Con l’estate e le acque del mare sempre più calde, aumenta un rischio poco noto ma potenzialmente grave: quello delle infezioni causate dai batteri del genere Vibrio. A lanciare l’allerta è l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che invita alla prudenza su due fronti: alimentazione e balneazione.

Infezioni al mare: più calore, più batteri nei nostri mari

I vibrioni sono batteri naturalmente presenti in ambiente marino, ma si moltiplicano in maniera massiccia quando la temperatura dell’acqua supera i 20-22 gradi. Per questo motivo, con il progressivo riscaldamento dei mari, si stanno diffondendo sempre più anche nelle acque europee, soprattutto d’estate.

Le aree più a rischio sono le zone con bassa salinità, come il Mar Baltico, ma casi sono stati segnalati anche nel Mare del Nord e in molte località balneari chiuse o vicine agli estuari dei fiumi. Secondo l’Ecdc, con l’aumento delle temperature marine, questi batteri colonizzeranno nuove aree costiere, ampliando il pericolo anche a regioni fino a poco tempo fa considerate sicure.

Chi sono i vibrioni e perché fanno paura

La famiglia Vibrio comprende diverse specie, alcune delle quali patogene per l’essere umano. Le due principali vie d’infezione sono il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti e il contatto con acqua marina attraverso ferite o abrasioni cutanee.

Nei casi più lievi, possono causare gastroenteriti. Nei più gravi, portano a infezioni del sangue, sepsi e necrosi dei tessuti. Le persone con un sistema immunitario fragile, malattie epatiche croniche o altre patologie preesistenti sono particolarmente a rischio.

Tra le infezioni causate da vibrioni c’è anche il colera, una malattia ancora più temuta, che ha già colpito l’Italia in passato, come nelle epidemie del 1973 e 1994 in Campania, Puglia e Sardegna.

Infezioni al mare: come si manifesta l’infezione?

I sintomi della vibriosi variano a seconda della modalità con cui il batterio entra nel corpo. Se contratta per via alimentare, la malattia si manifesta con:

  • Diarrea acquosa
  • Dolore addominale
  • Nausea
  • Vomito
  • Febbre e brividi

Se l’infezione è legata invece al contatto con acqua marina contaminata, e in presenza di ferite aperte, i segnali iniziali sono:

  • Arrossamento
  • Gonfiore
  • Dolore localizzato
  • Infezioni della pelle o delle orecchie

In casi gravi, si possono sviluppare complicazioni serie come la fascite necrotizzante, infezioni del sangue o addirittura la necessità di amputazioni. Il trattamento tardivo può aumentare significativamente la mortalità, soprattutto nei soggetti fragili.

I consigli dell’Ecdc per proteggersi dalle infezioni al mare

L’Ecdc sottolinea che la prevenzione è possibile, basta adottare semplici misure di precauzione. Ecco una tabella con i consigli più utili:

SituazioneComportamento consigliato
Consumo di frutti di mareCuocere bene molluschi e crostacei, evitare di mangiarli crudi o poco cotti
Presenza di ferite o tagliEvitare il contatto con l’acqua di mare, soprattutto in zone calde o stagnanti
Bagno in mare con pelle lesaCoprire ferite o abrasioni con bende impermeabili prima di entrare in acqua
Contatto accidentale tra ferita e acqua di mareLavare subito con acqua dolce e pulita, disinfettare se possibile
Soggetti fragili o immunodepressiEvitare di nuotare in mare caldo e salmastro, e non mangiare frutti di mare crudi
Sospetto di infezione dopo il bagnoConsultare subito il medico, soprattutto in caso di sintomi cutanei o gastrointestinali

Un rischio in crescita con il cambiamento climatico

Il rischio rappresentato dai vibrioni è un effetto diretto del cambiamento climatico. L’aumento delle temperature marine, unito alla maggiore frequenza di eventi estremi e alla modifica degli ecosistemi costieri, crea un ambiente sempre più favorevole alla proliferazione di questi batteri.

Anche la crescente urbanizzazione delle aree costiere, l’inquinamento marino e il turismo di massa possono contribuire alla diffusione e al contagio.

Infezioni al mare: vigilanza e responsabilità individuale

L’Ecdc sottolinea che è importante sensibilizzare il pubblico e gli operatori sanitari. Le infezioni da vibrioni sono spesso sottovalutate o non riconosciute tempestivamente. Sapere che acque calde e stagnanti possono nascondere pericoli invisibili è fondamentale per ridurre i casi gravi.

Anche in Italia, che ha già vissuto emergenze collegate a questi batteri, la vigilanza deve restare alta, soprattutto nei mesi estivi e in presenza di condizioni ambientali favorevoli alla crescita batterica.

Andare al mare d’estate resta quindi uno dei piaceri più grandi, ma non bisogna abbassare la guardia. Il mare caldo può essere anche terreno fertile per batteri pericolosi. Per godere appieno delle vacanze, bastano pochi accorgimenti, come evitare molluschi crudi e proteggere le ferite. La salute passa anche dalle scelte consapevoli, a tavola e in spiaggia.