I trattamenti sanitari forzati in carcere sono una misura corretta oppure violano i diritti dei detenuti? In tutto il mondo si discute sul diritto alla salute tra le mura dei penitenziari e sui limiti di determinati trattamenti medici o chirurgici che possono essere somministrati contro la volontà del soggetto.
Una specifica misura per prevenire i suicidi
Indice dei contenuti
I trattamenti sanitari forzati possono essere utilizzati per una varietà di motivi. Tra questi ci sono: trattare una malattia o un disturbo che rappresenta un pericolo per la salute o la sicurezza del detenuto o di altri. Per esempio, un detenuto con una malattia infettiva contagiosa potrebbe essere sottoposto a trattamento sanitario forzato per prevenire la diffusione dell’infezione nel carcere.
Questi trattamenti possono essere somministrati anche per prevenire un suicidio o un atto di autolesionismo. Ad esempio, un detenuto che ha minacciato di suicidarsi o che ha tentato il suicidio può essere sottoposto a trattamento forzato per prevenire un altro tentativo. Altri motivi sono: rendere un detenuto più gestibile o meno pericoloso. Per esempio, un detenuto con un disturbo mentale può essere sottoposto a trattamento forzato per ridurre il suo comportamento violento.
Trattamenti sanitari forzati: una questione controversa
L’uso dei trattamenti sanitari forzati in carcere è una questione controversa. Da un lato c’è chi sostiene che sono necessari per proteggere la salute e la sicurezza dei detenuti e del personale carcerario. Ma c’è anche chi sostiene che questi trattamenti violano i diritti umani dei detenuti. Il rischio è che vengano utilizzati per controllarli e sminuirli.
Che cosa ne pensano coloro che ne sono a favore
Queste misure possono essere necessarie per proteggere la salute e la sicurezza dei detenuti. Per esempio, un detenuto con una malattia infettiva contagiosa può rappresentare un pericolo per gli altri detenuti o per il personale carcerario. Un detenuto che ha minacciato di suicidarsi o che ha tentato il suicidio può rappresentare un pericolo per se stesso.
Un detenuto con un disturbo mentale può rappresentare un pericolo per altri detenuti o per il personale carcerario. Talvolta, i trattamenti sanitari forzati sono l’unico modo per fornire cure mediche necessarie ai detenuti, che magari le rifiutano. Per esempio, un detenuto con un disturbo mentale può rifiutarsi di assumere farmaci o di sottoporsi a terapie. In questi casi, il trattamento sanitario forzato potrebbe rendersi necessario per garantire la salute del detenuto.
È una violazione dei diritti umani?
C’è, però, chi sostiene che questi trattamenti violino i diritti umani dei detenuti. Il diritto alla salute è un diritto fondamentale riconosciuto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e da altre norme internazionali.
Chi critica queste misure sostiene che i trattamenti sanitari forzati siano una violazione di questo diritto, in quanto vengono somministrati contro la volontà del detenuto. Inoltre, potrebbero essere utilizzati per controllare e sminuire i detenuti. Ad esempio, un detenuto può essere sottoposto a trattamento sanitario forzato per ridurre il suo comportamento problematico. In questi casi, il trattamento sanitario forzato può essere utilizzato come strumento di repressione.
Trattamenti sanitari forzati: il dibattito in Italia
In Italia, i trattamenti sanitari forzati in carcere sono regolati dal codice penale e dal codice di procedura penale. Il codice penale prevede che un detenuto possa essere sottoposto a trattamento sanitario forzato solo se tale trattamento è necessario per proteggere la sua salute o la sicurezza di altri e se non è possibile ottenere il suo consenso. Il codice di procedura penale prevede che il trattamento sanitario forzato possa essere disposto solo su ordine del giudice, su richiesta del direttore dell’istituto penitenziario o del medico curante.
L’allarme lanciato dal Garante dei detenuti
Il dibattito è molto acceso nel nostro Paese. Nel 2023 il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha pubblicato un rapporto in cui ha espresso preoccupazione per l’uso eccessivo di questi trattamenti. Il Garante ha rilevato che i trattamenti sanitari forzati sono spesso utilizzati per motivi di controllo e di sicurezza, piuttosto che per motivi di salute.
È importante che questi trattamenti siano utilizzati solo quando strettamente necessari e che siano conformi ai diritti umani dei detenuti. Per garantire questo, sarebbe necessario adottare misure come: una definizione chiara di quali trattamenti sanitari possono essere considerati forzati, una procedura rigorosa per l’autorizzazione dei trattamenti sanitari forzati, un sistema di monitoraggio e di controllo dell’uso dei trattamenti sanitari forzati. Tutte misure necessarie per garantire che i detenuti siano protetti da abusi e violazioni dei loro diritti.