L’artemisinina offre un promettente potenziale come terapia oncologica. Tuttavia, la ricerca è ancora in corso, e sono necessari ulteriori studi per confermare la sua efficacia e sicurezza. La continua sperimentazione clinica sarà fondamentale per determinare il ruolo esatto dell’artemisinina nel trattamento del cancro.
In questa guida vediamo cos’è, dove si trova, come si assume e quali sono gli studi al momento disponibili sulle potenzialità di questo principio attivo nella lotta al cancro.
Cos’è l’Artemisinina e dove si trova?
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L’artemisinina è un composto sesquiterpenico endoperossido derivato dall’Artemisia annua, una pianta utilizzata tradizionalmente nella medicina cinese. Originariamente conosciuta per la sua efficacia contro la malaria, ha recentemente attirato l’attenzione per il suo potenziale nella terapia oncologica.
L’Artemisia annua, nota anche come assenzio dolce, cresce principalmente in Asia, Europa e Nord America. Viene estratta principalmente dalle foglie e dai fiori della pianta.
Come si Assume l’artemisinina?
L’artemisinina può essere somministrata in diverse forme:
- Compresse: utilizzate principalmente per il trattamento della malaria.
- Capsule: per integrazioni nutrizionali.
- Iniezioni endovenose: studiate per l’uso nella terapia oncologica.
Meccanismo di Azione dell’artemisinina
L’artemisinina agisce producendo radicali liberi attraverso l’attivazione del suo perossido endoperossidico in presenza di ferro. Questo danneggia le membrane delle cellule tumorali, inducendo apoptosi (morte cellulare programmata). Le cellule tumorali infatti sono ricche di ferro. Per questo sono particolarmente vulnerabili a questo effetto.
In questa ricerca è spiegato nel dettaglio come funziona il meccanismo di azione: Artemisinin compounds sensitize cancer cells to ferroptosis by regulating iron homeostasis.
Studi e Ricerca come Terapia Oncologica
Numerosi studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia dell’artemisinina contro varie linee cellulari tumorali, mostrando una significativa inibizione della proliferazione cellulare e l’induzione dell’apoptosi. In vitro, l’incubazione delle cellule tumorali con il principio attivo per 72 ore ha provocato un’inibizione del 70-90% della loro proliferazione.
I primi trial clinici su pazienti umani hanno mostrato risultati promettenti, con un miglioramento delle condizioni cliniche e una riduzione della mortalità. Questo principio attivo è stato utilizzato anche in combinazione con la chemioterapia tradizionale, dimostrando un potenziale aumento dell’efficacia terapeutica.
Approfondisci su: Artemisinin: mechanisms of action, resistance and toxicity e From ancient herb to modern drug: Artemisia annua and artemisinin for cancer therapy.
Prospettive Future nell’uso come terapia oncologia
Le prospettive future nei pazienti oncologici sono promettenti, ma è necessaria ulteriore ricerca per stabilire dosaggi sicuri ed efficaci, modalità di somministrazione ottimali e per confermare i risultati promettenti degli studi iniziali.
La combinazione di artemisinina con altre terapie potrebbe così rappresentare una svolta significativa nel trattamento del cancro.