L’economia circolare è un modello economico vòlto a ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali ed a ridurre al minimo gli sprechi. Tale modello si basa sul concetto di “ciclo di vita” dei prodotti; una volta concluso un ciclo di vita, può iniziarne un altro sotto forma di riciclo o riuso per funzionalità diverse rispetto a quelle originarie.
Obiettivi dell’economia circolare sono ridurre al minimo il consumo di risorse, l’inquinamento e la produzione di rifiuti. Materiali, componenti e prodotti all’interno dell’economia sono reintrodotti in circolo ogni volta che sia possibile. Si tratta di un tipo di economia che punta tutto sulla sostenibilità.
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e l’Osservatorio Vittime del Dovere (OVD) sostengono che un approccio economico rispettoso della natura e degli ecosistemi giovi anche alla salute, in quanto i due fattori – ambiente e salute – sono strettamente collegati. Dimostrazione di questo è la questione amianto: dove ci sono siti contaminati, c’è anche malattia e morte. Tutte le vittime di amianto hanno precisi diritti, così come i loro familiari. Anche tutte le vittime di sostanze inquinanti e cancerogene. Per una consulenza gratuita con l’ONA chiama il numero verde 800.034.294.
Economia circolare: no agli sprechi e meno emissioni
Indice dei contenuti
Tra gli obiettivi principali dell’economia circolare c’è la riduzione degli sprechi ed, ovviamente, la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera attraverso la razionalizzazione delle risorse che si usano per la produzione di beni.
Ridurre al minimo gli sprechi, significa razionalizzare tutta la filiera dal processo di produzione all’utilizzo per arrivare allo smaltimento dei prodotti. L’economia circolare mira a massimizzare il riutilizzo dei materiali e dei prodotti esistenti e a promuovere il riciclo dei materiali per ridurre la necessità di utilizzarne di nuove. Invece che esaurire le risorse, l’economia circolare cerca di rigenerare e mantenere il valore dei materiali, dei prodotti e delle risorse all’interno del sistema economico il più a lungo possibile.
La storia della circular economy: le tappe principali
Oggi l’economia circolare è diventata un tema importante nell’agenda politica e aziendale. Per arrivare a questo, però, ha seguito diverse tappe attraversando modelli economici del tutto diversi. Adottare un modello di economia circolare significa infatti cambiare radicalmente i modelli di produzione e di consumo.
L’idea di un’economia circolare ha radici che affondano soprattutto negli anni ’70 e ’80 del Novecento, anche se la sua reale origine concettuale può essere fatta risalire addirittura all’antichità. I popoli antichi infatti praticavano comunemente forme di riutilizzo e riciclo dei materiali. Tuttavia, l’idea moderna di economia circolare ha iniziato a svilupparsi maggiormente nel corso del XX secolo.
Come si diceva, infatti, durante gli anni ’70 e ’80 le preoccupazioni ambientali hanno iniziato ad emergere come una delle principali questioni globali. Eventi come il rapporto “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma nel 1972 e l’aumento dell’inquinamento hanno portato a una maggiore consapevolezza sull’esaurimento delle risorse e sull’importanza di una gestione sostenibile delle stesse. In quel periodo, gli economisti Kenneth Boulding e Herman Daly hanno iniziato a sviluppare teorie economiche che mettevano in discussione il modello economico dominante, orientato alla crescita illimitata in un mondo di risorse limitate introducendo i concetti di sviluppo sostenibile e di economia ecologica.
Durante gli anni ’80, sempre di più si è cominciato a promuovere il riciclo e il riutilizzo dei materiali come risposta alla crescente crisi ambientale. Sono apparse in questo periodo, sempre più spesso, campagne di sensibilizzazione e la politica pubblica ha iniziato ad incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti e il riciclo di carta, vetro, plastica e altri materiali. L’economia circolare nel corso dei decenni successivi ha preso sempre più piede
Economia circolare: uno sguardo all’Europa
Ogni anno nell’Unione europea si producono oltre 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti. Pertanto l’’UE sta aggiornando la propria legislazione in tema di gestione dei rifiuti al fine di promuovere la transizione sempre più verso un’economia circolare alternativa al modello economico lineare attualmente in vigore.
Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare è stato votato nel febbraio 2021 dal Parlamento europeo. Chieste misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, dunque più sostenibile dal punto di vista ambientale; libera dalle sostanze tossiche e circolare al cento per cento entro l’anno 2050. Varate anche norme più severe sul riciclo, nonché obiettivi vincolanti per il 2030.
L’economia circolare come nuova opportunità di business
L’economia circolare rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma rispetto al modello consumistico, ossia quel modello lineare di “prendi, produci, consuma, smaltisci” che fino a pochi anni fa è stato il modello prevalente. Oggi l’economia circolare è sempre più diffusa e sta contribuendo a trasformare i sistemi economici e industriali in sistemi più sostenibili e responsabili.
Il modello di economia circolare ha anche un altro aspetto positivo: contribuisce infatti alla creazione di nuove opportunità economiche. Lo fa soprattutto attraverso la creazione di nuovi mercati per i materiali riciclati, la riparazione e la rigenerazione dei prodotti, nonché con l’innovazione nel settore della sostenibilità. L’economia circolare può dunque aprire nuovi mercati per i materiali riciclati e rigenerati, così come per i servizi di riparazione e manutenzione. Le aziende possono capitalizzare su queste opportunità, creando valore da ciò che in passato era considerato un rifiuto. Le aziende che adottano questo approccio possono infatti ottenere vantaggi economici grazie per esempio ad incentivi; ma anche rafforzare la propria reputazione perché contribuiscono a un futuro di maggiore sostenibilità per tutti.
L’economia circolare offre dunque l’opportunità di cogliere nuovi modelli di business tangibili. Altri esempi sono la vendita di prodotti basati sui servizi, come il leasing, il noleggio o il pay-per-use.
Consulenza gratuita con Osservatorio Nazionale Amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Osservatorio Vittime del Dovere si occupano di diritto alla salute e di assistere e tutelare tutte le vittime di inquinamento ambientale e ingiustizie legate al mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Non esiste tutela della salute senza tutela dell’ambiente. Molte malattie, in particolare le patologie asbesto correlate, sono connesse all’inquinamento (in quel caso a causa della presenza di amianto).
L’ONA e l’OVD promuovono e favoriscono la salvaguardia ambientale, nonché la transizione ecologica, oltre alla bonifica dei siti contaminati ed alla prevenzione primaria da tutti i patogeni. Per consulenza e informazioni dettagliate, contatta il numero verde gratuito 800.034.294 oppure compila il formulario di seguito con tutti i tuoi dati per essere ricontattato.