Gioco

Molto spesso i genitori di oggi sviluppano ansie incontrollate quando i propri figli si cimentano in attività che nei decenni scorsi rientravano nella routine quotidiana. Apprensioni e timori sono all’ordine del giorno: i tempi sono cambiati, è vero, i pericoli sono maggiori per tutti. Ma i bambini devono imparare ad affrontare i rischi, a riconoscere il pericolo. Se un bimbo sale su un albero, se corre più veloce del solito o si cimenta in una nuova esperienza sotto la supervisione costante di un adulto cosa succede? Succede che impara. A conoscere i propri limiti, a gestire le emozioni, a sviluppare capacità fondamentali per la crescita. Parola di neuropsichiatri infantili.

Bambini: imparare a gestire i rischi per affinare competenze

Affrontare il rischio e imparare a gestire emozioni complesse adeguate all’età sono tappe essenziali per lo sviluppo sano di bambini e adolescenti. Un bambino che impara a gestire i rischi affina una delle competenze fondamentali di uno sviluppo neuropsichico ottimale. Impara ad affrontare eventi stressanti o traumatici e a riorganizzare in maniera positiva la propria vita anche dinanzi alle difficoltà. «Imparare a gestire i rischi aiuta a sviluppare anche altre competenze come la capacità di prendere decisioni e la fiducia in se stesso». Lo evidenzia Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Professore Ordinario di Neuropsichiatria infantile dell’Università degli Studi di Brescia. «Esplorando situazioni nuove, il bambino migliora anche la regolazione emotiva. Ovvero la modulazione e il controllo delle emozioni, la capacità di affrontare la frustrazione, la paura o l’incertezza e acquisisce una maggiore autonomia».

Capire se l’esperienza è adeguata all’età del bambino

Per i bambini ogni graffio è una lezione e ogni sfida un’occasione per conoscersi meglio. Cosa possono fare, allora, i genitori per lasciar loro la libertà di imparare affrontando piccoli rischi, senza correre pericoli? Come è meglio porsi di fronte alle richieste dei bambini di partecipare ad esperienze che possono comportare un rischio?

«La prima valutazione da fare è capire se l’esperienza è adeguata all’età ed è ragionevolmente proponibile». Così Fazzi che è anche Direttore SC Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ASST Spedali Civili di Brescia. «La risposta non può essere quella di eliminare il rischio. Ma di proporre con intenzionalità e gradualità esperienze che consentano al bambino di sperimentarne la dimensione e le difficoltà. E il genitore dovrà essere capace di essere presente, di accompagnare il figlio incoraggiandolo. Ma senza sostituirsi completamente a lui e senza risolvergli sempre il problema anticipandone i bisogni».

Essenziale bilanciare protezione e autonomia fin dall’infanzia

I genitori di oggi sono troppo protettivi? L’eccessiva protezione è un argomento complesso e spesso dibattuto che tocca aspetti culturali, educativi e sociali. In passato i genitori tendevano a lasciare più libertà ai figli piccoli nei cortili e nei giardini, permettendo loro di imparare dall’esperienza diretta. Oggi, la protezione eccessiva, spesso alimentata dalla paura di pericoli percepiti o amplificati ad esempio dai media, ha limitato queste opportunità di autonomia. Ci sono, inoltre, influenze sociali come la pressione culturale a essere “genitori perfetti” e il timore di essere percepiti come genitori che trascurano. L’iperprotezione può indurre insicurezza e ansia nei bambini, impedendo loro di sviluppare una sana autonomia e la voglia di affrontare esperienze nuove.

Per non tenere i figli sotto una “campana di vetro”, occorre aiutare i genitori a capire che affrontare rischi calcolati è positivo per i figli. È essenziale bilanciare protezione e autonomia fin dall’infanzia per preparare i bambini e ragazzi a situazioni nuove in età adulta.

Otto consigli dei Neuropsichiatri Infantili di SINPIA

1. Permettere ai bambini di esplorare e affrontare difficoltà proporzionate alla loro età.

2. Promuovere il gioco libero sotto la supervisione a distanza di un adulto per aiutare il bambino a sperimentare rischi in un ambiente relativamente sicuro.

3. Concedere gradualmente maggiori spazi di azione, in relazione all’età.

4. Dare ai bambini l’opportunità di misurarsi con il limite e di tentare di superarlo. Ciò per offrire loro un sostegno alla costruzione di una buona autonomia, autostima e di un’immagine realistica di sé.

5. Imparare a distinguere e valutare i rischi reali rispetto a quelli percepiti.

6. Non essere eccessivamente protettivi.

7. Educare i bambini alla consapevolezza, fornendo loro strumenti per affrontare il mondo in modo sicuro e autonomo.

8. Aiutarli a gestire la paura del fallimento. Se i bambini non sperimentano piccoli rischi (cadute, errori, conflitti) possono diventare adulti insicuri e meno capaci di affrontare situazioni difficili.