La medicina di genere è un approccio interdisciplinare alla medicina. Aiuta a valutare l’influenza del sesso e del genere sulla fisiopatologia umana e sulla sintomatologia clinica delle malattie. Ciò consente di ottimizzare l’approccio alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle patologie.
Tra le principali patologie internistiche di interesse odontoiatrico in medicina di genere ci sono la sindrome metabolica, la malattia paradontale e diabete, la sindrome di Sjogren. Ed anche «la sindrome della bocca urente, la Mronj osteoneocrosi dei mascellari da farmaci (bifosfonati), la epulide gravidica (granuloma piogenico) e l’Hpv, solo per citarne alcune». Così la vicepresidente della Commissione Odontoiatri dell’Ordine dei Medici di Roma, Sabrina Santaniello, interpellata dalla Dire in merito al corso di formazione da lei coordinato.
Medicina di genere, la definizione secondo l’OMS
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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la medicina di genere è definita come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso). E anche di quelle socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona, sia essa donna o uomo.
Ma quali sono i vantaggi della medicina di genere per le pazienti e i pazienti?
«L’approccio di genere nella pratica clinica, sia medica sia odontoiatrica – ha spiegato Santaniello – può contribuire notevolmente alla promozione della salute. Garantendo una maggiore appropriatezza e personalizzazione delle cure, comprese quelle odontoiatriche. Questo perché è in grado di produrre vantaggi sia per i pazienti sia per la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Ciò in quanto l’appropriatezza della cura fa sì che il paziente venga curato al meglio. Molte patologie odontoiatriche sono influenzate dal genere».
La sindrome metabolica e le ripercussioni nel cavo orale
Esistono diversi meccanismi biologici alla base della connessione tra malattie orali e sistemiche. Tra queste, Santaniello ha trattato in particolare la sindrome metabolica. Essa ha delle «ripercussioni anche nel cavo orale. Questo inteso come infarcimento di cellule di grasso all’interno delle ghiandole salivari che modificano sia la produzione in senso quantitativo sia qualitativo della saliva. Ciò va a innescare una serie di meccanismi – precisa Santaniello – che hanno delle ripercussioni non solo nel cavo orale, ma anche nel tratto gastroenterico».
Parodontite, la connessione tra malattie orali e sistemiche
Un’altra patologia introdotta dall’esperta in occasione del corso è stata la parodontite, che è una «chiave di connessione tra le malattie orali e quelle sistemiche. I germi patogeni presenti all’interno del cavo orale, infatti, possono entrare nel flusso sanguigno ed agire anche a distanza, creando delle complicazioni. In particolare, nel genere femminile possono anche essere la causa di alcuni parti pre-termine o di aborti. Si parla infatti di ‘inflammaging’, ovvero di infiammazione in grado di attivare l’autoimmunità o di alterare la modulazione della stessa. In poche parole l’infiammazione associata alla parodontite può alterare delle proteine presenti nei tessuti e renderle autoantigeniche, quindi capaci di indurre una risposta autoimmune. A dimostrarlo ci sono anche diversi studi», conclude l’esperta.
Fare attività motoria è molto importante
Tra i fattori coadiuvanti che innescano delle patologie c’è lo stile di vita, quindi l’uso di tabacco e/o alcol e/o le radiazioni ionizzanti.
Fare attività motoria è molto importante per ridurre l’incidenza di alcune patologie. Oggi si parla di infiammazione che attiva delle risposte immunitarie, le quali poi hanno ripercussioni anche lontane dall’organo della bocca.
Per questo è fondamentale la collaborazione tra gli odontoiatri e gli altri specialisti della medicina per migliorare la vita dei pazienti. Fondamentale anche facilitare delle diagnosi sempre più tempestive. E promuovere l’adozione di sane abitudini che riducano il rischio di malattie ed evitino ricadute sul Servizio Sanitario Nazionale.