I neonati non imparano a parlare in modo passivo: sono loro stessi a plasmare il linguaggio degli adulti. Una ricerca della Cornell University dimostra che, in tutto il mondo, i genitori rispondono al balbettio semplificando inconsciamente la loro lingua. Questo “Effetto di semplificazione” potrebbe essere la chiave dell’acquisizione del linguaggio
Il balbettio: uno strumento di apprendimento attivo
Indice dei contenuti

Per molto tempo, il balbettio infantile è stato considerato un insieme di suoni immaturi e casuali, una fase preliminare dello sviluppo linguistico priva di una funzione specifica. Tuttavia, il professor Michael Goldstein e il suo team della Cornell University hanno ribaltato questa concezione, dimostrando che i neonati non si limitano ad assorbire passivamente le parole, ma influenzano attivamente la comunicazione degli adulti.
Nel percorso di acquisizione del linguaggio, i bambini attraversano diverse fasi. Prima del balbettio, attorno ai quattro mesi, compare la lallazione, una fase in cui il bambino emette suoni ripetitivi come “ba-ba” o “da-da”, senza ancora un vero intento comunicativo. È un esercizio fondamentale, che aiuta il piccolo a prendere confidenza con le proprie capacità vocali e a sperimentare suoni della lingua. Solo successivamente, intorno agli otto mesi, il balbettio assume una struttura più complessa: il bambino inizia a variare i suoni, ad adottare intonazioni simili a quelle degli adulti e a tentare di imitare il ritmo della conversazione. Questa evoluzione segna un passaggio cruciale, perché il linguaggio infantile diventa più simile a quello adulto e favorisce un’interazione più efficace con i genitori.
Lo studio, pubblicato su Current Biology, ha analizzato oltre 1.500 trascrizioni di interazioni tra genitori e figli in 13 lingue differenti, dimostrando che gli adulti semplificano la loro comunicazione in risposta alle vocalizzazioni infantili. Questa scoperta conferma che l’apprendimento del linguaggio avviene attraverso un meccanismo di scambio attivo tra genitore e bambino, creando un ciclo di feedback essenziale per lo sviluppo cognitivo.
L'”Effetto di semplificazione”: un fenomeno universale
Una delle scoperte più sorprendenti della ricerca è la portata universale di questo fenomeno. Gli studiosi hanno dimostrato che la semplificazione del linguaggio avviene indipendentemente dalla cultura o dalla struttura della lingua.
Dai genitori americani e francesi ai coreani e giapponesi, fino ai Tseltal Maya del Messico, una comunità di agricoltori di sussistenza con uno stile genitoriale molto distante da quello occidentale, il pattern si ripete: quando i bambini balbettano o tentano di esprimersi, gli adulti tendono a rispondere con frasi più corte, parole più semplici e un linguaggio più strutturato per favorire la comprensione.
Questo contraddice teorie precedenti secondo cui l’apprendimento linguistico avverrebbe anche solo per esposizione indiretta. In realtà, lo studio dimostra che i neonati non apprendono passivamente ascoltando le conversazioni degli adulti, ma necessitano di un’interazione diretta.
Il ruolo della tempestività nella comunicazione genitore-bambino
Un elemento importante emerso dalla ricerca riguarda il tempismo delle risposte degli adulti. Goldstein e il suo team hanno scoperto che i genitori tendono a semplificare il linguaggio solo quando rispondono entro tre secondi dalle vocalizzazioni infantili. Se il tempo di risposta si allunga, la semplificazione diminuisce. Questo significa che non è sufficiente parlare di più ai bambini, ma è fondamentale rispondere rapidamente ai loro tentativi di comunicazione, affinché possano apprendere in modo efficace.
Questa scoperta ha implicazioni rilevanti per le politiche educative e per gli interventi a sostegno dello sviluppo del linguaggio nei bambini. Finora, molti programmi destinati alle famiglie a basso reddito si sono concentrati sulla quantità di parole a cui i bambini sono esposti. Tuttavia, questo studio suggerisce che la qualità dell’interazione e il tempismo delle risposte sono fattori ancora più determinanti per l’apprendimento linguistico.
Perché i neonati spingono gli adulti a parlare in modo semplificato?
Il linguaggio infantile è una delle caratteristiche più distintive della specie umana. A differenza di molti animali, gli esseri umani nascono estremamente vulnerabili e hanno bisogno di un lungo periodo di sviluppo prima di raggiungere l’indipendenza. Questo periodo di crescita prolungato – noto come altricialità – offre un’opportunità unica per l’apprendimento del linguaggio e delle regole sociali.
Secondo gli scienziati, i neonati utilizzano il balbettio come una strategia attiva per modellare l’ambiente linguistico intorno a loro. In altre parole, il loro modo di comunicare non è solo una fase di sviluppo.
Rappresenta un vero e proprio strumento per ricevere input linguistici più accessibili e strutturati dagli adulti.
Questo meccanismo permettere ai bambini di acquisire il linguaggio più facilmente significa garantire una migliore trasmissione culturale da una generazione all’altra. Il che, favorisce la sopravvivenza e il successo della specie.
Fonti
Elmlinger, S.L., et al. Immature vocalizations elicit simplified adult speech across multiple languages, Current Biology