Il cancro ovarico sieroso di alto grado (HGSOC) è la forma più aggressiva e mortale di tumore ovarico, responsabile della maggior parte dei decessi associati a questa patologia. La sua natura silenziosa e l’assenza di sintomi evidenti fino a fasi avanzate lo rendono una delle malattie più difficili da diagnosticare e trattare precocemente. Uno studio recente, condotto da un team di ricercatori guidati dal patologo Alexander Nikitin della Cornell University, ha rivelato che il cancro ovarico potrebbe non avere origine nelle ovaie, come si pensava da tempo, ma nelle tube di Falloppio
Le origini del cancro ovarico: un mito sfatato
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Per decenni, la credenza comune era che il cancro ovarico avesse origine nelle cellule delle ovaie stesse. Tuttavia, già oltre un decennio fa, alcune prove hanno iniziato a suggerire che molti tumori ovarici potrebbero svilupparsi nelle tube di Falloppio, piuttosto che direttamente nelle ovaie. Gli scienziati hanno identificato lesioni precancerose alle estremità delle tube di Falloppio, geneticamente collegate ai tumori ovarici. Nonostante questi progressi, le cellule esatte responsabili dell’insorgenza del HGSOC sono rimaste sconosciute.
Le cellule preciliate: una nuova chiave nella comprensione del cancro ovarico
Le cellule preciliate rappresentano uno stadio di sviluppo cruciale all’interno del processo di differenziazione cellulare.
Sono in una fase intermedia durante la quale si preparano a diventare cellule ciliate, cioè quelle che rivestono le tube di Falloppio e hanno un ruolo essenziale nel trasporto degli ovociti.
Facilitando infatti il loro movimento grazie alla presenza di ciglia, minuscole strutture simili a filamenti che si muovono in maniera coordinata.
Tuttavia, secondo la ricerca di Nikitin, queste cellule preciliate, quando esposte a specifiche mutazioni genetiche associate al carcinoma sieroso dell’ovaio di alto grado (HGSOC), subiscono trasformazioni che le predispongono alla formazione di tumori. Le alterazioni genetiche compromettono il normale sviluppo delle ciglia, un processo noto come ciliogenesi. Questo fallimento nella corretta formazione delle ciglia si rivela essere un fattore chiave nell’insorgenza del cancro, non solo nelle ovaie, ma anche in altre forme tumorali, come il cancro al pancreas.
Le Implicazioni per la diagnosi e il trattamento
Attualmente, circa l’80% dei casi di HGSOC viene diagnosticato in stadi avanzati, quando le opzioni di trattamento sono limitate e la prognosi è molto sfavorevole. La mancanza di sintomi precoci e di marcatori diagnostici chiari rende estremamente difficile individuare la malattia nelle sue fasi iniziali. Tuttavia, se la scoperta delle cellule preciliate come possibile origine del tumore ovarico venisse confermata anche negli esseri umani, potrebbe rivoluzionare il modo in cui questa malattia viene diagnosticata e trattata.
Uno degli obiettivi principali dei ricercatori è ora quello di sviluppare strumenti diagnostici che permettano di individuare il HGSOC nelle sue fasi iniziali. Parliamo insomma di una fase in cui è ancora trattabile con una maggiore probabilità di successo. Identificare nuovi biomarcatori legati alle cellule preciliate potrebbe consentire screening più efficaci e personalizzati, aumentando significativamente le possibilità di sopravvivenza dei pazienti.
Inoltre, la comprensione dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione maligna delle cellule preciliate potrebbe portare allo sviluppo di terapie mirate che agiscano direttamente sulle mutazioni genetiche coinvolte. Questo approccio personalizzato potrebbe ridurre la necessità di trattamenti invasivi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Le origini del cancro e la lotta alla neoplasia
L’importanza di individuare la malattia nelle sue fasi iniziali non può essere sottovalutata. I pazienti diagnosticati precocemente hanno una possibilità molto maggiore di sopravvivere oltre i cinque anni. Con ulteriori studi, il sogno di una diagnosi precoce e di una cura efficace per il HGSOC potrebbe presto diventare realtà, salvando così innumerevoli vite
Fonti
Nikitin, A. et al. (2024). The Role of Fallopian Tube Cells in High-Grade Serous Ovarian Cancer. Nature.