Secondo uno studio condotto dai neuroscienziati del Georgetown University Medical Center di Washington, nei bambini affetti da disturbi del linguaggio, il neostriato, una parte del cervello precedentemente associata al movimento, si rivela essere anormalmente sviluppata
Il neostriato: sede dei disturbi del linguaggio
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Negli ultimi decenni, la ricerca sulla neurobiologia dei disturbi del linguaggio ha fornito un quadro sempre più dettagliato delle complesse interazioni tra struttura cerebrale e funzione linguistica.
Ebbene, un team di ricercatori del Georgetown University Medical Center ha compiuto un significativo passo avanti nella comprensione del fenomeno che, statisticamente, nei bambini sarebbe molto più diffuso di quanto si pensi.
Gli scienziati hanno raccolto e analizzato dati provenienti da ventidue articoli che avevano esaminato le strutture cerebrali di individui affetti da tali disturbi. Obiettivo? Identificare modelli comuni di anomalie cerebrali.
L’approccio computazionale ha permesso loro di individuare una caratteristica particolarmente rilevante. Il neostriato anteriore, una regione tradizionalmente associata al movimento, emerge come sede di anomalie ricorrenti.
Ma cos’è esattamente il “neostriato”?
L’importanza del corpo striato
Il corpo striato, o neostriato, è una formazione di sostanza grigia situata alla base di ciascuno dei due emisferi cerebrali, lateralmente al talamo. Fa parte del sistema extrapiramidale. Parliamo di un insieme di vie e di centri nervosi che agiscono direttamente o indirettamente sulla corretta azione motoria e che regola le reazioni istintive, orientandole e adattandole al movimento volontario coordinato dal sistema piramidale. Questi due sistemi lavorano sinergicamente per garantire una funzione motoria fluida e coordinata.
Cosa succede quando si verificano delle anomalie nel corpo striato?
Quando il corpo striato non funziona correttamente, possono verificarsi una serie di disturbi motori.
I principali sono: tremori, rigidità muscolare, difficoltà nel coordinamento dei movimenti e movimenti involontari. Questi sintomi sono tipici di disturbi come la malattia di Parkinson ma anche della corea di Huntington.
Quest’ultima è una malattia neurodegenerativa ereditaria che colpisce il cervello, caratterizzata da movimenti involontari, chiamati appunto “corea”,”da greco “χορεία” che significa “danza”, oltre a problemi cognitivi e psichiatrici.
Inoltre, il corpo striato svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi e linguistici. Le connessioni tra il corpo striato e le regioni del cervello coinvolte nel linguaggio possono essere compromesse in disturbi del linguaggio quali :
- La disartria, cioè un disturbo che colpisce la capacità di una persona di controllare i muscoli utilizzati per parlare;
- L’afasia, che si verifica quando una persona ha difficoltà a comprendere, parlare, leggere o scrivere a causa di danni o lesioni al cervello.
Entrambi possono manifestarsi insieme ai sintomi motori quando il corpo striato è colpito da patologie neurodegenerative o traumatiche. Pertanto, una sua alterazione può influenzare negativamente la capacità di coordinare il linguaggio e di comunicare in modo efficace.
Ma torniamo alla ricerca.
Una soluzione al problema
I risultati dello studio evidenziano il potenziale utilizzo di farmaci noti per migliorare le menomazioni del movimento associati alla disfunzione dei gangli basali (coinvolti nella regolazione del movimento e della comunicazione linguistica), come quelli che agiscono sui recettori della dopamina.
A sostenerlo, Michael T. Ullman, professore di neuroscienze e direttore del Brain and Language Laboratory del Georgetown University Medical Center.
I farmaci che agiscono sui recettori della dopamina a livello dei gangli basali possono influenzare la trasmissione del segnale nervoso nella via dopaminergica coinvolta nel controllo del movimento volontario e nella regolazione delle funzioni cognitive.
Effetto dei farmaci
Questi farmaci possono avere diversi effetti a seconda del loro meccanismo d’azione:
1. Agonisti della dopamina: stimolano direttamente i recettori della dopamina, aumentando l’attività dopaminergica nei gangli basali. Ciò può portare a un miglioramento della comunicazione neuronale e della regolazione del movimento;
2. Inibitori della ricaptazione della dopamina: impediscono alla dopamina di essere riassorbita nei neuroni dopo essere stata rilasciata, aumentando così la concentrazione di dopamina nello spazio sinaptico. Questo può migliorare la trasmissione del segnale dopaminergico e potenzialmente alleviare i sintomi associati a disfunzioni dei gangli basali.
In entrambi i casi, l’obiettivo dei farmaci che agiscono sui recettori della dopamina è quello di modulare l’attività dei circuiti neuronali nei gangli basali per ripristinare o ottimizzare la funzione motoria e cognitiva.
Prevenire i disturbi è meglio che curare
Ullman suggerisce che interventi che favoriscono la compensazione da parte di strutture cerebrali intatte, potrebbero essere altrettanto efficaci nel migliorare le abilità linguistiche compromesse. Questo approccio alla terapia potrebbe consentire ai bambini di sviluppare strategie alternative di comunicazione e di compensare le difficoltà linguistiche attraverso altre vie cognitive.
Ma le implicazioni dei risultati non si limitano solo all’ambito terapeutico. Le anomalie dei gangli basali individuate potrebbero servire come biomarcatori precoci dei problemi linguistici dello sviluppo, in grado di offrire la possibilità di una diagnosi precoce e di interventi tempestivi. I segnali di allarme potrebbero infatti guidare ulteriori procedure diagnostiche e consentire l’avvio di terapie preventive, così da ridurre potenzialmente l’impatto dei disturbi del linguaggio sullo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini.
La ricerca continua
«Speriamo che identificando le basi neurali delle difficoltà linguistiche dello sviluppo possiamo contribuire ad aumentare la consapevolezza di un disturbo importante, ma anche piuttosto misconosciuto».
Questo il commento dell’autore principale dello studio . «Avvertiamo, tuttavia, che sono necessarie ulteriori ricerche per capire esattamente come il neostriato anteriore potrebbe portare alle difficoltà linguistiche».
In conclusione, Ullman sottolinea l’importanza dei continui sforzi di ricerca per comprendere la neurobiologia dei disturbi del linguaggio dello sviluppo, in particolare il ruolo dei gangli basali.
Fonti
La neuroanatomia del disturbo del linguaggio dello sviluppo: una revisione sistematica e una meta-analisi,Nature Human Behaviour (2024).