I piercing, all’apparenza, degli innocenti fori che aggiungono stile e grinta al nostro look, possono scatenare una “festa” di microrganismi sulla pelle. E se questo è un dato di fatto, piò meno conosciuto, ci sono altri fattori su cui dovremmo riflettere prima di decidere di farci “traforare”. A sostenerlo uno studio canadese. Non bastavano le nonne e le mamme a farci la ramanzina…
Piercing: cosa succede quando ci foriamo?
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E’ abbastanza noto che i piercing possono trasmettere virus di epatite B e C e, anche se in misura minore, il virus dell’HIV. E’ noto altresì che possono provocare reazioni allergiche. Ma…esattamente, cosa succede quando ci infiliamo un bel piercing all’orecchio o altrove? Ebbene, il tranquillo microbioma cutaneo inizia a cambiare e a riorganizzarsi, divenendo terreno fertile per la proliferazione di trilioni di batteri. A rivelarlo, un’interessante ricerca condotta da un team di scienziati dalla McGill University in Canada.
Prima, durante e dopo
Gli studiosi hanno reclutato dei coraggiosi volontari in procinto di farsi bucare le orecchie e, come veri detective del microbioma, hanno raccolto campioni di pelle prima, durante e dopo il piercing.
E cosa hanno scoperto? Che cosa è successo a quel microcosmo nascosto di microrganismi? Immaginate una sorta di “Game of Thrones” per i microbi, solo che il drago è un ago e la battaglia si combatte sulla superficie della pelle. Una scena fantascientifica!
Piercing: un set spaziale per i batteri
Ebbene, mentre i volontari si sottoponevano alla foratura, i batteri, nel tentativo di sopravvivere, si adattavano all’improvviso cataclisma cutaneo.
«Sappiamo dall’antropologia e dalla sociologia che i piercing sono simboli di espressione, connessione e identità unicamente umani», sottolinea uno degli autori della ricerca, il biologo Charles Xu. «Con questo studio, abbiamo dimostrato che i piercing sulla pelle rappresentano anche un atto involontario di autoingegneria dell’ecosistema del paesaggio ecologico che è la pelle umana ».
Messa così, verrebbe da pensare effettivamente che il piercing sia come un set spaziale per i batteri, in cui, dopo l’intervento, la pelle si trasforma in un vero “parco a tema” per i microscopici abitanti.
La sterilizzazione iniziale è come la ripulitura di un terreno che prepara il terreno per un nuovo gruppo di ospiti. E questi nuovi arrivati non sono timidi: portano con sé una maggiore diversità e complessità. È come se trasformassero la nostra pelle in una giungla urbana rispetto a una zona suburbana. Risultato?
Una strana convivenza
Ovviamente, è emerso che attorno ai piercing si è potuto assistere alla proliferazione di tantissimi batteri, alcuni dei quali potenzialmente pericolosi per la salute. Ma la vera novità di cui parla lo studio è che i batteri sembrano mantenere un equilibrio, come un’amichevole comunità di vicini di casa.
Ora, questo non vuol dire che dovremmo smettere di decorare il nostro corpo. Piuttosto, potrebbe insegnarci qualcosa su come mantenere un microbioma equilibrato e sano. Del resto questa pratica millenaria è diventata una moda irrinunciabile per le nuove generazioni.
La ricerca è stata pubblicata in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences