I lavori all’ex Garage Ruspi di Latina sono fermi per via dell’amianto. A confermarlo è stato l’assessore ai lavori pubblici del Comune, Pietro Caschera, che ne ha parlato qualche giorno fa in commissione. La sollecitazione a parlare del Ruspi in sede istituzionale era arrivata in seguito alla richiesta dei commercianti della zona. Riuniti in comitato, erano preoccupati del fermo del cantiere e chiedevano agevolazioni al Comune per le loro attività.
Oltre all’amianto, c’è un altro motivo, che poi è stato anche il primo in ordine cronologico. Si tratta di una condotta, non presente nella mappatura del locale tecnico interrato che si trova all’ingresso dell’edificio, la cui scoperta ha comportato una rivisitazione del progetto iniziale. Il Comune sta quantificando gli ulteriori costi. Poi è arrivato anche l’asbesto. Il rinvenimento di amianto nel cantiere c’è stato durante le attività di demolizione: la ditta ha ritenuto opportuno dover effettuare analisi a campione sul materiale d’asporto, prassi di routine, dalle quali sono emerse tracce di amianto negli strati di guaina.
Amianto nel garage Ruspi, serve la rimozione
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Come si può facilmente immaginare, in seguito al rinvenimento di amianto durante i lavori, i tempi per la riapertura del cantiere si dilateranno. Quando si rinviene amianto in un edificio, infatti, deve essere immediatamente comunicato alla Asl. Così è stato fatto per il Ruspi e i lavori di messa in sicurezza dovranno essere affidati ad una ditta specializzata. Essa dovrà presentare all’azienda sanitaria un piano di per la bonifica e poi procedere, una volta che esso sarà stato approvato.
Allo stato attuale, il Comune ha avviato la procedura per l’individuazione di una ditta per la rimozione del materiale. La procedura dovrebbe concludersi il 14 aprile, come spiegato dall’assessore Caschera nel suo intervento.
Come avviene la bonifica dell’amianto
La bonifica dell’amianto avviene con tre tecniche diverse. La prima è l’incapsulamento: consiste nella copertura dell’amianto (asbesto) con sostanze impregnati o ricoprenti, ma deve essere considerata una operazione preliminare alla bonifica completa, perché se il materiale usato non è abbastanza resistente, l’amianto può continuare a sfaldarsi e disperdersi nell’ambiente. La seconda è il confinamento: questa tecnica prevede una copertura di protezione su amianto già incapsulato con almeno uno strato; si tratta di una tecnica economica e a zero rifiuti. La terza è la rimozione, con successivo smaltimento dei rifiuti prodotti in siti autorizzati. Si tratta della tecnica più costosa, ma anche più radicale in fatto di messa in sicurezza perché la bonifica del luogo contaminato è totale.