Il Trametinib è un farmaco disponibile in compresse rivestite con film. Si usa nella chemioterapia per la cura del Melanoma e del Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Si tratta di un chemioterapico molto importante perché è utilizzato per entrambe queste neoplasie, molto diverse tra loro ma con un importante fattore in comune che spiegheremo in seguito, sempre in questa guida.
Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) sono circa 14.000 ogni anno le diagnosi di melanoma in Italia, con una incidenza leggermente maggiore tra gli uomini rispetto alle donne (poco più della metà). Rappresenta solo il 5% circa dei casi di tumore della pelle, ma è molto pericoloso. Si stima che l’86% di questo tipo di cancro derivi dall’esposizione ai raggi ultravioletti (UV).
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) è, al contrario, la forma più diffusa di tumore al polmone (85%) ed il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta che lo causa più di 8 volte su 10; poi ci sono l’esposizione all’amianto (asbesto), al radon e ai metalli pesanti. In Italia nel 2020 sono state circa 40mila le persone colpite da questa patologia, che rappresenta la seconda per diffusione negli uomini (14%) e la terza per le donne (7%).
Prevenire i tumori è la prima forma di difesa
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I due tipi di tumore curabili con Trametinib, hanno diffusioni diverse e colpiscono zone del corpo completamente differenti, ma hanno una cosa in comune. Sono evitabili nella maggior parte dei casi mediante forme di prevenzione primaria. Dipendono infatti dallo stile di vita della persona o dall’ambiente che si frequenta.
Alcuni tipi di tumore possono essere evitati con la sola prevenzione primaria, che consiste nel mettere in pratica uno stile di vita il più possibile sano anche grazie ad una corretta informazione, ad esempio proprio sui temi della salute, e attraverso la frequentazione di un ambiente di vita e di lavoro salubre. Alcune malattie possono essere di tipo professionale, quando il lavoratore non viene informato correttamente sulle procedure di sicurezza oppure quando non è messo in condizione di proteggersi, quindi quando sul luogo di lavoro non ci sono misure di sicurezza adeguate e non vengono rispettate le disposizioni di legge.
Alcuni ambienti di lavoro, inoltre, possono presentare di per sé dei rischi e per legge deve essere svolta una azione di monitoraggio sanitario, che agisce come prevenzione secondaria. Si tratta certamente di un passaggio utile, ma che può arrivare troppo tardi: per alcune patologie purtroppo la diagnosi precoce può non comportare comunque il successo della terapia.
Con la prevenzione terziaria invece si attuano tutte quelle procedure che sono utili per la tutela del paziente e dei suoi familiari, dal punto di vista legale, previdenziale, assicurativo. Anch’esso è un passaggio importante, che aiuta a mettersi al riparo da ulteriori danni.
Il melanoma, tumore della pelle: casi raddoppiati in 10 anni
Il melanoma è un tumore della pelle che colpisce soprattutto soggetti tra i 45 e i 50 anni di età; è piuttosto raro invece nei bambini. I dati Airtum segnalano circa 7.300 nuovi casi all’anno tra gli uomini e circa 6.700 tra le donne. L’incidenza è però in crescita, ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Come ci si accorge di un melanoma? Il principale segno è la comparsa di un nuovo neo o il cambiamento nell’aspetto di uno esistente. In alcuni tipi di melanoma – quello del cuoio capelluto, tra i più pericolosi perché resta nascosto a lungo – è stato visto che un ruolo importante può essere svolto dai parrucchieri e dagli altri operatori del settore dell’estetica, che per il lavoro che svolgono possono accorgersi prima del medico e del paziente stesso dell’esistenza della neoplasia. Se ne è parlato in un recente webinar organizzato da IMI – Intergruppo Melanoma Italiano.
La diagnosi precoce infatti spesso dipende dall’osservazione stessa del paziente, attraverso un auto-esame periodico della pelle. Tuttavia nelle zone più nascoste è difficile rendersi conto dei cambiamenti. Una volta individuati però è bene rivolgersi poi subito al dermatologo per farsi visitare e per eseguire una biopsia di conferma.
