Il concetto che il trauma possa lasciare un’impronta duratura nel patrimonio genetico è un fenomeno oggetto di numerosi studi nel campo della epigenetica. Questa è una branca della biologia che studia come fattori ambientali, tra cui esperienze traumatiche, possano influenzare l’espressione dei geni. Le generazioni successive possono poi ereditare queste trasformazioni.
Studi citati dal professor Matteo Villanova, dell’Università Roma Tre durante il convegno ONA “Sicurezza sul lavoro e benessere psicologico” del 25 febbraio. Un’iniziativa dell’Avv. Ezio Bonanni dell’Osservatorio Nazionale Amianto, da sempre in prima linea nella lotta contro l’amianto e per le vittime del dovere.
Premessa
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L’epigenetica ci insegna che il nostro patrimonio genetico non è determinato esclusivamente dalla sequenza del DNA, ma anche da modifiche chimiche. Queste influenzano l’espressione di quei geni.
Tali modifiche possono avvenire per vari fattori, tra cui stress, esperienze shockanti e l’ambiente. La ricerca ha mostrato che vissuti atroci come guerre, abusi infantili, perdite significative possono indurre cambiamenti nel cervello, nel sistema immunitario e in altri tessuti. E questi cambiamenti non sempre si limitano alla persona che ha vissuto il trauma, ma possono essere trasmessi ai figli.
Studi sull’animale: gli esperimenti sui topi
Uno degli studi più noti sulla trasmissione transgenerazionale del trauma è stato condotto su topi da laboratorio nel 2004.
I topi subivano una scossa elettrica legata a un particolare odore. Quando i topi venivano esposti all’odore associato al trauma, mostravano segni di ansia.
Ciò che era sorprendente, però, era che non solo i topi che avevano subito il trauma reagivano in questo modo. Anche i loro figli e addirittura i nipoti mostravano una risposta simile a quella degli animali traumatizzati, senza mai essere esposti allo stimolo traumatico originario.
I ricercatori avevano osservato che la metilazione del DNA nei topi traumatizzati aveva alterato l’espressione di alcuni geni coinvolti nella regolazione dello stress, come il gene per il recettore del glucocorticoide. Questa alterazione, avvenuta nei genitori, sembrava essere passata ai discendenti.
Studi sugli esseri umani: gli effetti della guerra e del genocidio
Uno degli ambiti di studio più investigati riguarda gli effetti dei traumi collettivi come le guerre e i genocidi. Ad esempio, gli ebrei sopravvissuti all’Olocausto e i loro discendenti sono protagonisti di numerosi studi che indagano gli effetti del trauma trasmesso attraverso le generazioni.
I ricercatori hanno scoperto che i discendenti di sopravvissuti all’Olocausto mostrano tassi più elevati di disturbi legati allo stress post-traumatico, ansia e depressione, anche se non hanno vissuto direttamente gli eventi traumatici.
Studi sui figli di donne che hanno subito abusi
Altri studi hanno esaminato le conseguenze delle esperienze traumatiche sui figli di donne che sono state vittime di abusi durante la gravidanza. Per esempio, uno studio sui figli di donne che avevano subito abusi gravi ha mostrato che questi bambini avevano una maggiore predisposizione a sviluppare disturbi psichiatrici, come il disturbo da stress post-traumatico, e segni di alterazione della regolazione emotiva, a volte in parallelo a modifiche epigenetiche legate alla risposta allo stress.
Conseguenze sulle generazioni successive delle vittime da amianto
Il lutto rappresenta un’esperienza psicologica universale, ma è anche una delle forme di trauma psicologico che può influenzare profondamente la salute mentale di una persona. Quando la morte è causata da una malattia dolorosa come il mesotelioma, il trauma può essere particolarmente intenso, sia a causa della perdita che della lunga e difficile sofferenza della persona cara.
Inoltre, il lutto in seguito a una malattia legata all’amianto spesso è associato a un’esposizione a fattori stressanti come la preoccupazione per la salute degli altri membri della famiglia, la lotta legale per ottenere risarcimenti, e l’eventuale diagnosi di malattia per altri membri della famiglia che potrebbero essere stati esposti all’amianto. L’esposizione al trauma psicologico, come nel caso del lutto per un decesso legato all’amianto, può influire sul comportamento, sul benessere emotivo e fisico, e anche sui processi biologici.
Ovviamente queste ricerche sono ancora in fase iniziale, ma rappresentano una tappa fondamentale che può aprire a nuovi scenari e a nuovi approcci psicoterapeutici.