L’amianto, tristemente conosciuto come il “big killer del terzo millennio”, rappresenta una delle principali emergenze sanitarie e giuridiche del nostro tempo. Sebbene il suo utilizzo sia ormai vietato in molte nazioni, le conseguenze dell’esposizione continuano a mietere vittime. Il tema è stato approfondito durante l’ultima puntata di ONA TV, dal titolo “Amianto: danno psichico, danni morali e danni esistenziali, tra medicina legale e giurisprudenza”. Organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA APS), l’incontro ha offerto una visione interdisciplinare sugli impatti devastanti dell’amianto e sulle battaglie legali intraprese per garantire il risarcimento alle vittime

Le numerose insidie dell’amianto: il dibattito interdisciplinare di ONA TV

L’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA «Ogni vittoria legale rappresenta un passo avanti verso la giustizia per coloro che hanno sofferto».

Moderato dalla giornalista Mediaset Valentina Renzopaoli, il dibattito ha riunito esperti di rilievo in vari settori. Tra questi, l’Avv. Ezio Bonanni, cassazionista e presidente dell’ONA, ha sottolineato l’importanza delle battaglie legali per il riconoscimento dei diritti delle vittime: «Ogni vittoria legale rappresenta un passo avanti verso la giustizia per coloro che hanno sofferto».

La Dott.ssa Melissa Trombetta, criminologa e collaboratrice dell’ONA, ha posto l’accento sugli effetti psicologici e sociali devastanti derivanti dalle esposizioni prolungate, mentre il Dott. Pasquale Bacco, medico legale, ha evidenziato il ruolo cruciale di una documentazione rigorosa per quantificare e attestare i danni subiti. Il Prof. Matteo Villanova, docente all’Università “Roma Tre”, ha invece ribadito che solo un approccio interdisciplinare può affrontare in modo efficace le problematiche legate all’esposizione all’amianto, combinando competenze mediche, legali e criminologiche.

La sentenza sul caso del Maresciallo Abbate: un esempio di giustizia

Un esempio emblematico della lotta per i diritti delle vittime è rappresentato dal caso del Maresciallo Francesco Abbate, che ha servito per oltre 40 anni nella Marina Militare, spesso esposto ad amianto e ad altre sostanze tossiche. Dopo il suo decesso nel 2020 per patologie correlate, la famiglia si è battuta per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Nonostante il ministero della Difesa avesse rigettato inizialmente la richiesta, il Tribunale di Taranto, grazie al lavoro dell’ONA e dell’Avv. Bonanni, ha emesso una sentenza decisiva. Il tribunale ha condannato congiuntamente il ministero della Difesa e il ministero dell’Interno, riconoscendo il Maresciallo Abbate come vittima del dovere e garantendo alla sua famiglia una speciale elargizione, assegni vitalizi e altri benefici, per un totale di circa 500mila euro.

«Il ministero della Difesa aveva rigettato la domanda, nonostante fosse palese che la morte del Maresciallo fosse provocata dalla sua attività a bordo nave come motorista navale. Questa sentenza è un risultato significativo e una vittoria per tutte le vittime dell’amianto», ha commentato l’Avv. Bonanni, sottolineando il valore della decisione anche come precedente storico e giuridico.

La prevenzione: un imperativo etico e giuridico

Con la sentenza sul caso Abbate ormai passata in giudicato, si rafforza l’urgenza di un’azione decisa sul fronte della prevenzione. Evitare future esposizioni all’asbesto e ad altre sostanze tossico-cancerogene è essenziale non solo per proteggere la salute pubblica, ma anche per ridurre le tragedie individuali e familiari.

Il risarcimento, infatti, non ha solo un valore economico, ma contribuisce a sancire verità giudiziarie e storiche, fondamentali per promuovere una maggiore consapevolezza. Come evidenziato dall’ONA, è cruciale considerare, oltre al danno biologico, anche i danni psichici, morali ed esistenziali subiti dalle vittime e dai loro familiari.

«Non possiamo limitarci al risarcimento del danno biologico. Il danno psichico, esistenziale e morale devono essere riconosciuti come parte integrante del risarcimento. Queste lesioni profonde alterano la qualità della vita delle vittime e dei loro familiari. Riconoscerle è un passo fondamentale verso una società più giusta e consapevole», ha dichiarato l’Avv. Bonanni durante l’evento ONA TV.

Il ruolo dell’ONA e il supporto interdisciplinare

Per garantire una tutela completa alle vittime, l’ONA APS ha istituito un pool interdisciplinare composto da medici legali, criminologi e tecnici, con l’obiettivo di fornire supporto legale, medico e psicologico. Questo approccio integrato mira a contrastare condotte pericolose che potrebbero causare nuove esposizioni e danni irreparabili.

A ribadirlo, anche il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Avv. Paolo Nesta, che durante un convegno ONA, ha sottolineato: «L’azione legale deve essere anche uno strumento di prevenzione. Prevenire danni irreversibili è un dovere etico e professionale».

Le Forze Armate e l’amianto: un’emergenza irrisolta

Numerosi militari italiani, in particolare coloro che hanno prestato servizio in missioni internazionali, continuano a subire gravi conseguenze dall’esposizione ad amianto e ad altre sostanze tossiche. Tra i casi più noti, oltre a quello del Maresciallo Abbate, vi sono il Colonnello Carlo Calcagni, affetto da patologie correlate all’uranio impoverito, e il Maresciallo Nicola Panei, diagnosticato con asbestosi a causa del servizio nell’Aeronautica Militare.

L’importanza dell’Accademia della Legalità e del 4 novembre

Un ruolo centrale nella lotta contro l’amianto è svolto dall’Accademia della Legalità, presieduta da Paola Vegliantei, e dal Comitato del Ripristino della Festa del 4 Novembre, guidato dal Tenente Pasquale Trabucco. Questi enti, in collaborazione con l’ONA APS, lavorano per mantenere vivo il ricordo delle vittime e promuovere una cultura della legalità e della prevenzione.

Una lotta contro l’amianto e per il diritto alla vita 

La lotta contro l’amianto non si esaurisce con le vittorie in tribunale, ma richiede un impegno continuo per prevenire ulteriori tragedie e sensibilizzare l’opinione pubblica. Come affermato dall’Avv. Bonanni:

«Ogni sentenza rappresenta un passo avanti non solo per le vittime dirette, ma per l’intera collettività. È una questione di giustizia, di verità e di tutela della salute pubblica. Non ci fermeremo finché l’amianto non sarà definitivamente eliminato e le vittime non avranno ottenuto il pieno riconoscimento dei loro diritti».

Per chiunque abbia subito danni legati all’esposizione, l’ONA offre supporto tramite il numero verde gratuito 800 034 294. Con la collaborazione tra istituzioni, esperti e cittadini, è possibile vincere questa battaglia per la salute, la dignità e la giustizia.