Risale ai giorni scorsi la rimozione dell’amianto presente in alcuni fabbricati ubicati nel rione Piano Torre, a Paola, nel cosentino. Dopo le operazioni condotte dalla Polizia Municipale, l’amministrazione comunale ha dato il via ad ulteriori controlli per monitorare tutte le zone della città di Paola. Un intervento politico e fattivo che non sfugge all’occhio attento dell’Osservatorio Nazionale Amianto che da anni combatte per la tutela di tutti coloro che continuano a respirare l’asbesto disseminato tra i numerosi siti calabresi. E continuano ingiustamente a morire.
Bonifica amianto, l’intervento dell’amministrazione comunale
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Sui lavori in corso interviene l’amministrazione comunale della città di Paola, guidata dal sindaco Giovanni Politano, che esorta i cittadini di Paola a segnalare i siti contaminati dall’asbesto, meglio conosciuto come amianto.
“La bonifica dell’amianto e delle lastre di eternit, e materiali nocivi dal Rione Piano Torre, fatta e voluta dalla maggioranza Politano, era da tempo al centro della nostra agenda amministrativa e rientra nelle politiche ambientali che stiamo portando avanti dal giorno dell’insediamento – scrive l’amministrazione comunale della città di Paola . La lotta agli scarichi abusivi, il decoro urbano, la tutela del mare sono punti cardini del nostro programma di governo che impongono serietà, impegno e considerazione degli iter burocratici. I buoni propositi altrui hanno trovato riscontro nella nostra azione concreta.
Non serve mistificare la realtà dei fatti perché i Paolani sono consapevoli di come stanno le cose”.
Rione Piano Torre, dalle bicocche inghirlandate alle discariche
Punto di riferimento della costa tirrenica cosentina, con le sue caratteristiche bicocche inghirlandate di fiori, Rione Piano Torre ha visto un celere declino con l’arrivo di una società che, subentrata alle Ferrovie dello Stato, ne ha acquistato gran parte dei terreni.
Un cambio di gestione che il trascorrere del tempo ha portato a un crescendo di incuria, e con essa una cospicua presenza di lastre e manufatti di amianto lasciati a marcire distruggendo i floridi giardini.
Un’emergenza che investe non solo il paesaggio ma anche e soprattutto la salute dei residenti esposti a tutti i pericoli legati alla presenza dell’amianto le cui fibre posso causare malattie molto gravi : tra queste il mesotelioma.
Emergenza amianto nel calabrese, le battaglie dell’ONA
La notizia sulle operazioni di bonifica nella città di Paola, rappresenta un piccolo ma significativo passo per l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – che da anni si batte per tutto il territorio calabrese colpito dalla presenza di amianto presente in un numero crescente di siti.
Recente l’attacco da parte del comitato cosentino dell’Osservatorio nazionale sull’amianto che, attraverso la voce dal presidente Giuseppe Infusini, lo scorso aprile ha chiesto un incontro con il governatore della Regione Calabria: perchè accusata di aver “disatteso tutte le norme di legge previste per l’eliminazione del rischio amianto”.
L’intervento del presidente dell’Ona Cosenza Giuseppe Infusini
“L’indifferenza verso questo problema – dichiara Giuseppe Infusini – offende le intelligenze dei calabresi e pesa come un macigno sui morti e sulle malattie da amianto che continuano ad emergere in Calabria. Non riesco a capacitarmi come sia possibile che un governatore che ha prestato attenzione alla sanità regionale sia completamente sordo ai nostri appelli sul rischio amianto che oggi si riscontra anche in Calabria per via della diffusa presenza di materiali in stato di degrado.
A tutt’oggi, nonostante le nostre reiterate richieste e quelle del presidente nazionale Ezio Bonanni, non mi è stata data l’opportunità di incontrare il governatore Occhiuto al quale voglio esporre la gravità del problema. Sono diversi i casi di morti per mesoteliomi di origine professionale che stiamo registrando in Calabria ai quali si aggiungono quelli di origine ambientale. Prova ne è la recente sentenza n. 1996/2022 del Tribunale di Cosenza di condanna delle Ferrovie della Calabria al risarcimento del danno a favore dei familiari di un lavoratore deceduto per mesotelioma pleurico”.
L’intervento del presidente Ona nazionale Ezio Bonanni
Assidua e combattiva la presenza dell’Ona nel territorio calabrese, dove criminalità organizzata, strutture sanitarie inadeguate e scarsa sensibilità della Regione Calabria incidono in modo nefasto sull’operatività tesa a bonificare estese aree contenenti amianto. Operatività richiesta a gran voce dall’avvocato nazionale Ezio Bonanni.
“Nella Regione Calabria siamo presenti ormai fin dal 2010 – spiega l’avvocato Bonanni in un’intervista dello scorso febbraio – In questa lunga battaglia per la bonifica dei siti contaminati in Calabria dobbiamo riscontrare nella Regione una sottovalutazione del numero dei casi, in particolare di quelli di mesotelioma. Aspetto quest’ultimo dovuto al fatto che purtroppo la sanità calabrese è stata da tempo commissariata, tale per cui le strutture risultano inadeguate: non per colpa dei medici calabresi che sono all’avanguardia, ma per colpa di una disorganizzazione, specialmente delle classi dirigenti politiche e dalle pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata.
Ma questo non ha impedito all’Ona di svolgere un ruolo significativo che ha determinato l’entrata in vigore di una legge regionale che purtroppo è stata in larga parte non attuata. Per questo motivo abbiamo ulteriormente intensificato le attività che hanno riguardato anche la verifica dell’amianto presente in alcuni siti ulteriori rispetto a quelli che precedentemente segnalati: anche per quanto riguarda gli stabilimenti dell’indotto delle ferrovie dello stato così come i traghetti delle ferrovie dello stato. Dobbiamo purtroppo registrare una scarsa sensibilità delle istituzioni della Regione Calabria ed in modo particolare la Regione ed i singoli comuni.
Ed è per questo che forti della nostra presenza sul territorio andremo avanti in tutte le competenti sedi, comprese quelle giudiziarie; senza paura e senza farci intimidire per chiedere la bonifica , la messa insicurezza , le tutele sanitarie, l’attività di monitoraggio e di cura.
E per la dignità dei pazienti della Calabria che non dovranno più essere oggetto di una emigrazione sanitaria nelle strutture del Nord Italia e peggio ancora subire i ritardi della disorganizzazione della sanità calabrese e che a maggior ragione dovranno ottenere anche il risarcimento del danno. Tutto questo in una circolarità delle tutele che deve portare alla necessità della totale bonifica e messa in sicurezza dei siti”.