Sono vittime tutti coloro che subiscono un qualsiasi pregiudizio, in modo particolare alla salute. Questa macro categoria comprende infatti cittadini e lavoratori, che contraggono malattie professionali o subiscono infortuni sul lavoro. Inoltre ci sono chi è vittima di violenza di genere o di errore medico e chi sviluppa danni alla salute per cause di servizio.
Tutti coloro che sono vittima di un illecito e subiscono dei danni hanno diritto a essere tutelati.
Lavoratori come vittime: sicurezza sul lavoro
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Si definiscono vittime i lavoratori che subiscono un infortunio o che contraggono una malattia professionale sul luogo di lavoro. Infatti tutelare la sicurezza sul lavoro è di fondamentale importanza. L’importanza di questo tema è approfondito anche nel settimo episodio di ONA TV “Sicurezza nei luoghi di lavoro: realtà o utopia?“.
Occorre quindi adottare tutte le misure di prevenzione necessarie per salvaguardare la salute e l’integrità fisica di ogni lavoratore. Il primo passo è costituito dalla prevenzione primaria, che prevede la bonifica dei siti contaminati da agenti cancerogeni. Tra questi vi è l’amianto, come dichiara l’ultima monografia IARC. Purtroppo materiali contenenti asbesto sono ancora diffusi in Italia, come testimonia la pubblicazione dell’Avvocato Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022“
Infatti le fibre di asbesto, se inalate o ingerite, possono provocare infiammazioni e gravi patologie asbesto correlate, come il mesotelioma. Perciò se si è stati esposti ad amianto o ad altri agenti, il lavoratore deve essere sottoposto a sorveglianza sanitaria. Infatti solo grazie a essa e alla prevenzione secondaria è possibile ottenere una diagnosi precoce e procedere a cure tempestive.
Infine sussiste la prevenzione terziaria, cioè la tutela legale della vittima. infatti si devono salvaguardare tutte le categorie di diritti che spettano al lavoratore:
- patrimoniali, cioè il trattamento economico per l’attività svolta;
- personali, come il diritto all’integrità fisica e alla salute;
- sindacali;
- morale d’invenzione, ossia il riconoscimento come autore di invenzioni e opere d’ingegno realizzate.
Vittime esposte ad amianto: diritti legali
Per avere il riconoscimento dei propri diritti, la vittima deve prima ottenere il certificato di malattia professionale. Una volta ottenuto l’INAIL liquida determinate prestazioni, in base al grado invalidante:
- inferiore al 6% prevede il risarcimento totalmente a carico del datore di lavoro;
- tra il 6 e il 15% si ha diritto all’indennizzo INAIL;
- dal 16% la vittima ha diritto alla rendita INAIL, che prevede l’indennizzo del danno biologico e del danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.
Se si è stati esposti ad amianto, alla rendita si aggiunge il Fondo Vittime Amianto (art. 1, commi 241/246, L. 244/2007). Prevede la maggiorazione del 15% (Circolare INAIL n. 25 del 27 settembre 2021). Inoltre prevede una tantum di 10.000 euro a coloro che hanno sviluppato il mesotelioma a causa di esposizione ambientale ad asbesto.
Il riconoscimento di malattia professionale dà diritto anche ai benefici contributivi (ex art. 13, co. 7, L. 257/1992). Grazie alla maggiorazione contributiva del 50% del periodo di esposizione si può accedere al prepensionamento. Se si è già in pensione, invece, si avrà diritto alla rivalutazione dei contributi, utilizzando sempre il coefficiente 1,5.
Invece, i lavoratori vittime di amianto che, nonostante l’accredito contributivo, non raggiungano il diritto alla pensione, possono fare domanda per la pensione inabilità amianto.
Tra le diverse categorie tutelate particolare attenzione è posta al personale del settore ferroviario e della produzione dei rotabili ferroviari. Questi hanno diritto a specifici benefici contributivi e prestazioni assistenziali. L’argomento è stato trattato nella puntata di ONA TV “L’amianto corre sui binari“.
Risarcimento danni e diritti dei superstiti
L’INAIL indennizza solo il danno biologico e quello per le diminuite capacità di lavoro. Tuttavia la vittima e i suoi familiari hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni differenziali e complementari (Cass., Sez. Lav., 767/2005). Il totale risarcimento dei danni, compresi quelli morali, esistenziali, catastrofali e tanatologici, spetta integralmente al datore di lavoro.
