Recenti ricerche scientifiche stanno rivelando un potenziale “epicentro” nel cervello, che potrebbe rappresentare il punto di origine della schizofrenia. Attraverso scansioni celebrali standard ,come la risonanza magnetica, i medici potrebbero diagnosticare il disturbo con maggiore precisione e tempestività
La schizofrenia e il suo epicentro
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La schizofrenia è una condizione mentale grave che influisce sulla percezione della realtà, sul pensiero e sul comportamento. Colpisce circa 1 persona su 300 a livello globale e si manifesta con sintomi come allucinazioni, deliri e disfunzioni cognitive. Le cause della patologia sono multifattoriali e comprendono un’interazione complessa di fattori genetici, ambientali e neurobiologici.
Le evidenze scientifiche suggeriscono che esiste una forte componente ereditaria; infatti, le persone con un parente di primo grado affetto da schizofrenia hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Tuttavia, non è causata da un singolo gene, ma piuttosto da una combinazione di varianti genetiche che aumentano la predisposizione al disturbo.
A fianco dei fattori genetici, anche l’ambiente gioca un ruolo fondamentale. Variabili come l’esposizione a stress durante l’infanzia, traumi e infezioni virali prenatali sono state collegate a un aumento del rischio di schizofrenia. Alcuni studi hanno suggerito che le infezioni virali durante la gravidanza possano influenzare negativamente lo sviluppo cerebrale del feto, predisponendolo al rischio. In aggiunta, è associata a disfunzioni nei circuiti cerebrali e nei neurotrasmettitori, in particolare la dopamina, che sembrano alterare la regolazione delle emozioni e del pensiero.
Recenti ricerche hanno poi proposto teorie più inusuali riguardo alle cause della condizione. Per esempio, è stato ipotizzato un possibile legame tra il possesso di gatti e il rischio di schizofrenia, forse a causa di un parassita chiamato Toxoplasma gondii.
Terapie standard
Attualmente, i trattamenti si basano principalmente su farmaci antipsicotici e terapie psicologiche. I primi sono progettati per controllare i sintomi psicotici come le allucinazioni e i deliri, mentre le terapie psicologiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, aiutano a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita. Tuttavia, trovare il trattamento giusto può essere difficile, poiché le risposte ai farmaci possono variare ampiamente da una persona all’altra e i trattamenti possono avere effetti collaterali significativi. La variabilità dei sintomi e delle risposte terapeutiche può complicare ulteriormente la gestione della malattia, e la stigmizzazione e la mancanza di risorse adeguate rappresentano sfide aggiuntive.
La nuova frontiera: la mappatura dell’epicentro
Recentemente, un’innovativa tecnica chiamata “mappatura dell’epicentro” ha offerto nuove speranze per migliorare la diagnosi e il trattamento di questa complessa patologia. Questa tecnica avanzata è stata recentemente impiegata da un team internazionale di ricercatori per analizzare le scansioni cerebrali di 1.124 persone affette da schizofrenia e di 1.046 controlli sani, con l’obiettivo di identificare le somiglianze e le differenze nei cervelli dei soggetti.
La mappatura dell’epicentro si basa sull’analisi dettagliata delle immagini cerebrali per localizzare le anomalie e i cambiamenti strutturali specifici associati alla schizofrenia. Questo processo ha rivelato che il disturbo non ha una sola origine nel cervello, ma può emergere da diverse aree. Tuttavia, due strutture cerebrali sono emerse come particolarmente significative: l’area di Broca e la corteccia frontoinsulare.
Due strutture coinvolte
L’area di Broca, situata nella parte frontale del cervello, è nota per il suo ruolo fondamentale nel linguaggio e nella produzione del parlato. La corteccia frontoinsulare, d’altra parte, è implicata nella regolazione e nell’elaborazione delle emozioni. La scoperta che queste due aree sono significativamente coinvolte nella schizofrenia suggerisce che, nonostante la varietà dei sintomi e delle manifestazioni del disturbo, esiste un punto di partenza comune per la malattia all’interno di queste regioni cerebrali.
Come sottolinea la psichiatra Lena Palaniyappan della McGill University, «Questo ci dice che tutti coloro che soffrono di questa condizione hanno un punto di partenza unico che può spiegare le differenze nei sintomi. Ma c’è un processo comune che si traduce in cambiamenti più diffusi, anche se sottili, nella struttura del cervello».
Questa osservazione è importante perché indica che, nonostante le manifestazioni cliniche variabili della schizofrenia, vi è una base condivisa di alterazioni cerebrali che potrebbe essere identificata attraverso la mappatura dell’epicentro.
Importanza della mappatura dell’epicentro
Il team di ricerca, incluso l’informatico Jianfeng Feng dell’Università di Fudan in Cina, ha utilizzato la mappatura dell’epicentro per localizzare con precisione le anomalie cerebrali. Feng sottolinea che, «Utilizzando tecniche come la mappatura dell’epicentro, possiamo identificare quali parti del cervello sono più colpite, anche prima che compaiano sintomi evidenti. Queste informazioni possono quindi aiutarci a identificare i pazienti che probabilmente faranno meglio con trattamenti specifici».
Questa innovativa tecnica potrebbe rivoluzionare la diagnosi e il trattamento della schizofrenia. Se i medici possono ottenere informazioni dettagliate e precise dalle scansioni cerebrali, relativamente rapide ed economiche, sarà possibile personalizzare i trattamenti in modo più efficace. Palaniyappan osserva che «questa intuizione fornisce un indizio importante sulla secolare questione se la schizofrenia sia una malattia o molte malattie».
Fonte
Science Advances.