Il soprano tricolore conquista anche la Germania
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C’è una nuova figura che sta emergendo nel panorama culturale e istituzionale italiano, il soprano Lucia Rubedo.
Non è soltanto un’artista. Non è soltanto una voce. È un modo diverso di intendere il ruolo della musica nella società.
Cremonese di nascita dalla formazione lirica e dall’anima crossover, ha studiato canto lirico al Conservatorio di Milano e ha saputo unire la tradizione del belcanto alla modernità del pop, creando uno stile personale in cui la lirica si sposa al pop nel linguaggio del crossover.
L’ANSA l’ha riconosciuta come prima figura femminile ad emergere in questo genere, storicamente dominato da voci maschili come Andrea Bocelli e Il Volo.
Tale riconoscimento è stato consacrato a settembre 2024 con il Premio Internazionale “Operatic Pop” alla Lux Art House di Lugano.
La sua voce, oggi riconosciuta anche a livello internazionale, non si limita a emozionare: testimonia, unisce, rappresenta.
La recente esibizione a Colonia
Definita da più osservatori come “il soprano tricolore”, Lucia Rubedo ha recentemente conquistato anche il pubblico tedesco, esibendosi nella capitale culturale della Germania, a Colonia in concerti molto applauditi, confermando la sua capacità di comunicare oltre la lingua e oltre i confini.
Un successo che rafforza il senso più profondo del suo percorso: la musica come linguaggio universale, capace di arrivare alle persone anche quando le parole non vengono comprese.


L’artista delle istituzioni
Rubedo incarna oggi una nuova figura di artista istituzionale: una giovane donna che porta la musica non solo sui palchi ma anche nei luoghi simbolici dello Stato, nelle Forze Armate, nelle istituzioni civili ed europee, e perfino nei contesti più fragili della società.
Tra questi impegni rientra anche il tradizionale concerto del 18 dicembre al Carcere di Opera, dove, come ogni anno, porterà la musica ai detenuti insieme ad altri artisti nel periodo natalizio.
Da anni la sua voce raggiunge carceri, ospedali, comunità per minori, trasformando l’arte in una forma concreta di servizio alla collettività.
Le importanti collaborazioni

In questo percorso istituzionale, un ruolo centrale è rappresentato dalle collaborazioni con le Forze Armate italiane.
L’artista, infatti, canta con la Banda dell’Esercito Italiano, diretta dal Maestro Maggiore Filippo Cangiamila, e con la Fanfara del Terzo Reggimento Carabinieri di Milano, sotto la direzione del Maestro Maresciallo Andrea Bagnolo.
Qui la musica assume un carattere solenne e identitario: non è spettacolo, ma servizio; non è intrattenimento, ma testimonianza.
Portare la propria voce tra uomini e donne che indossano l’uniforme significa trasformare il canto in un atto di rispetto, di memoria e di coesione del Paese.

Lucia Rubedo premiata al CONI per il Fair Play
Accanto alla dimensione artistica, si è definita con chiarezza una missione civile e istituzionale.
L’artista ha rappresentato l’Italia a Bruxelles al Fair Play for Peace, portando la sua voce nelle istituzioni europee come simbolo di valori condivisi.
Il riconoscimento nazionale di questo percorso è arrivato anche dal mondo dello sport e delle istituzioni civili.
Il 25 novembre presso il CONI, Lucia Rubedo ha ricevuto il Premio Fair Play for Life, che l’ha consacrata ufficialmente come Testimonial e Voce ufficiale del Comitato Nazionale Italiano Fair Play.

