C’è una nuova cura per i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) che consiste in una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua. Non c’è bisogno di acqua e non si devono compiere sforzi muscolari da parte del paziente. È il nuovo trattamento della multinazionale farmaceutica Zambon in grado di assicurare l’assunzione della dose precisa del principio attivo.
Ricordiamo che quasi 8 persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) su 10 hanno difficoltà ad alimentarsi a causa della disfagia. Questa è una condizione che incide sulla capacità di deglutire cibi solidi e liquidi. In quasi 7 casi su 10, compromette l’aderenza terapeutica, limitando anche l’autonomia personale.
Per rispondere ai bisogni dei pazienti, è oggi rimborsata anche in Italia la prima formulazione orodispersibile di riluzolo. È l’unica terapia approvata finora nel nostro Paese per rallentare la progressione della malattia.
Frantumare le compresse per poterle inghiottire
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Attualmente, oltre 1 paziente con disfagia su 2 frantuma le proprie compresse per poterle inghiottire. È una pratica che può portare ad assumere fino al 42% di principio attivo in meno, compromettendo pesantemente l’efficacia del trattamento.
«La disfagia condiziona la vita delle persone con la SLA», dichiara Adriano Chiò, direttore S.C. Neurologia 1, AOU Torino. «Alle ripercussioni psicologiche e sociali del non poter più mangiare come un tempo, si aggiungono anche quelle sull’aderenza al trattamento».
Evitare il rischio di una perdita di principio attivo
Chiò rivela i dati di un’indagine condotta sui pazienti europei, inclusi alcuni italiani. Si apprende che in circa 7 casi su 10 la difficoltà di deglutire ha portato a rinunciare o a ritardare l’assunzione della terapia quotidiana.
«È quindi chiara la portata della formulazione orodispersibile di riluzolo. Potrà favorire – continua Chiò – l’assunzione della terapia evitando di dover frantumare le compresse. Si eviterà anche il rischio di una perdita di principio attivo, con effetti positivi sia sull’aderenza al trattamento, sia sull’autonomia dei pazienti».
SLA, una malattia neurodegenerativa rara e progressiva
La SLA è una malattia neurodegenerativa rara e progressiva. Nel nostro Paese, colpisce più di 6mila persone e e si stima che ogni anno si registrino circa 2mila nuovi casi.
«La SLA colpisce i motoneuroni», spiega Vincenzo Silani, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano a Milano. «I motoneuroni sono le cellule nervose della corteccia motoria e del midollo spinale responsabili dei movimenti della muscolatura scheletrica volontaria, portando ad una progressiva paralisi. Ciò influisce fortemente sull’autonomia dei pazienti che devono fare progressivamente affidamento sui propri caregiver anche per quanto riguarda l’assunzione della terapia. La disponibilità di una formulazione orodispersibile di riluzolo – prosegue Silani – ha un significato molto importante nella gestione della SLA. Consente, infatti, alla persona, soprattutto dalle prime fasi della malattia, di avere una maggiore autonomia nell’assunzione dell’unico farmaco ad oggi approvato dalle autorità per la terapia».
La SLA influisce anche sull’indipendenza individuale
La SLA è una una malattia con un forte impatto sia per il paziente, sia per tutti coloro che lo circondano. I malati sono costretti ad affrontare un pesante carico emotivo e sociale.
«Coerentemente con la nostra vision ‘Innovating cure & care to make patients’ lives better’ supportiamo le persone nella loro esperienza di malattia. E facciamo leva sui progressi scientifici». Così Rossella Balsamo, Medical Director Zambon Italia e Svizzera. «La Sclerosi Laterale Amiotrofica ha un impatto a 360 gradi sulla vita dei pazienti, influendo fortemente anche sull’indipendenza individuale. Siamo dunque particolarmente orgogliosi di poter mettere a disposizione anche della comunità SLA italiana una nuova formulazione terapeutica. La persona – conclude Balsamo – può assumerla più facilmente e ciò comporta effetti positivi sia sull’aderenza terapeutica, sia sulla qualità di vita».