Gli anticorpi monoclonali sono molecole dirette contro un solo antigene. Sono realizzati in laboratorio mediante tecniche di DNA ricombinante e possono essere prodotti in quantità illimitata grazie ad alcune procedure di immunologia cellulare. Solitamente, queste molecole sono prodotte da un solo tipo di cellula, il linfocita B.
Da un punto di vista biologico, gli anticorpi monoclonali sono proteine che si caratterizzano per la capacità di riconoscere e legarsi al proprio bersaglio in modo specifico. Grazie a tutte queste preziose caratteristiche, gli anticorpi monoclonali sono impiegati in tantissimi protocolli di cura, come ad esempio per i tumori.
Cosa sono gli anticorpi e come si formano
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In generale, gli anticorpi sono molecole caratterizzate da una porzione glucidica ed una proteica. Hanno una particolare conformazione a “Y”. Più in generale sono formati da due catene pesanti e due catene leggere identiche tra loro. L’unica regione variabile è rappresentata dall’estremità dei due bracci che rappresentano il sito di legale con le molecole. Questa parte è altamente variabile e serve a legare in maniera specifica le molecole bersaglio.
Svolgono un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria. Infatti, sono i prodotti dai linfociti B, ovvero i globuli bianchi del sistema immunitario. Quando queste cellule entrano in contatto con un antigene che riconoscono estraneo, producono anticorpi altamente specifici per quell’anticorpo.
Differenti tipi di anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali sono molecole prodotte in laboratorio grazie alle tecniche di DNA ricombinante. Le differenti tecniche permettono di realizzare differenti tipologie di anticorpi, che possono essere così distinti in quattro tipologie.
Gli anticorpi murini sono anticorpi che derivano dai linfociti B estratti dalla milza del topo e fuse con gli antigeni estranei. Da questo incontro vengono prodotti gli anticorpi necessari a riconoscere e neutralizzare gli agenti patogeni (virus, batteri e proteine). Sono detti chimerici tutti quegli anticorpi ibridi, realizzati per metà da cellule del topo e metà con cellule di origine umana. Infine ci sono gli anticorpi monoclonali umanizzati e umani. Mentre i primi sono anticorpi che derivano principalmente da cellule umane, gli anticorpi umani hanno origine esclusivamente umana.
Oltre all’origine, gli anticorpi monoclonali si possono suddividere anche in:
- monoclonali nudi, ossia anticorpi non coniugati ad altre molecole;
- monoclonali coniugati, ovvero anticorpi legati a farmaci o a isotopi radioattivi.
Come vengono impiegati gli anticorpi monoclonali
Gli anticorpi sono utilizzati in moltissimi protocolli terapeutici e nelle tecniche diagnostiche.
Ad esempio, vi sono alcuni anticorpi che si prestano meglio di altri per diagnosticare o meno la presenza di un determinato antigene all’interno dell’organismo. In alcuni casi è anche possibile misurare in che percentuale questo antigene è presente. Questo tipo di anticorpo viene utilizzato per individuare principalmente agenti batterici o virali, particolari tipi di proteine o cellule tumorali.
Alcuni anticorpi, invece, possono essere utilizzati per fini terapeutici. Ad esempio, ci sono alcuni anticorpi che svolgono un’azione antinfiammatoria, oppure sono ad azione immunosoppressiva. Complessivamente, questi anticorpi sono impiegati anche nel trattamento di patologie autoimmuni o per prevenire il rigetto dopo un trapianto d’organo.
Infine, vi sono gli anticorpi monoclonali che svolgono un’azione antitumorale. Le molecole bersaglio di questi anticorpi sono diverse e sono rappresentate principalmente da tutti quei fattori che favoriscono lo sviluppo delle cellule del tumore. In alcuni casi, le molecole bersaglio sono rappresentate anche da proteine che vengono sovraespresse proprio in caso di trasformazione cellulare.
Anticorpi monoclonali e COVID19
La biotecnologia di queste molecole è stata utilizzata anche per debellare l’epidemia da Covid19. Sono stati progettati tre tipologie di anticorpi in grado di neutralizzare il virus. Sono somministrati prevalentemente in soggetti affetti da Covid19 e che non necessitano di terapia intensiva o di ossigenoterapia. Infine, possiedono proprietà, caratteristiche e metodi di somministrazione differenti.
L’anticorpo monoclonale Ronapreve è un farmaco somministrato negli adolescenti già affetti da Covid19, di età pari o superiore a 12 anni e peso corporeo di almeno 40 kg. Questo farmaco lega la “proteina spike” del virus, impedendo al virus di penetrare nelle cellule. La modalità di somministrazione è duplice: per via endovenosa e con iniezioni sottocutanee.
