Il diabete di tipo 1 è una condizione che impone un peso enorme sulle persone che ne sono affette, costringendole a monitorare e gestire continuamente i propri livelli di zucchero nel sangue. Attualmente, i pazienti devono somministrarsi insulina sintetica fino a dieci volte al giorno per sopravvivere. Tuttavia, anche con questo regime intensivo, le fluttuazioni glicemiche restano una sfida costante che può influire negativamente sia sulla salute fisica sia su quella mentale. Oggi, una nuova scoperta potrebbe rivoluzionare il trattamento di questa patologia. È in arrivo una “insulina intelligente” in grado di rispondere automaticamente ai cambiamenti dei livelli di zucchero nel sangue in tempo reale
Il diabete di tipo 1 e i trattamenti a base di insulina
Indice dei contenuti
Il diabete di tipo 1 è una malattia in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, un ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue. In sua assenza, il corpo non può utilizzare il glucosio come fonte di energia. Questo può portare a pericolosi livelli elevati di zucchero nel sangue (iperglicemia) o, al contrario, a livelli troppo bassi (ipoglicemia) in caso di somministrazione eccessiva.
La gestione di questa patologia richiede un monitoraggio costante dei livelli di glucosio e iniezioni frequenti di insulina. Tuttavia, anche le formulazioni più avanzate attualmente disponibili non riescono a imitare perfettamente la risposta naturale del corpo ai cambiamenti glicemici. Da qui, la necessità di trovare soluzioni alternative.
L’insulina intelligente e sensibile al glucosio
Gli scienziati di università, quali la Stanford University negli Stati Uniti, la Monash University in Australia e la Zhejiang University in Cina, hanno sviluppato una nuova tipologia di insulina.
Chiamata “insulina intelligente” o GRI (Glucose-Responsive Insulin), si attiva solo in presenza di alti livelli di zucchero nel sangue. Questa, rimane “dormiente” fino a quando il glucosio raggiunge una certa soglia, momento in cui entra in azione per abbassare i livelli di zucchero. Poi si disattiva automaticamente quando i livelli tornano alla normalità, prevenendo così l’ipoglicemia.
«Le insuline sensibili al glucosio, cosiddette intelligenti, rappresentano il Santo Graal del trattamento». Ad affermarlo, il dottor Tim Heise, vicepresidente del nuovo comitato consultivo scientifico sulle insuline per la Type 1 Diabetes Grand Challenge.
«Si avvicinano a una cura per il diabete di tipo 1 come qualsiasi terapia farmacologica potrebbe fare».
Vantaggi potenziali e implicazioni per i pazienti
Se queste insuline intelligenti saranno confermate sicure ed efficaci negli studi clinici, potrebbero ridurre drasticamente la necessità di iniezioni frequenti. Secondo gli esperti, infatti, in futuro potrebbe essere sufficiente una sola somministrazione a settimana.
«Anche con le moderne insuline attualmente disponibili, le persone che vivono con il diabete di tipo 1 devono impegnarsi molto per gestire il loro diabete ogni giorno».
«Questo nuovo tipo di insulina potrebbe semplificare enormemente il trattamento quotidiano. Riduce il rischio di complicazioni a lungo termine e migliorando sia la salute fisica che mentale dei pazienti».
Il supporto della ricerca e i progetti in corso
La ricerca sulle insuline intelligenti ha ricevuto un impulso significativo grazie a un finanziamento di cinquanta milioni di sterline da parte della Type 1 Diabetes Grand Challenge, una collaborazione tra Diabetes UK, JDRF e la Steve Morgan Foundation.
Cosa che ha permesso di avviare sei progetti di ricerca in diverse università, ognuno dei quali si concentra su aspetti specifici per ottimizzare le insuline intelligenti.
Uno di questi, mira a sviluppare un’insulina ultra-rapida e di breve durata che possa agire più velocemente e in modo più preciso.
Cosa che riduce il tempo necessario affinché l’insulina inizi a ridurre i livelli di glucosio nel sangue.
Un altro esplora una formulazione che combina insulina e glucagone, un ormone che stimola il rilascio di glucosio dal fegato quando i livelli nel sangue sono troppo bassi. Questa combinazione potrebbe mantenere stabili i livelli di glucosio prevenendo sia l’iperglicemia che l’ipoglicemia.
«La ricerca finanziata affronta le principali carenze nella terapia insulinica attuale», prosegue Heise. «Se questi progetti avranno successo, potrebbero annunciare una nuova era nella terapia del diabete».
Verso un futuro migliore per i pazienti con diabete di tipo 1
Rachel Connor, direttrice delle partnership di ricerca dell’JDRF UK, evidenzia l’importanza di queste innovazioni. «Sebbene l’insulina abbia salvato vite per oltre un secolo, la gestione dei livelli di glucosio con l’insulina attuale è ancora molto difficile. È tempo che la scienza trovi un modo per alleggerire questo onere».
A lei fa eco la dottoressa Elizabeth Robertson, direttrice della ricerca del Diabetes UK.
«Sostenendo questi progetti di ricerca innovativi, miriamo a sviluppare nuove insuline che imitano più da vicino le risposte naturali del corpo al cambiamento dei livelli di zucchero nel sangue.
Ciò potrebbe ridurre significativamente le sfide quotidiane della gestione del diabete di tipo 1 e migliorare sia la salute fisica che mentale di chi vive con questa condizione».