intervento chirurgico a scopo riparativo.

In lista d’attesa per un trapianto di fegato pediatrico

All’inizio dello scorso mese di maggio, i sanitari inseriscono la bambina in lista d’attesa per un trapianto di fegato pediatrico. Dopo circa 20 giorni trascorsi senza offerte di organi da donatore deceduto idonei per questo trapianto, le condizioni del fegato della bimba si aggravano. È necessario il ricovero in ospedale per un’insufficienza epatica grave al punto da non lasciare più alcuna speranza di sopravvivenza anche a breve termine. La mamma 32enne decide così di donare parte del suo fegato per salvare la sua bimba.

Gli specialisti effettuano in tempi rapidi gli accertamenti di idoneità della donatrice e di compatibilità con la bimba. Nel giro di pochi giorni, entrambe accedono alle sale operatorie del Centro Trapianto Fegato delle Molinette di Torino.

13 ore di sala operatoria con decorso postoperatorio regolare

Renato Romagnoli, responsabile del Programma regionale trapianto fegato adulto e pediatrico, con la sua équipe chirurgica effettuano il prelievo di parte del fegato della mamma. Subito dopo, si concentrano sull’addome della bimba, trovando il fegato cirrotico e scompensato ed anche un grave restringimento della vena porta, priva di flusso sanguigno. È, quindi, necessario sostituirla completamente, utilizzando come migliore sostituzione la vena giugulare prelevata dal collo della bimba stessa, con un vero e proprio autotrapianto.

Durante le 13 ore di sala operatoria, si avvicendano nei turni numerosi infermieri ed operatori socio-sanitari esperti nel trapianto di fegato. Intanto, i Laboratori analisi e la Banca del sangue della CDSS supportano le necessità degli interventi in corso.

Il decorso postoperatorio si rivela regolare per entrambe le pazienti. La mamma rientra a casa dopo soli 6 giorni dall’intervento.

Ottimale la ripresa funzionale del fegato nella piccola

La ripresa funzionale del fegato trapiantato nella piccola è ottimale e le condizioni generali migliorano in fretta.

A sole due settimane dal trapianto, la piccola viene trasferita presso l’ospedale Infantile Regina Margherita per la fase di riabilitazione nutrizionale. Ciò a cura del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino, Ospedale Regina Margherita (diretto da Franca Fagioli).

Ancora una volta, il sistema trapianti della Regione Piemonte si conferma ai vertici italiani con un trapianto epatico pediatrico di grande difficoltà tecnica.

Il gesto d’amore della mamma coniugata con l’eccellenza dei professionisti sanitari ha reso possibile ciò che non sembrava poter più esserlo.