Chieti diventa nuovo comune fair play, di Ruggero Alcanterini
Durante la cerimonia nel Palazzo che fu di Banca d’Italia, è stato firmato l’accordo tra Comune di Chieti e Comitato nazionale italiano fair play. Chieti è il primo capoluogo d’Abruzzo ad aderire al Comitato Italiano Fair play. Sindaco e assessore Pantalone: “Faremo della gentilezza una pratica sportiva e amministrativa”.
La firma e gli intenti sono stati illustrati dal sindaco Diego Ferrara, dall’assessore allo Sport, Manuel Pantalone, dal referente nazionale Arturo Ciampi e Renato Mariotti, membro del Consiglio nazionale, il consigliere Vincenzo Ginefra.
Prosegue, così, instancabile, il lavoro di promozione e aggregazione sul territorio nella logica della transizione. Quella etica, che trova negli enti locali punti di forza straordinari.
Siamo ormai alla vigilia del decennale di quella che fu la firma del Protocollo Nazionale con l’ANCI. L’idea, nata ad Ischia nel 2011 era passata per l’adesione di città come Verona e Napoli. Prima di approdare a Roma nel 2013, quando alla presidenza c’era Graziano Delrio.
Chieti: regole e corretto stile di vita nella società civile
Indice dei contenuti
L’idea era quella di promuovere nuove Deleghe Assessorili al Fair Play e contestualmente comportamenti virtuosi tra cittadini e amministrazioni. Oltre rispetto delle regole e stile di vita corretto (alla base della salute), non soltanto nell’ambito sportivo, ma più in generale nella società civile.
Da allora abbiamo percorso un bel tratto di strada, ma siamo bel lungi da raggiungere il traguardo. Mai come adesso si avverte il bisogno di gentilezza. Nei primi giorni di agosto il Presidente dell’European Fair Play Movement, Philippe Housiaux, verrà in visita a Roma. L’obiettivo è quello di definire l’evento cardine previsto nel prossimo novembre. Allora sul Campidoglio, nel contesto di un Congresso aperto ai delegati di quaranta paesi sui temi dell’inclusione per lo sport, si andrà alla firma di una nuova “Carta di Roma” per la TRANSIZIONE ETICA DELL’EUROPA.
Allora ricorderemo Robert Schuman, primo Presidente del Parlamento Europeo e gli altri personaggi che nel 1957, nel Palazzo dei conservatori con i TRATTATI DI ROMA, dettero vita all’Unione Europea. Argomento tutt’ora fluido e di massima attualità.
Robert Schuman
Robert Schuman nacque a Clausen, in Lussemburgo, il 29 giugno 1886, da genitori provenienti dalla Lorena, all’epoca in territorio tedesco. Si laureò in Legge all’Università di Berlino e nel 1912 aprì uno studio di avvocato a Metz. Allo scoppio della prima guerra mondiale venne riformato per motivi di salute.
Al termine della guerra l’Alsazia e la Lorena ritornarono sotto la Francia e Schuman iniziò la sua carriera politica in Francia. Nel 1919 venne eletto per la prima volta al parlamento. Durante il regime di Vichy fu arrestato dalla Gestapo ed imprigionato a Metz. Un anno dopo, tuttavia, riuscì a scappare e si unì alla resistenza francese.
Principale negoziatore dei maggiori trattati
Dopo la seconda guerra mondiale Schuman arrivò alla notorietà: fu per un breve periodo (1947-1948) Primo Ministro Francese e successivamente Ministro degli Esteri (1948-1952). In quegli anni Schuman fu il principale negoziatore di tutti i maggiori trattati quali il Consiglio d’Europa, il Patto Atlantico e la CECA.
Il 9 maggio 1950 Schuman presentò una dichiarazione, ideata da Jean Monnet, volta a creare un’organizzazione europea indispensabile per il mantenimento di pacifiche relazioni: formò la base della costituenda CECA, base primordiale dell’odierna Unione Europea.
Dal 1958 al 1960 fu il primo Presidente del Parlamento Europeo, che al termine del suo mandato lo nominò “padre dell’Europa”. Uomo che univa un’intensa vita interiore con una grande riservatezza, un acuto senso politico con una inflessibile integrità morale. Può essere, per tutti coloro che si dedicano alla politica, un esempio di coerenza umana e cristiana.
Shuman morì nella sua casa di Scy-Chazelles il 4 settembre 1963. Il 19 giugno 2021 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva dichiarato Venerabile. I suoi resti mortali riposano nella cappella di San Quintino a Scy-Chazelles.