Nemmeno i dati contenuti nel bollettino dei Centers for Disease Control and Prevention americani chiariscono l’origine delle gravi epatiti acute, che da alcuni mesi stanno colpendo i bambini un po’ in tutte le parti del mondo. La comunità scientifica internazionale sperava che qualche dato proveniente dagli Stati Uniti aiutasse a chiarire le cause di questa malattia; invece purtroppo così non è stato.
Tra ottobre e febbraio in Alabama sono stati 9 i bambini colpiti dalla malattia; due di loro hanno dovuto subìre un trapianto di fegato. Tutti sono guariti o in via di guarigione e in tutti i casi è stata rilevata l’infezione da adenovirus di tipo 41. Non chiarito però il suo ruolo nella malattia, di cui l’origine infatti è rimasta sconosciuta. Nessun legame epidemiologico esiste tra i bimbi ricoverati: vivono in zone del Paese diverse ed hanno età differenti. I sintomi più frequenti sono stati febbre, diarrea e vomito. Nessuno dei bambini era positivo al Covid al momento del ricovero; ma in quattro casi erano presenti entorovirus o rhinovirus ed in 6 casi su 9 si era verificata la riattivazione di una precedente infezione da virus di Epstein-Barr (un herpesvirus responsabile della mononucleosi infettiva).
Epatiti acute, l’origine resta sconosciuta
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“Al momento nessuna delle teorie formulate sull’origine ha avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche. Inoltre ogni anno in Italia, come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta, e sono in corso analisi per stabilire se ci sia effettivamente un eccesso.
Le ipotesi iniziali del team di indagine nel Regno Unito proponevano una eziologia infettiva o possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni” – ha evidenziato l’Istituto superiore di Sanità (ISS).
I dati dell’OMS aggiornati al mese di aprile per le epatiti acute, parlavano di almeno 169 casi: 114 Regno Unito; 13 Spagna; 12 Israele; 9 Usa; 6 Danimarca; 5 Irlanda; 4 Paesi Bassi; 4 Italia; 2 Norvegia; 2 Francia; 1 Romania e 1 Belgio.
La situazione in Italia: spuntano 9 casi in Lombardia
Sale il numero dei casi in Italia. Fino al mese di aprile, il report ne contava 4; ora sono 9 soltanto in Lombardia. Dei casi lombardi, due sono a Milano, due nella zona dell’Insubria, due in quella di Brescia e tre nel bergamasco. Per uno dei casi di Bergamo è stato necessario un trapianto di fegato; gli altri sono in osservazione o guariti. Solo uno dei pazienti ha più di 10 anni; in sette non hanno più di 4 anni.
Diverse sono le strutture dell’Iss attivate per il monitoraggio della situazione in Italia.
La Rete SEIEVA (Sistema Epidemiologico Integrato dell’Epatite Virale Acuta) è la sorveglianza speciale riservata all’epatite acuta ed attiva già dal 1985. Poi resta anche anche la sorveglianza genomica per il sequenziamento dei ceppi di SARS-CoV-2 dei bambini affetti da epatite acuta: “Questo permetterà di capire meglio qualora l’infezione da SARS-CoV-2 sia un evento incidentale, dovuto alla alta circolazione del virus in Europa, o se debba essere considerata il fattore eziologico di queste forme di epatite” – spiega l’ISS. Infine la Sorveglianza Basata su Eventi: “Con la circolare del Ministero della Salute n. 0047345 del 19 ottobre 2021 è stata istituita formalmente la sorveglianza basata su eventi in Italia. L’attore principale per la realizzazione della sorveglianza basata su eventi in Italia è il Network Italiano di Epidemic Intelligence. I referenti del Network si sono attivati in seguito l’allerta dal 5 aprile 2022“.