L’anticorpo Regkirona è un farmaco somministrato in pazienti adulti che hanno contratto il COVID-19. Anche questo anticorpo si lega con elevata affinità alla “proteina spike” del virus, impendendone il contagio. La somministrazione per questo anticorpo avviene esclusivamente per via endovenosa.
Xevudy, è l’ultimo anticorpo monoclonale che lega con elevata affinità la proteina spike. Anche questo farmaco impedisce al virus di replicarsi nell’organismo umano, aiutando l’organismo a difendersi dal patogeno. Il farmaco è indicato sia per gli adulti che per gli adolescenti e la via di somministrazione è esclusivamente endovenosa.
Metodo di somministrazione degli anticorpi
La somministrazione degli anticorpi monoclonali può avvenire in diversi modi. Le modalità di assunzione prendono in considerazione diversi aspetti, non solo del paziente ma anche della patologia, della molecola e del sistema immunitario della persona. Generalmente, gli anticorpi monoclonali sono somministrati per via endovenosa. In questo modo, il principio attivo del farmaco entra nel circolo sanguigno e raggiunge tutti i distretti corporei.
Tuttavia, in alcuni casi, alla somministrazione per via endovenosa si preferisce quella sottocutanea e/o localizzata. Quando ciò avviene, il principio attivo dell’anticorpo ha effetto solamente su una zona molto ristretta dell’organismo. In questo caso, si limitano di molto i possibili effetti collaterali collegati alla terapia.
Quello che rimane invariato è che, in qualsiasi caso, la somministrazione di questi farmaci deve essere effettuata esclusivamente dal personale sanitario specializzato. Quest’ultimo, dopo aver effettuato un’accurata anamnesi dello stato di salute del paziente può procedere con la somministrazione. Inoltre, è bene sottoporre il paziente ad un periodo di osservazione per contenere le reazioni avverse gravi.
Gli effetti collaterali degli anticorpi monoclonali
La modulazione del sistema immunitario può rappresentare una lama a doppio taglio. Agire a livello del sistema immunitario con le molecole monoclonali comporta l’insorgenza di reazioni infiammatorie sistemiche che possono colpire anche i tessuti sani dell’organismo. Generalmente, i pazienti che si sottopongono alla terapia con molecole monoclonali, riferiscono diversi effetti collaterali tra loro.
Le reazioni avverse possono essere più o meno gravi e si possono manifestare con modalità e tempistiche diverse, che variano da persona a persona. Tra gli effetti collaterali non gravi, che insorgono come conseguenza diretta della somministrazione del farmaco vi sono: rash cutaneo, irritazioni delle mucose, diarrea, colite ed epatotossicità.
Gli effetti indesiderati gravi, invece, possono comparire anche a distanza di alcuni mesi dalla fine del trattamento. Infatti, anche se in percentuale inferiore, i pazienti riferiscono differenti condizioni infiammatorie che interessano i polmoni e alcune componenti dell’occhio, insufficienza renale, pancreatite, sindromi neurologiche ed ematologiche. Nella maggior parte dei casi, tutti questi effetti indesiderati possono essere alleviati modificando la dose o la sequenza di somministrazione dei farmaci.
Limiti della terapia con gli anticorpi
Nonostante l’elevato profilo di sicurezza degli anticorpi monoclonali e gli enormi passi avanti nel campo della medicina e biomedicina, gli anticorpi monoclonali presentano dei limiti. Di conseguenza, anche tutti quei protocolli di cura che si basano sulla somministrazione di anticorpi monoclonali sono caratterizzati da tali limiti.
Innanzitutto va precisato che i costi di produzione di un anticorpo sono elevati. Tale profilo è giustificato dall’elevato lavoro ingegneristico che accompagna il processo di produzione dei farmaci, indipendentemente dal principio attivo. Anche le reazioni improvvise e non prevedibili del sistema immunitario rappresentano dei limiti per gli anticorpi. Infatti, come visto precedentemente, tra gli effetti collaterali, vi sono anche le reazioni autoimmunitarie. Inoltre, il sistema immunitario potrebbe riconoscere come estranei anche gli anticorpi che vengono somministrati. In questo modo il trattamento diventerebbe inefficace e vano.
Tuttavia, nonostante i limiti riscontrati durante i trattamenti con anticorpi monoclonali, l’utilizzo di questi farmaci rappresenta un punto di svolta per la medicina. E ci auguriamo, che nel più breve tempo possibile, un gran numero di pazienti affetti da patologie, possano beneficiare dei nuovi ed efficaci protocolli di cura.
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