Per stabilire il valore del ristoro dovuto alla vittima dal datore di lavoro, si devono scomputare per poste omogenee le prestazioni INAIL. Inoltre per quantificare i danni non patrimoniali si fa riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano.
Inoltre i familiari della vittima, in caso di decesso, hanno diritto al risarcimento di due tipologie di danno:
- iure proprio, cioè il pregiudizio diretto subiti come vittima;
- iure hereditatis, indiretto, che ha in qualità di erede.
Vittime del Dovere e riconoscimento della causa di servizio
Sono considerati Vittime del Dovere tutti i dipendenti pubblici appartenenti alle Forze Armate e al Comparto Sicurezza che hanno contratto infermità sul luogo di lavoro.
Durante l’esercizio delle loro funzioni essi possono essere esposti a diversi fattori di rischio, come gas radon, uranio impoverito, amianto e vaccini contaminati. Per questo motivo molti militari, oltre a subire infortuni, hanno sviluppato malattie professionali. Nella relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta Uranio Impoverito sono riportati tutti i casi di danni alla salute e di incidenza di malattie asbesto correlate, confermati questi ultimi anche dal VII Rapporto ReNaM.
Una volta ottenuto il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, si ha diritto a prestazioni assistenziali aggiuntive, come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata.
Diritto disciplinare militare: gerarchia e sanzioni
Il diritto disciplinare militare si coniuga con l’esigenza di tutela della salute delle Forze Armate. In particolare rende possibile il raggiungimento della necessaria efficienza e rapidità di azione, caratteristiche che contraddistinguono l’azione militare.
Si basa sull’organizzazione gerarchica e l’obiettivo perseguito è il rispetto e l’obbedienza verso l’autorità. Per questo prevede anche sanzioni che devono essere commisurate “al tipo di mancanza commessa e alla gravità della stessa” (art. 1355 del Codice Ordinamento Militare).
Le sanzioni disciplinari si distinguono in:
- di stato, provvedimenti dovuti a violazioni talmente gravi che non consentono, in via definitiva o temporanea, il mantenimento del rapporto di pubblico impiego;
- quelle di corpo, che coinvolgono il personale in servizio.
Vittime di malasanità ed errore medico
Le vittime di malasanità sono coloro che hanno subito dei danni a causa di un errore medico. Perciò hanno diritto a ottenere il risarcimento da parte della struttura sanitaria.
Al fine di delineare i corretti comportamenti che i medici devono attuare per evitare di provocare qualsiasi danno al paziente, la Cassazione ha stabilito delle linee guida.
“Raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni scientifiche, al fine di aiutare medici e pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche”.
(Cass., 23283/2016)
Tali direttive rappresentano un aiuto per il professionista, che però mantiene l’autonomia nelle scelte terapeutiche.
Le linee guida sono importanti anche perché rappresentano un parametro per il giudice nell’accertamento della responsabilità medica.
“Le linee guida hanno la finalità di fungere da parametro per la corretta esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale“.
(Cass., 8770/2017)
Inoltre si aggiungono alle linee guida:
- protocollo, cioè uno schema predefinito di comportamento diagnostico-terapeutico da seguire tassativamente in determinate situazioni;
- checklist, che descrivono le misure minime da seguire nel lavoro in team;
- regole deontologiche morali ed etiche prettamente extragiuridiche, che disciplinano l’esercizio professionale.
Vittime di violenza di genere: tutele legali
Le vittime di violenza di genere sono coloro che subiscono condotte discriminatorie e varie forme di violenza. Possono essere vittima di violenza psicologica, sessuale, di atti persecutori, di minacce e molestie.
La normativa in difesa delle vittime persegue tre obiettivi:
- prevenire i reati;
- punire i colpevoli;
- proteggere le vittime.
In particolare la Convenzione di Istanbul (2011) è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica“.
Le vittime di violenza possono richiedere il risarcimento dei danni in sede civile o penale. Inoltre è stato istituito un fondo per le vittime dei reati internazionali violenti (Legge 122/2016).
Assistenza alle vittime per la salvaguardia dei diritti
Per garantire la tutela dei diritti di tutte le vittime è in prima linea l’Osservatorio Vittime del Dovere. Ha, infatti, l’obiettivo di offrire assistenza legale e medica. In più informa i cittadini e lavoratori dei diversi rischi alla salute che si corrono a causa dell’esposizioni ad agenti cancerogeni.
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