Si parla molto di intelligenza artificiale e dei suoi usi nella scienza che non in tutti i casi potrebbero essere di aiuto all’umanità. Molti dubbi sono stati, infatti, sollevati da alcuni studiosi americani. Questi si sono chiesti se le proteine ​​create dall’intelligenza artificiale (AI) potranno mai essere utilizzate come armi biologiche.

Si spera di scongiurare questa possibilità, così come la prospettiva di una regolamentazione governativa complessa. Per questi motivi, i ricercatori hanno lanciato un’iniziativa, pubblicata su “Nature”, che chiede l’uso sicuro ed etico della progettazione delle proteine. Decine di loro che applicano l’intelligenza artificiale alla progettazione biologica hanno firmato l’elenco degli impegni dell’iniziativa.  

«I potenziali benefici della progettazione delle proteine ​​dall’AI superano di gran lunga i pericoli a questo punto». È quanto afferma David Baker, biofisico computazionale dell’Università di Washington a Seattle, che fa parte dell’iniziativa volontaria.  

Regolamentare la progettazione delle nuove proteine

I ricercatori, tra cui Baker e i suoi colleghi, tentano da decenni di progettare e produrre nuove proteine. Le possibilità di poter attuare questo progetto sono aumentate negli ultimi anni grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale. Gli obiettivi che un tempo richiedevano anni – come progettare una proteina che si lega a una molecola specifica – possono oggi essere raggiunti in pochi minuti. La maggior parte degli strumenti di intelligenza artificiale sviluppati dagli scienziati per consentire ciò sono disponibili gratuitamente.

Il Baker’s Institute of Protein Design dell’Università di Washington ha ospitato un vertice sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale nell’ottobre 2023. Lo scopo era quello di fare il punto sul potenziale uso avverso delle proteine ​​di progettazione. Si chiedeva Baker se «in qualche modo, la progettazione delle proteine ​​dovrebbe essere regolamentata e quali sono i pericoli, se ce ne sono?».

Istituire un comitato di esperti e monitorare la ricerca

L’iniziativa che Baker e altri scienziati in America, in Europa e in Asia stanno lanciando, invita la comunità del biodesign a vigilare su se stessa. Ciò include la revisione regolare delle capacità degli strumenti di intelligenza artificiale e il monitoraggio delle pratiche di ricerca.

Baker insiste perché il suo settore istituisca un comitato di esperti per rivedere il software prima che venga reso ampiamente disponibile. E anche per raccomandare dei limiti, se necessario.

L’iniziativa richiede anche un migliore screening della sintesi del DNA, un passo fondamentale nella traduzione delle proteine ​​progettate dall’intelligenza artificiale in molecole reali. Attualmente, molte aziende che forniscono questo servizio sono iscritte a un gruppo industriale, l’International Gene Synthesis Consortium (IGSC). Quest’ultimo richiede loro di vagliare gli ordini per identificare molecole dannose come tossine o agenti patogeni.

Armi biologiche, difendersi dalle minacce generate dall’AI

«Il modo migliore per difendersi dalle minacce generate dall’intelligenza artificiale è disporre di modelli di intelligenza artificiale in grado di rilevare tali minacce». Così James Diggans, responsabile della biosicurezza presso Twist Bioscience, una società di sintesi del DNA a South San Francisco, California, e presidente dell’IGSC.

Baker afferma, d’altra parte, che la regolamentazione governativa potrebbe limitare lo sviluppo di farmaci, vaccini e materiali che le proteine ​​progettate dall’intelligenza artificiale potrebbero produrre. David Relman, microbiologo della Stanford University in California, sostiene che gli sforzi degli scienziati non sono sufficienti a garantire l’uso sicuro dell’intelligenza artificiale. «Gli scienziati naturali da soli non possono rappresentare gli interessi del grande pubblico».

Sono in tanti, tuttavia, a considerare la possibilità che gli strumenti di intelligenza artificiale possano rendere più semplice la strada per sviluppare armi biologiche. Tra queste sono comprese anche nuove tossine o virus altamente trasmissibili.

Fonte: Nature