L’abuso di alcol è, oggi, una piaga nazionale.
L’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma riferisce che l’abuso di sostanze alcoliche è diventato una delle principali cause di trapianto di fegato.
Dal 2015, quando le complicanze legate all’alcolismo erano trascurabili, si è registrato un aumento dei casi di cirrosi alcolica e di carcinoma epatico alcol-correlato. Entrambi rappresentano oggi la seconda causa di trapianto.
Tra il 2023 e il 2024, il fenomeno si è ulteriormente aggravato. Quasi la metà dei trapianti di fegato è associata a patologie derivanti dall’abuso di alcol. L’età media dei pazienti ricoverati è scesa a soli 49 anni, con un preoccupante coinvolgimento dei giovani adulti. Gli esperti sottolineano l’urgenza di interventi mirati per fronteggiare questa emergenza sanitaria.
Uso smodato di sostanze alcoliche, è emergenza sanitaria
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Secondo i dati presentati dal San Camillo, il 46,8% dei trapianti di fegato effettuati nel 2024 è stato causato da patologie legate all’alcol. Questo rappresenta un incremento significativo rispetto al 40,9% del 2023.
Tra i 94 trapianti eseguiti quest’anno, 25 sono stati dovuti a cirrosi alcolica e 19 a tumori epatici correlati all’abuso di alcol. L’aumento del fenomeno è attribuito in gran parte al binge drinking, una pratica purtroppo sempre più diffusa anche tra i giovani.
Oltre all’impatto sui trapianti, il consumo problematico di alcol è responsabile di un aumento del 20% nei ricoveri per patologie epatiche. Tra queste la cirrosi e l’epatite alcolica acuta, con conseguenze devastanti sulla salute pubblica.
Le strategie suggerite dal San Camillo
Adriano Pellicelli, direttore della Liver Unit del San Camillo, ha indicato tre misure fondamentali per affrontare questa crisi: prevenzione, diagnosi precoce e trattamento tempestivo.
Gli screening precoci, come esami del sangue ed ecografie epatiche, possono così individuare danni al fegato nelle fasi iniziali. Campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità sono cruciali per educare i giovani sui rischi dell’alcol.
Infine, il monitoraggio dei consumi tramite analisi statistiche, come quelle fornite da Istat e ISS, consente di pianificare interventi mirati. Queste iniziative, unite a terapie avanzate, possono ridurre significativamente l’impatto dell’alcolismo sulle strutture sanitarie.
I numeri attestano una crisi sanitaria crescente
Nel 2023, su 88 trapianti effettuati, 29 erano dovuti a cirrosi alcolica scompensata e 7 a tumori epatici associati all’abuso di alcol.
Il 2024 mostra un ulteriore peggioramento. Infatti, dei 94 trapianti già eseguiti, 25 sono attribuibili a cirrosi alcolica e 19 a tumori epatici correlati all’alcolismo.
Nel 2023, circa il 40.9% dei trapianti di fegato erano legati all’abuso di alcol. Nel 2024, però, questa percentuale è salita a circa il 46.8%, evidenziando un peggioramento significativo.
«Questi numeri – afferma Pellicelli – sono la testimonianza di una crisi sanitaria crescente. Il consumo di alcol è una vera e propria piaga sociale che richiede interventi urgenti. È fondamentale agire su più fronti: prevenzione, diagnosi precoce e trattamento tempestivo».
Misure necessarie per affrontare l’emergenza alcol
Tra le misure necessarie per affrontare questa emergenza, Pellicelli raccomanda alcune pratiche. Tra queste:
- Screening precoci come esami del sangue ed ecografie epatiche per individuare i primi segni di danno epatico, come la steatosi.
- Campagne di sensibilizzazione: iniziative educative per i giovani, in collaborazione con scuole e istituzioni, per promuovere uno stile di vita sano.
- Monitoraggio dei consumi: analisi dei dati ISTAT e dell’Istituto Superiore di Sanità per tracciare i trend e pianificare interventi mirati.
Secondo i dati ISTAT, dunque, il 20% degli italiani ha un consumo di alcol problematico. Gli esperti sottolineano, inoltre, che una combinazione di prevenzione, diagnosi precoce e innovazioni terapeutiche può ridurre significativamente l’impatto dell’alcolismo sulla salute pubblica.