La sigla ABCDE ci aiuta a ricordare gli elementi a cui far caso e da far valutare al medico se troviamo un nevo o una macchia sospetti. Asimmetria (A) nella forma (un neo normale è tondeggiante); Bordi (B) irregolari e indistinti; Colore (C) variabile all’interno del nevo stesso; Dimensioni (D) aumentate sia in spessore che in larghezza; Evoluzione (E) dell’aspetto del neo in tempi brevi. Sanguinamento e prurito del neo, arrossamento e noduli nell’area vicina sono altri campanelli d’allarme.
Melanoma, caratteristiche e metodi di cura
Ci sono 4 tipi di melanoma cutaneo:
- a diffusione superficiale: 70% dei casi;
- melanoma lentigginoso acrale (ALM): origina dai melanociti (cellule del pigmento); è una forma molto grave e in genere è associato a posizioni atipiche, in mani e piedi;
- lentigo maligna: è un melanoma in situ (circoscritto), che si sviluppa sulla cute fotodanneggiata; cresce lentamente e non è invasivo; spesso si trova sul volto degli anziani;
- melanoma nodulare (10-15%): invade il tessuto sin da subito a differenza degli altri tipi; è il più aggressivo.
Si è detto che il principale fattore di rischio è l’esposizione ai raggi UV; essi infatti possono danneggiare il Dna delle cellule e contribuire alla formazione di neoplasie. Non solo l’eccessiva esposizione al sole o l’esposizione non protetta, ma anche quella ai raggi delle lampade e dei lettini solari, che può essere svolta purché senza abusi. Altri fattori di rischio sono costituiti da insufficienza del sistema immunitario (causata ad esempio da precedenti chemioterapia e/o radioterapia) e da malattie ereditarie. Il rischio è aumentato nelle persone con molti nevi o lentiggini, nelle persone con pelle chiara o con precedente melanoma cutaneo in anamnesi.
Per quanto riguarda la cura del melanoma, si ricorre in prima istanza alla chirurgia, che asporta anche una parte di tessuto ed eventualmente anche i linfonodi sentinella per capire se esistono metastasi. Nel trattamento adiuvante (che segue la chirurgia), si usa generalmente l’associazione dei farmaci a bersaglio molecolare Trametinib e Dabrafenib. Lo scopo è ridurre il rischio di recidive. Con una diagnosi precoce, infatti, la prognosi è eccellente: la sopravvivenza a 5 anni è del 98% allo stadio I e del 90% allo stadio II; negli stadi successivi invece il rischio recidiva è alto e la prognosi è peggiore.
Lo sviluppo dell’immunoterapia ha recentemente ridotto l’uso della chemio per curare il melanoma.
Carcinoma polmonare non a piccole cellule, il più diffuso
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC, non-small-cell lung cancer) si divide in diversi sottotipi, di cui i tre principali sono: adenocarcinoma, carcinoma a a cellule squamose e il carcinoma a grandi cellule (indifferenziato) del polmone. Il tumore NSCLC è una neoplasia maligna molto diffusa in Europa: rappresenta l’85% circa dei tumori del polmone maligni; la mortalità è in riduzione per gli uomini e in aumento per le donne. “Questo dato riflette una differenza nelle tendenze dell’abitudine al fumo tra i sessi” – riporta l’ESMO – European Society for Medical Oncology. Il fumo di sigaretta è infatti il principale fattore di rischio del cancro al polmone; l’esposizione ambientale (fumo passivo) incrementa dal 20 al 50% il rischio di sviluppare la patologia nei non fumatori (detti anche fumatori involontari). Solo nel 2020 i casi di tumore al polmone nel mondo sono stati oltre due milioni.
