Non è solo una questione di riposo. Il sonno negli adolescenti è un alleato fondamentale per lo sviluppo del cervello e per il benessere mentale. Eppure, molte abitudini diffuse tra i ragazzi — come l’uso intensivo dei social media nelle ore serali — compromettono la qualità del riposo notturno, con effetti che non si limitano alla stanchezza del giorno dopo, ma che possono incidere sullo sviluppo cognitivo e sulla salute mentale futura.
Sonno e cervello: un legame biologico profondo
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Durante l’infanzia e l’adolescenza, il cervello attraversa una fase di crescita e riorganizzazione straordinaria. Il sonno in questa fase non è solo un momento di recupero, ma una vera e propria “officina biologica” in cui si consolidano le connessioni neuronali, si rafforza la memoria e si favorisce la regolazione emotiva.
Lo conferma un ampio studio internazionale condotto dalle Università di Cambridge (Regno Unito) e Fudan (Cina), che ha monitorato oltre 3.200 adolescenti tramite dispositivi indossabili (Fitbit).
I risultati sono chiari: andare a letto tardi e dormire poco è associato a una connettività cerebrale più debole, a volumi cerebrali ridotti (soprattutto nell’ippocampo, area cruciale per la memoria) e a prestazioni cognitive inferiori nei test.
Igiene del sonno: cos’è e perché conta
Quando si parla di “igiene del sonno” si intende l’insieme delle abitudini e delle condizioni che favoriscono un sonno ristoratore. In adolescenza, però, si osserva spesso un’inversione del ritmo sonno-veglia: si va a letto tardi, si dorme poco e male, si passa molto tempo a letto con lo smartphone in mano.
L’uso serale di dispositivi elettronici — in particolare per connettersi ai social — interferisce con il ritmo circadiano (l’orologio interno del corpo), ritarda l’addormentamento e riduce la qualità del sonno.
La luce blu degli schermi sopprime la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia, e l’interazione costante stimola l’attivazione mentale, rendendo più difficile rilassarsi.
Sonno negli adolescenti: falsi miti e prezzo dell’iperconnessione
Uno dei più pericolosi falsi miti tra gli adolescenti è che “basta recuperare il sonno nel weekend” oppure che “tanto riesco a funzionare lo stesso anche dormendo poco”. La realtà è diversa: la deprivazione cronica di sonno non si recupera facilmente e ha un impatto cumulativo sul cervello in via di sviluppo.
Secondo dati del Pew Research Center, il 48% degli adolescenti americani è consapevole che i social media hanno un impatto negativo sulla salute mentale dei coetanei. Uno su cinque ammette che ne risente anche personalmente.
L’iperconnessione, infatti, si lega spesso ad altri stili di vita dannosi. Alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di sostanze, tutti fattori che aggravano il rischio di ansia, depressione e disturbi del comportamento alimentare.
Sonno negli adolescenti: cosa dicono gli esperti
Gli adolescenti che vanno a dormire presto e dormono a sufficienza ottengono risultati cognitivi migliori. A dirlo è la professoressa Sara Carucci, neuropsichiatra infantile all’Università di Cagliari. Sottolinea anche come le scansioni cerebrali mostrino volumi più ridotti e connessioni più fragili nel cervello di chi dorme poco. In particolare, le aree coinvolte nella memoria, nella pianificazione e nel controllo emotivo sono le più vulnerabili.
Il messaggio è chiaro. Per prevenire disturbi cognitivi e psichiatrici in età adulta, è fondamentale intervenire in adolescenza, quando molte patologie mentali croniche iniziano a manifestarsi.
Lo ha ribadito anche il recente convegno nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La prevenzione passa da uno stile di vita sano, e il sonno è uno dei suoi pilastri.
Una responsabilità collettiva
Non si tratta solo di una questione personale. La qualità del sonno dei giovani è un problema di salute pubblica che riguarda famiglie, scuole e istituzioni. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto di vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni, per proteggere lo sviluppo psicologico dei più giovani. Al di là delle misure legislative, è necessario educare a un uso consapevole della tecnologia e promuovere routine serali più sane.
Spegnere il telefono, leggere un libro, ascoltare musica rilassante o semplicemente conversare con un genitore. Sono piccoli gesti che possono fare una grande differenza per il cervello degli adolescenti. Perché dormire non è tempo perso, ma tempo ben investito per crescere meglio.