La dialisi potrebbe non essere la scelta migliore per gli anziani con insufficienza renale. Secondo un nuovo studio, si dovrebbe valutare attentamente quando iniziare la dialisi e se è la soluzione migliore per l’insufficienza renale.
I pazienti con insufficienza renale possono ricevere un rene con il trapianto, rene che libererà il sangue dalle tossine e dai liquidi in eccesso. Questa opportunità, tuttavia, non è possibile per molti anziani che hanno altri problemi di salute, come malattie cardiache o polmonari o cancro. A questi i pazienti, quando progrediscono verso l’insufficienza renale, i medici spesso raccomandano la dialisi, trattamento che pulisce il sangue come farebbero i reni sani.
Dialisi, un cambiamento radicale dello stile di vita
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Si parla di insufficienza renale quando il tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), una misura della funzionalità renale, scende sotto 15. La dialisi ha effetti collaterali, come crampi e affaticamento, e in genere richiede una visita di tre/quattro ore in clinica tre volte a settimana. I pazienti possono assumere farmaci al suo posto per gestire i sintomi dell’insufficienza renale come ritenzione idrica, prurito e nausea. Spesso si presume che la dialisi sia la loro unica opzione, o che prolungherà significativamente la vita. In realtà, sostiene uno studio condotto dalla Stanford Medicine, si tratta di una terapia piuttosto intensa che comporta un cambiamento radicale dello stile di vita. «È davvero questo che un paziente di 75 o 80 anni vuole fare?», ha affermato Maria Montez Rath, autore principale dello studio sulla dialisi.
Durata della vita e tempo trascorso a casa
I pazienti che hanno iniziato la dialisi immediatamente hanno vissuto in media nove giorni in più rispetto a quelli che hanno aspettato. Ma ne hanno trascorsi 13 in più in una struttura di degenza.
L’età ha fatto la differenza: i pazienti dai 65 ai 79 anni che hanno iniziato la dialisi immediatamente hanno vissuto in media 17 giorni in meno. Ma ne hanno trascorsi 14 in più in una struttura di degenza. I pazienti di 80 anni e più che hanno iniziato la dialisi immediatamente hanno vissuto in media 60 giorni in più, ma ne hanno trascorsi 13 in più in una struttura di degenza.
I pazienti che non si sono mai sottoposti a dialisi sono morti in media 77 giorni prima di coloro che l’hanno iniziata immediatamente. Ma hanno trascorso 14 giorni in più a casa.
Gli svantaggi della dialisi non sono sempre chiari
«Lo studio- ha affermato Montez Rath – ci mostra che se si inizia subito la dialisi, si potrebbe sopravvivere più a lungo. Ma si passerà molto tempo in dialisi e sarà più probabile che si abbia bisogno di ricoveri ospedalieri».
I ricercatori hanno osservato che a volte i medici la raccomandano perché vogliono offrire speranza ai pazienti. O perché gli svantaggi del trattamento non sono sempre chiari. Ma lo studio indica che medici e pazienti potrebbero voler aspettare che l’eGFR scenda ulteriormente. E dovrebbero considerare i sintomi insieme alle preferenze personali prima di iniziarla.
Sarebbe utile, inoltre, se i medici la consigliassero agli anziani fragili come un trattamento palliativo, destinato principalmente ad alleviare i sintomi. Attualmente, la dialisi è spesso mostrata ai pazienti come una scelta tra la vita e la morte. Così si tende a sopravvalutare i benefici e il benessere che potrebbero sperimentare.
Fonte: Stanford University