salute mentale

La salute del cervello ha assunto connotati importantissimi negli ultimi anni, grazie alle neuroscienze

Soprattutto all’opera di sensibilizzazione che è stata fatta spontaneamente nell’ultimo periodo. Anche i social in questo si sono rivelati fondamentali per la salute mentale per diffondere il tema, dai canali più divulgativi quali Google, Youtube, il nuovo X a tutti gli altri. Si è cominciato a parlare molto di più di tematiche prima rimaste nascoste tra storie personali, poi diventate virali. Hanno permesso che si parlasse della salute del cervello, esattamente come eravamo abituati a parlare delle sofferenze degli altri organi.

Accenni sulle neuroscienza

Le neuroscienze esplorano l’interconnessione tra mente e cervello, aprendo il dibattito sulla salute mentale. Memoria, emozioni, ricordi, come li percepiamo e il comportamento conseguente sarebbero radicati nelle strutture e nei meccanismi neurali del cervello.

Ne è un esempio il principio della psicologia ad approccio di terapia cognitiva, che prova a modificare con esercizi appositi i processi mentali. Integrando appunto i processi delle neuroscienze. Capace di ramificarsi di settore in settore.

La difficoltà di una diagnosi certa

Ma questi risultano essere fenomeni complessi e sfuggenti perché introducono concetti come coscienza e autoconsapevolezza, volte a creare un immagine di noi e del mondo circostante attraverso la nostra lente.

L’uomo farebbe parte di un circolo energico, segnalando e vibrando con l’universo.

La scienza con le sue intuizioni fondamentali, continua a studiare i neurotrasmettitori e la plasticità cerebrale.

L’intervento sul cervello per trattare patologie neurologiche e psichiatriche.

Salute mentale: il lavoro delle case farmaucetiche

Qui si inserisce ad esempio il contesto della prima casa farmaucetica, la Ludbeck, che favorisce una branca che si occupa proprio di questo organo. ‘La salute parte dal cervello. Le neuroscienze in Italia: passato, presente e futuro’, è uno slogan biofarmaceutico danese specializzata nelle neuroscienze e che ha festeggiato i 30 anni di attività nel nostro paese. Il cervello studiato scientificamente ma che non può prescindere da altre realtà.

I dubbi etici e non solo

I punti interrogativi restano comunque tantissimi, possiamo davvero migliorare la funzione cerebrale senza danneggiarne l’integrità? E fino a che punto possiamo modificare la nostra mente attraverso interventi neurologici?

E come non parlare del dubbio dal punto di vista etico libero arbitrio e responsabilità individuale risultano essere solo alcuni dei tanti esempi. Come prendiamo decisioni? Quante sono da rivendicare alla salute mentale? Le scelte ci appesantiscono? Fino a che punto ad influenzarle è un indole arrivata senza grande spiegazione o tutto è studiabile e controllabile? E la responsabilità delle nostre azioni dove nasce scienza filosofia e morale risultano strettamente legate. E vanno trattate con massima delicatezza e perspicacia. Affidando il parere agli esperti, che aprano una riflessione anche sulla nostra esperienza.

La natura umana, l’identità e la coscienza hanno il continuo bisogno di essere approfondite.

Grazie alle neuroscienze si è capito infatti come memoria, ricordi, emozioni e plasticità mentale siano strettamente collegate.

Il problema che si estende anche ai rami economici e sociali

Affrontare queste tematiche sarebbe anche di interesse economico e sociale per creare persone adatte ad essere introdotte nel mondo del lavoro futuro. Chi lavora ha esigenza di essere stabile in tutte le fasi della sua vita. Anche nella fase evolutiva dell’adolescenza. Periodo che sarebbe importante monitorare con attenzione. Perchè considerato un processo di svolta nel processo evolutivo.

Il ministero della salute ha asserito infatti che avere degli adolescenti sani vorrebbe dire creare adulti sani e consapevoli, senza bisogno di grandi cure mediche, volto ad appesantire il sistema sanitario.

Tutto questo sarebbe di grande supporto per apportare una crescita significativa del paese ma anche e soprattutto garantire una futura sicurezza lavorativa.

Questo porterebbe ad una incredibile spinta sociale ed economica, proprio perché l’Inps risparmierebbe soldi destinate alle nuove “vittime”, che prese per tempo e con le cure dovute, si sarebbero risolte in tempi molto p8iù brevi e conun dispendio economico irrisorio.