Trattandosi di un tumore perlopiù asintomatico, la diagnosi per il tumore del polmone arriva molto spesso allo stadio avanzato o metastatico. Ci sono però dei sintomi precoci che dovrebbero agire come campanello d’allarme: tosse, emottisi (tosse con perdita di sangue), difficoltà respiratoria, senso di oppressione al torace, perdita di peso.
La scelta del trattamento di questo tumore dipende da molti fattori: l’istologia (il tipo di cellule da cui è caratterizzato), lo stadio di avanzamento, le condizioni generali del paziente e la presenza di eventuali altre malattie. Negli stadi iniziali del NSCLC, la resezione chirurgica è il trattamento d’elezione. Allo stadio II e III può essere attivata la chemioterapia prima o dopo. La radioterapia può rappresentare una alternativa alla chirurgia per i pazienti non ritenuti idonei all’intervento. L’approccio multimodale è previsto dallo stadio III. Di recente è stata introdotta anche l’immunoterapia, che sta producendo risposte durature.
Trametinib, meccanismo d’azione e scheda tecnica
Il Trametinib è un farmaco che inibisce l’attivazione di MEK (mitogeno, ossia attivatore della mitosi) tramite la proteina BRAF, codificata dall’omonimo gene umano; tale proteina è coinvolta nei segnali che regolano il ciclo e la crescita cellulare. In alcuni tumori il gene può essere mutato, e questo causa a sua volta un mutamento della proteina.
Il farmaco deve essere conservato in frigorifero tra i 2 e gli 8 gradi e deve essere protetto dalla luce e dell’umidità; una volta aperto, ha validità 30 giorni e non deve restare a temperature superiori ai 30 gradi.
Tra,etinib può essere usato in associazione con Dafrafenib, che è invece un inibitore della RAF chinasi. Le mutazioni oncogeniche di BRAF possono infatti portare all’attivazione costitutiva della via RAS/RAF/MEK/ERK. Quindi l’associazione di questi due farmaci inibisce simultaneamente due chinasi in questa via.
L’analisi farmacocinetica, cioè sulle trasformazioni che il farmaco presenta mentre si trova nell’organismo, ha evidenziato che il genere e il peso influenzano la clearance (la capacità di smaltimento) di Trametinib. Tuttavia non sono previsti aggiustamenti della dose rispetto sulla base di questi dati perché è apparso improbabile che ciò provochi conseguenze cliniche.
Precauzioni per l’assunzione di Trametinib
Il trattamento con Trametinib deve essere seguito da un medico esperto nella somministrazione di antitumorali.
La durata del trattamento è variabile. Il farmaco può essere assunto fino a quando i pazienti non ne traggano più beneficio, oppure fino allo sviluppo di una tossicità che risulti inaccettabile. Prima di assumere Trametinib o l’associazione con il Dabrafenib, comunque, deve essere stato eseguito sul paziente un test validato per la mutazione BRAF V600, per determinare la positività del tumore a questa proteina.
Gli effetti collaterali di Trametinib
Per quanto riguarda la fertilità, può compromettere quella femminile. Il farmaco può inoltre compromettere l’efficacia dei contraccettivi ormonali. Le donne in età fertile devono essere avvisate sull’utilizzo di contraccettivi altamente efficaci fino a 4 mesi dopo il trattamento. Negli uomini, invece, il trattamento di Trametinib in associazione con Dabrafenib può causare spermatogenesi imperfetta, con il rischio che tale condizione diventi irreversibile; i pazienti di sesso maschile devono dunque essere informati di questa eventualità.
Se per la paziente si verifica una gravidanza durante il trattamento con Trametinib, deve essere avvisata del rischio potenziale per il feto; il farmaco inoltre non dovrebbe essere somministrato a neomamme che allattano al seno. Non è noto infatti se Trametinib sia escreto nel latte materno. In tal caso si deve decidere, basandosi sul rapporto costi-benefici, se interrompere l’allattamento o la terapia della madre.
Particolari cautele devono inoltre essere prese da chi si deve mettere alla guida di veicoli o macchinari. Infatti Trametinib altera lievemente la capacità di guida poiché può causare affaticamento, cefalea, capogiri o problemi agli occhi.
