Le epatiti costituiscono un problema di grande impatto nel mondo e in Italia. Lo screening esteso a tutta la popolazione adulta italiana potrebbe portare in 10 anni ad una riduzione significativa di scompensi epatici, epatocarcinomi, decessi.
Le infezioni croniche da virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV) coinvolgono rispettivamente 254 e 50 milioni di persone nel mondo. Causano 1,3 milioni di morti ogni anno.
Le infezioni da virus dell’epatite A (HAV) ed E (HEV) sono più diffuse nei paesi con bassi standard igienico-sanitari. Ma si verificano anche nei paesi europei, Italia inclusa, sia con casi sporadici che con focolai epidemici.
Nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato una nuova strategia. All’obiettivo di eliminazione delle epatiti virali ha affiancato l’eliminazione di altre infezioni ad ampia diffusione. Tra queste l’AIDS e le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST).
Epatiti, le attività dell’ISS per la prevenzione
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L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con il Ministero della Salute, è impegnato a prevenire e a controllare le epatiti. Per questo motivo, ha messo in campo azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi posti dall’OMS.
L’ISS è coadiuvata dal suo Laboratorio Nazionale di Riferimento e dalla rete di monitoraggio PITER (Piattaforma Italiana per lo Studio delle terapie delle epatiti ViRali). Vista la possibile trasmissione per via sessuale, la segnalazione di positività ai virus epatitici B e C è stata inserita nell’ambito della Sorveglianza Sentinella delle IST.
La patologia è di grande impatto sulla vita delle persone
«Le epatiti virali continuano a rappresentare un problema importante per la salute, con un grande impatto sulla vita delle persone, oltre a quello sociale ed economico». Lo afferma Anna Teresa Palamara, che dirige il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. «Le epatiti virali, in particolare la B e la C, ma anche la A, condividono alcune delle modalità di trasmissione con HIV e con le IST. È utile – aggiunge Palamara – che anche alcune delle strategie da mettere in atto per controllare la loro diffusione siano condivise».
È fondamentale, dunque, lo screening per l’epatite C che può individuare le infezioni asintomatiche. Queste possono essere curate precocemente, riducendo la trasmissione del virus e la progressione della malattia.
In Italia un fondo dedicato allo screening
Nel nostro paese si stimano circa 280 mila persone infette da HCV, asintomatiche e pertanto non diagnosticate.
L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che ha stanziato un fondo dedicato per lo screening dell’infezione da HCV per la popolazione generale. Il fondo è destinato allo screening gratuito sulle “popolazioni chiave” (persone che vengono seguite dai servizi delle dipendenze e i detenuti). E anche sulla popolazione generale nata tra il 1969 e il 1989. Grazie a questi programmi, dal 2020 sono state testate oltre 1.700.000 persone, rilevando più di 13000 infezioni attive da epatite C.
Un recente studio ha stimato che lo screening allargato alla popolazione generale adulta porterebbe a una riduzione a 10 anni di circa 5.600 decessi.