Il test del QI (Quoziente Intellettivo) è una valutazione psicometrica progettata per misurare l’intelligenza di una persona in relazione alla media della popolazione. Il concetto, sviluppato nel 1905 da Alfred Binet e successivamente rielaborato da altri psicologi, tra cui Lewis Terman, ha dato vita ad un sistema standardizzato per misurare l’intelligenza e valutare le capacità cognitive degli individui.

Sono diverse le posizioni a riguardo l’attendibilità dei test QI. Se da una parte sono indubbiamente utili nella valutazione di alcune capacità cognitive, non sono mancate critiche relative un certo riduzionismo delle varie forme dell’intelligenza umana, come ad esempio quella emotiva.

Mensa, l’associazione a cui si può accedere solo con un qi superiore alla media

Mensa è un gruppo internazionale indipendente e privo di fini commerciali, che riunisce individui la cui capacità intellettiva supera il punteggio di 98 percentile nel test sul Quoziente intellettivo.

ll nome “Mensa” deriva dal latino e significa “tavola”. Questo rimando simbolico rappresenta l’idea di un gruppo dove ogni partecipante ha pari valore e voce, richiamando il mito della tavola rotonda dei cavalieri del ciclo arturiano, dove tutti sedevano in egual misura senza gerarchie.

I suoi membri vengono comunemente chiamati “Mensani” e appartengono al ristretto 2% della popolazione mondiale con il punteggio più elevato nei test cognitivi. Bisognerebbe ottenere almeno 148 nel test Cattell (con una deviazione standard di 24). Tuttavia, poiché ogni test utilizza parametri differenti, un punteggio simile può corrispondere a circa 131 nel test Wechsler o 132 nel sistema Stanford-Binet .

Test obsoleto secondo la Western University dell’Ontario

Già negli anni ’70 ci si rese conto che l’esame non prendesse in considerazione le intelligenze multiple teorizzate dallo psicologo americano Howard Gardner. Negli anni ’90 si affermò invece la teoria dell’intelligenza emotiva di Daniel Goleman. Lo psicologo di Harvard, la descrisse come le capacità di gestire e condividere le emozioni, modularle a seconda del contesto e di provare empatia. Nel 2012 una ricerca canadese dal titolo “Fractionating Human Intelligence” dell’Università dell’Ontario pubblicata dalla rivista Neuron considerava il test come un paramentro di valutazione superato e discriminatorio.

Limitatezza della valutazione

“The Bell Curve” è un libro pubblicato nel 1994 da Richard J. Herrnstein e Charles Murray che esplora l’influenza dell’intelligenza sul comportamento e sulla vita sociale negli Stati Uniti. Il testo suscitò aspre critiche. In risposta fu ripubblicato il testo “Intelligenza e pregiudizio” di Stephen Jay Gould la cui prima edizione uscì nel 1981. La nuova edizione conteneva un’appendice che stroncava “The Bell Curve” soprattutto a causa delle sue affermazioni riguardo le differenze di intelligenza tra diverse etnie. Infatti tale posizione risultava essere scientista, pericolosa e fuorviante. Anche perché non prendeva in considerazione le differenze socioeconomiche tra i gruppi ed il livello di istruzione.
Sempre nel 1981 il genetista Richard Lewontin affermò che il QI non può essere considerato un indicatore oggettivo dell’intelligenza. Questo perché soggetto a numerosi pregiudizi culturali e sociali. Nel 2001, Dickens e Flynn proposero un modello che cercava di spiegare l’effetto Flynn, ovvero l’aumento dei punteggi di QI su scala globale suggerendo che le differenze come l’educazione e la nutrizione, possano avere un impatto significativo.

Il QI medio della popolazione si sta abbassando

Secondo uno studio del Ragnar Frisch Centre for Economic Research, in Norvegia, il QI medio della popolazione si starebbe abbassando. La ricerca ha impiegato, dal 1970 al 2009, 730 mila test.
Tra le ipotesi, non solo fattori ambientali, ma anche l’avvento dell’era digitale.
Sarà necessario quindi elaborare nuovi parametri di valutazione, in grado di considerare fattori come pensiero critico, capacità di adattamento, apprendimento e creative oltre alla flessibilità cognitiva.