Un incarico di grande valore simbolico e culturale, che riconosce nella sua figura una voce capace di incarnare e trasmettere i valori del Fair Play e dello Stato a livello nazionale ed internazionale.
Tra i numerosi riconoscimenti e premi ottenuti nel corso della sua carriera, il traguardo ad oggi più importante, insieme al premio Fair Play for Life, è il Premio Internazionale “Buone Pratiche”
Promosso da Remind con il Parlamento Europeo e conferito da Paolo Crisafi, riconosce l’artista come eccellenza italiana tra arte, valori civili e impegno istituzionale.
Partecipando al Senato e al Ministero, consolida il ruolo di ponte tra arte, istituzioni e società civile, usando la musica come dialogo e speranza.
A sottolineare l’essenza della sua figura è stato il presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play, Ruggero Alcanterini, che ha dichiarato:
«Non è solo una grande artista, Lucia: è una voce che sa comunicare.
A Bruxelles ha emozionato persone di culture diverse, e oggi emoziona l’Italia. Arriva al cuore con una semplicità straordinaria. È per questo che è stata scelta come Voce Ufficiale del Fair Play: perché trasmette, non solo canta.»
E ancora: «La forza di Lucia è la capacità di trasmettere autenticità: una cosa che non si insegna, non si inventa, non si costruisce. Si è, semplicemente.»
Impegno sociale e arte: la collaborazione con Bonanni
La sua figura dialoga anche con il mondo dell’impegno civile e giuridico. In questo contesto si inserisce il rapporto con l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e con l’avvocato Ezio Bonanni, vicepresidente del Comitato Nazionale Fair Play, da sempre impegnato nella tutela dei diritti e della dignità della persona.
Un legame che rafforza la visione di un’arte non autoreferenziale, ma profondamente connessa alla vita reale e alle responsabilità sociali.

Parallelamente a questo impegno, Lucia ha prestato la propria voce anche al cinema, collaborando a colonne sonore cinematografiche nazionali e internazionali, confermando una versatilità rara nel panorama contemporaneo
La missione artistica e civile
La cantante è una giovane donna capace di essere fragile e forte allo stesso tempo: sa mostrarsi umana, emozionarsi, parlare con gli occhi lucidi, ma anche sostenere con fermezza un discorso istituzionale, con rigore, intensità e cuore.
È questa umanità autentica a renderla credibile e molto apprezzata in contesti tanto diversi tra loro.
Le parole di Lucia Rubedo
«C’è sempre stata una voce dentro di me che non ha mai smesso di parlarmi. Anche quando il mondo taceva, anche quando, da bambina, cercavo nel buio un senso, una luce, una direzione.
Quella voce l’ho incontrata nella musica: un faro nel mezzo della tempesta che mi ha aiutata a curare le ferite dell’anima. Ed allora, ogni palco che ho calcato è stato un modo per restituire qualcosa alla vita che mi aveva ferita… ma mai piegata.
Ho sempre creduto che l’arte non serva a mettersi al centro, ma a dare voce a qualcosa di più grande.
Credo nella funzione civile, morale ed emotiva della musica, e poterla esercitare nel contesto artistico e istituzionale è una responsabilità enorme,che accetto ogni giorno con coraggio e con tutto il rigore necessario
Poter mettere la mia voce al servizio delle istituzioni e delle Forze Armate è per me un onore immenso, il modo più alto di dare significato a ciò in cui credo.
Non ho mai visto la mia voce solo come musica, ma come un ponte tra mondi, tra silenzi, cicatrici passate e futuro da costruire.»
Il suo percorso personale, segnato da ostacoli superati con determinazione, l’ha portata a trasformare il dolore in arte, e l’arte in missione.
Oggi Lucia Rubedo è una figura in forte ascesa nel panorama artistico e istituzionale italiano, stimata e apprezzata per la coerenza tra la sua voce e i suoi valori.
Il futuro di Lucia Rubedo, voce italiana nel mondo
Il 2025 segna così la nascita e l’affermazione di una nuova figura pubblica: un’artista che, parallelamente alla propria carriera artistica, serve lo Stato e la collettività con la propria voce, facendosi portavoce dei valori della vita, delle istituzioni e dello Stato.
Lo sguardo ora è rivolto al futuro, con un 2026 che si prospetta ricco di eventi e progetti istituzionali nazionali ed internazionali.
La vedranno portare la musica e i valori italiani anche oltre oceano, consolidando un percorso in cui l’arte diventa responsabilità e la voce diventa missione.
Lucia Rubedo continuerà il suo viaggio: una voce vestita di tricolore che attraversa i confini, un’artista in missione che porta l’Italia nel cuore del mondo.
