Il dolore alla mano di un individuo può essere il preludio di un’esperienza debilitante: l’artrite reumatoide. Tuttavia, nuove speranze arrivano grazie a un farmaco già conosciuto per lenire i sintomi dolorosi di questa patologia. Ciò che emerge ora è la sua promettente capacità di prevenire lo sviluppo dell’artrite reumatoide fin dalle prime fasi. Tale scoperta potrebbe significare una svolta per milioni di persone a rischio
Artrite reumatoide: potenzialità dell’Abatacept
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L’artrite reumatoide, una malattia autoimmune debilitante, colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando dolore, infiammazione e rigidità articolare.
Colpisce prevalentemente le articolazioni delle mani, dei polsi e dei piedi, ma può interessare anche altre parti del corpo, incluso il sistema immunitario.
Si stima che circa l’1% della popolazione mondiale sia affetta da questa malattia, con una maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini. Attualmente, le terapie disponibili per gestire l’artrite reumatoide comprendono farmaci antinfiammatori, steroidi, farmaci modulatori della risposta immunitaria e terapie fisiche.
Questa condizione, spesso misconosciuta, può influenzare drasticamente la qualità della vita di coloro che ne sono affetti. Tuttavia, recenti sviluppi nell’ambito della ricerca farmaceutica hanno portato alla luce una promettente novità.
L’abatacept, un farmaco già noto per alleviare i sintomi dolorosi dell’artrite reumatoide, potrebbe offrire un nuovo approccio nella lotta contro questa malattia.
La sua capacità di modulare la risposta immunitaria potrebbe rappresentare infatti un’opzione terapeutica efficace per coloro che sono a rischio di sviluppare questa malattia.
Focus sullo studio
Lo studio clinico di fase 2b, condotto su 213 pazienti ad alto rischio di sviluppare artrite reumatoide in base ai primi sintomi come il dolore articolare, ha fornito risultati promettenti nel campo della prevenzione e del trattamento precoce di questa condizione debilitante.
Nel corso della ricerca, 110 partecipanti sono stati selezionati casualmente per ricevere abatacept, mentre altri 103 hanno ricevuto un placebo per un anno. I progressi dei volontari sono stati quindi monitorati attentamente per altri dodici mesi.
I risultati hanno dimostrato una netta differenza tra i due gruppi.
Dopo il primo anno, solo il 6% dei partecipanti trattati con abatacept ha sviluppato artrite reumatoide, rispetto al 29% del gruppo placebo. Questi dati indicano chiaramente l’efficacia del farmaco nel ridurre significativamente il rischio di sviluppare la malattia.
Anche dopo il secondo anno di follow-up, l’efficacia dell’abatacept nel prevenire l’artrite reumatoide è rimasta evidente. Mentre nel gruppo placebo la percentuale di sviluppo della malattia è salita al 37%, nel gruppo trattato con abatacept è rimasta più bassa, fermandosi al 25%.
«Questo è il più grande studio sulla prevenzione dell’artrite reumatoide fino ad oggi e il primo a dimostrare che una terapia autorizzata per l’uso nel trattamento dell’artrite reumatoide conclamata è efficace anche nel prevenire l’insorgenza della malattia nelle persone a rischio».
Ad affermarlo, Andrew Cope, un reumatologo del King’s University College of London nel Regno Unito che ha condotto lo studio.
Benefici del farmaco sull’artrite reumatoide
«L’artrite reumatoide è una malattia cronica che può essere estremamente dolorosa per coloro che ne soffrono – e anche se siamo ancora alle fasi iniziali in termini di ricerca, la speranza è che abatacept e farmaci simili possano eventualmente prevenire ulteriori sofferenze». Questo il commento dei ricercatori, i quali avvertono tuttavia che il farmaco può presentare lievi effetti collaterali, tra cui nausea e diarrea.
«I risultati iniziali potrebbero essere una buona notizia per le persone a rischio di artrite poiché dimostriamo che il farmaco non solo previene l’insorgenza della malattia durante la fase di trattamento, ma può anche alleviare sintomi come dolore e affaticamento».
Necessita di studi più approfonditi
L’artrite reumatoide è causata dal sistema immunitario che attacca i propri tessuti. Il farmaco agisce attenuando la risposta delle cellule T, che svolgono un ruolo chiave nel sistema immunitario.
Sebbene i risultati siano promettenti e mostrino alcune prove di un effetto duraturo, saranno necessari ulteriori studi. Lo studio è durato solo due anni, quindi è possibile che abatacept ritardi solo l’artrite anziché prevenirla.
«I dati indicano che il trattamento con abatacept oltre i 12 mesi potrebbe essere necessario per mantenere l’efficacia nel tempo», scrivono i ricercatori. «Resta da valutare la somministrazione intermittente ad intervalli».
«Al momento non sono disponibili farmaci in grado di prevenire questa malattia potenzialmente invalidante», conclude Cope.
«I nostri prossimi passi sono quelli di comprendere le persone a rischio in modo più dettagliato in modo da poter essere assolutamente sicuri che coloro che sono a più alto rischio di sviluppare l’artrite reumatoide ricevano il farmaco».
La ricerca è stata pubblicata su The Lancet.