Dosi preoccupanti di microplastiche si stanno accumulando nei nostri tessuti cerebrali.
E’ lo studio reso noto da Nature Medicine, i cui risultati sono estremamente preoccupanti per gli effetti sulla salute umana.
Per “microplastica” ci si riferisce a piccole particelle di materiale plastico generalmente più piccole del millimetro. I rifiuti di piccolissime dimensioni si infiltrano nell’ambiente e negli alimenti.
Le particelle di plastica si trovano in maniera massiccia nei cosmetici, prodotti per l’igiene personale e per la casa, nei materiali edili, nelle industrie e in agricoltura.
Enormi quantità sono presenti negli ecosistemi marini ed acquatici. Nel 2017 Orb Media, un’organizzazione non profit di Washington, ha avviato un’inchiesta.
Il dossier “Invisibles: The Plastic Inside Us” ha rilevato la presenza di microscopiche fibre di plastica nell’acqua potabile dei rubinetti di tutto il mondo.
La nuova ricerca sulle microplastiche
Il rilevamento tissutale è avvenuto su 52 campioni di cervello, fegato e reni umani. tra il 2016 e il 2024 in New Mexico. tramite spettroscopia a raggi infrarossi e la microscopia elettronica hanno confermato presenza di polimeri in tutti gli organi analizzati. Tuttavia le concentrazioni maggiori, per una quantità corrispondente a circa un cucchiaino, è stata rilevata a livello cerebrale.
Il dato più interessante ha riguardato il rapporto tra demenza e quantità di micronanoplastiche che sembrerebbe essere direttamente proporzionale, ma non è al momento possibile provare una causa-effetto.
Inoltre, non è chiara la quantità di microplastiche ritenuta tollerabile dal corpo umano, sebbene studi recenti confermino il rischio di futuri eventi cardiovascolari avversi.
Inoltre, tutto ciò che supera la barriera emato-encefalica dovrebbe essere fonte di inquietudine, in quanto potrebbe portare alla morte del tessuto coinvolto.