Trametinib, gli effetti indesiderati più comuni
In questo paragrafo descriveremo i principali e più comuni effetti indesiderati che possono verificarsi dall’assunzione di Trametinib. Tra questi ci sono:
- Follicolite, un’infezione dei follicoli piliferi che può lasciare macchie sulla pelle dopo la perdita dei peli; si riconosce dall’insorgenza e dalla diffusione di piccoli brufoli;
- Paronichia: si tratta di un’infezione che riguarda il tessuto periungueale; lungo il margine delle unghie può causare rossore, calore e dolore;
- Cellulite, ossia l’alterazione del tessuto sottocutaneo con aumento delle dimensioni delle cellule adipose e ritenzione idrica;
- Rash e Rash pustolare, eruzioni cutanee con lesioni;
- Pelle screpolata
- Fissurazioni della cute;
- Eritema
- Dermatite acneiforme
- Cute secca
- Prurito
- Alopecia
- Anemia, ossia valori bassi di ferro nel sangue;
- Ipersensibilità
- Disidratazione
- Visione offuscata
- Edema periorbitale (gonfiore intorno agli occhi), facciale, periferico;
- Compromissione della vista;
- Fotosensibilità
- Disfunzione ventricolare sinistra;
- Riduzione della frazione di eiezione del cuore, cioè della capacità di mandare in circolo il sangue;
- Bradicardia, ossia battito rallentato del cuore;
- Ipertensione;
- Linfoedema, cioè l’accumulo di liquido linfatico nei vari distretti dell’organismo;
- Tosse
- Dispnea
- Polmonite
- Diarrea; Stipsi;
- Nausea
- Vomito
- Diminuzione dell’appetito;
- Dolore addominale
- Bocca secca
- Stomatite, cioè l’infiammazione del cavo orale;
- Affaticamento; Astenia;
- Piressia (febbre); Brividi
- Infiammazione delle mucose;
- Infezioni del tratto urinario;
- Carcinoma cutaneo a cellule squamose;
- Papilloma;
- Keratosi seborroica (verruche);
- Sindrome da eritrodisestesia palmoplantare, cioè la fragilità della pelle di mani e piedi;
- Artralgia (dolore articolare)
- Mialgia (dolore muscolare); Spasmi muscolari
- Dolore alle estremità
Consulenza gratuita per Trametinib e altri farmaci
Puoi ottenere una consulenza gratuita per Trametinib, per altri farmaci e in generale anche per alcune patologie, semplicemente compilando il form di seguito; oppure contattando i recapiti telefonici riportati (whatsapp e numero verde).
Oltre a Trametinib ci sono diversi altri farmaci antitumorali. Ad esempio: Cisplatino, Gemcitabina, Nintedanib, Pemetrexed, Taxolo; Alectinib, Brigatinib, Carboplatino, Ceritinib, Crizotinib; Etoposide, Osimertinib, Vinorelbina.
Perché chiedere assistenza all’Osservatorio Vittime del Dovere? Si tratta di una APS, una associazione di volontari che ritiene di grande importanza la corretta informazione per la prevenzione. Ecco perché anche ha deciso di fondare la testata giornalistica “Diritto alla Salute“, per creare uno spazio informativo consultabile da chiunque.
L’Osservatorio può anche essere un punto di riferimento, di orientamento, per superare gli ostacoli della burocrazia e dei protocolli sanitari quando si scopre di essere affetti da una patologia grave, soprattutto quando si chiede che vengano riconosciuti dei diritti. Resta fermo il fatto che la consulenza gratuita dell’Osservatorio non sostituisce il parere del medico o degli specialisti del Sistema sanitario nazionale, ai quali bisogna sempre rivolgersi. Però l’Osservatorio può fare da guida per pazienti e familiari che ne abbiano bisogno ed offrire loro supporto, e in caso vi siano i presupposti, assistenza legale.
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