Promuovere e incentivare gli screening tra la popolazione, specialmente nelle fasce di età e nei gruppi più a rischio, contribuisce a migliorare la qualità della vita. Nel contempo, si alleggerisce il carico sui sistemi di cura, favorendo un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) più efficiente e sostenibile. Gli screening preventivi, infatti, sono uno strumento essenziale per la tutela della salute pubblica e il rafforzamento del SSN.

Il 20% degli italiani non riceve alcun invito a fare screening. È quanto emerge dalla prima indagine nazionale sulla percezione del coinvolgimento attivo della popolazione nel proprio percorso di cura. Tra i cittadini coinvolti, 1 su 3 ha difficoltà a partecipare ai controlli e 1 su 5 rinuncia alla prevenzione a causa di orari incompatibili. O anche per le liste d’attesa e per le difficoltà logistiche del nostro SSN. Solo 6 su 10 sono messi in condizione di portare a termine i controlli di prevenzione.

Identificare precocemente malattie può salvare vite umane

Identificare precocemente malattie come il cancro o le patologie cardiovascolari consente di salvare vite e di ridurre significativamente i costi associati alle cure avanzate. Per questi motivi, alla ASL Roma 1 è stato presentato Barometro del Patient Engagement che dipinge un quadro a tinte forti nell’ambito degli esami preventivi. L’87% dei cittadini, infatti, afferma di non essere mai stato coinvolto in indagini sulla qualità del servizio di ospedali o di strutture sanitarie. O in gruppi di lavoro specifici per progettare e migliorare tali servizi. Questo a fronte di un 35% che ha trovato difficile o molto difficile prenotare esami o visite.

Il 22% dei pazienti, inoltre, dichiara di non essere mai coinvolto dal medico nelle decisioni sulla propria salute. Il 40% è coinvolto saltuariamente, nonostante da parte di quasi tutti i cittadini ci sia il desiderio di partecipare, pur rispettando le scelte dei camici bianchi.

Rivedere i modelli di erogazione degli screening

Il quadro delineato dai dati raccolti in tutte le regioni è quello di una sanità costantemente sollecitata, ma che si preoccupa poco di coinvolgere i cittadini. Il medico prescrive visite ed esami e suggerisce screening. Ma, poi, spesso abbandona il paziente a se stesso, senza metterlo in condizione di seguire quelle indicazioni. Eppure, quando i pazienti sono informati, educati e coinvolti attivamente nelle decisioni terapeutiche, il tasso di adesione alle terapie e il rispetto delle prescrizioni migliorano sensibilmente. Si riducono anche ricoveri e accessi al pronto soccorso

Le difficoltà organizzative segnalate dall’indagine, così come la gestione del tempo e gli impegni personali evidenziano la necessità di rivedere i modelli di erogazione degli screening. Si dovrebbe prevedere la possibilità di organizzare appuntamenti flessibili in luoghi prossimi al domicilio o al lavoro della popolazione. Risulterebbe utile promuovere campagne informative efficaci e assicurare una comunicazione diretta con gli utenti per migliorare la partecipazione.

Le tre azioni utili a coinvolgere i pazienti nella sanità

Tre sono le azioni utili a coinvolgere meglio i pazienti nella sanità. In primo luogo, un’azione di educazione sanitaria nei confronti del grande pubblico. Così si trasmetterebbe in modo coinvolgente, attraverso la scuola e i canali dell’informazione, processi, dubbi, successi e fallimenti della scienza. Secondo: un potenziamento della preparazione sul Patient Engagement alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Infermieristica e una formazione continua degli operatori sanitari.

Terzo: l’assunzione di una prospettiva ‘di complessità’ da parte di tutti gli agenti coinvolti, consapevoli che il valore aggiunto del sistema viene dall’interazione delle sue componenti. Questo ancor prima che dal contributo delle sue componenti prese singolarmente.

Il digitale rappresenta uno dei driver di trasformazione dell’intero ecosistema salute. Resta chiaro che questo strumento deve però coniugarsi con l’obiettivo di ingaggio dei cittadini a riorientare ogni aspetto gestionale-organizzativo verso la centralità della persona. È questo il vero motore di cambiamento dell’intero sistema salute.