Per stabilire con precisione l’inizio della stagione dei pollini, l’ENEA ha sviluppato un sistema modellistico ad alta risoluzione. Il sistema si è rivelato in grado di monitorare la diffusione dei pollini in tempo reale soprattutto per graminacee, olivo, betulla, ambrosia e ontano. Questi sono tra i principali responsabili delle allergie stagionali.

Lo studio che ha portato all’innovazione modellistica è stato condotto nell’ambito del progetto MEETOUT, in collaborazione con Università di Verona, Arianet, ATS Milano e ARPA Veneto. I ricercatori hanno aperto la strada verso un maggiore supporto nella prevenzione e nella gestione delle malattie respiratorie legate all’esposizione ai pollini.

Colpita da allergie da polline il 20% della popolazione

Le allergie da polline colpiscono circa il 20% della popolazione mondiale e sono influenzate da fattori climatici, geografici e vegetativi. Cambiamenti nella temperatura, nelle precipitazioni e nelle concentrazioni di CO2 potrebbero aumentare la quantità di polline e prolungare le stagioni allergiche. Inoltre, fenomeni come la scarsità d’acqua e la siccità spingono le specie vegetali verso latitudini più elevate. Nel contempo, il commercio globale introduce nuove specie che modificano l’ambiente e aumentano l’esposizione a nuovi allergeni.

Il monitoraggio aerobiologico è essenziale per stimare l’esposizione della popolazione al polline, ma presenta attualmente diverse limitazioni. Le reti di monitoraggio del polline sono poco diffuse a causa degli alti costi del conteggio manuale del polline. Quest’ultimo può comportare un margine di errore del 20-30% a causa della variabilità nelle capacità di riconoscimento del polline da parte degli operatori. 

Sviluppati dispositivi automatici più precisi

I bollettini pollinici vengono emessi settimanalmente, é difficile, pertanto, fornire aggiornamenti più frequenti .

Di recente, sono stati sviluppati dispositivi automatici più precisi, anche se il loro utilizzo è ancora limitato. Piattaforme e-Health e m-Health, come siti web e app per smartphone, stanno emergendo per fornire previsioni polliniche agli individui allergici, aiutandoli a evitare l’esposizione. I dispositivi sono utili anche per gestire e trattare le allergie al polline.

«L’implementazione di modelli ad alta risoluzione come il nostro potrebbe offrire informazioni essenziali alle popolazioni più vulnerabili». Così Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio ENEA Modelli e misure per la qualità dell’aria e osservazioni climatiche e coautore dello studio. Tra i più vulnerabili si devono ricordare «i pazienti con asma o allergie, riguardo alle concentrazioni di polline e all’inizio delle stagioni polliniche. Inoltre, permetterebbero di fornire stime accurate delle concentrazioni di polline anche in aree non coperte dalle reti di monitoraggio. Come già avviene per l’inquinamento chimico dell’aria», sottolinea lo studioso.

Individuare l’inizio della stagione dei pollini

L’integrazione di dati dettagliati della vegetazione nel modello di qualità dell’aria ha migliorato le previsioni dei pollini di ontano, betulla, olivo e ambrosia. Ciò soprattutto per le aree complesse come le montagne, dove i dati ad alta risoluzione sono cruciali. Questo nuovo approccio ha permesso di individuare l’inizio della stagione dei pollini con maggiore precisione rispetto a quanto fatto finora.

«Abbiamo testato con successo il nostro sistema in Veneto», prosegue Piersanti. «Siamo riusciti a simulare i processi di dispersione, diffusione a lungo raggio e deposizione del polline. Ciò con una risoluzione spaziale di 3 km, e a calcolarne le concentrazioni su base oraria per l’anno 2019. Tutto questo lo abbiamo realizzato utilizzando mappature di copertura vegetale molto dettagliate, algoritmi di rilascio stagionale del polline e previsioni meteorologiche. Con questo studio dimostriamo che il sistema può essere applicato anche all’Italia e alle singole regioni, con maggiore dettaglio», conclude l’esperto.