Responsabilità per le piaghe da decupito: risarcimenti

In questa guida parliamo di piaghe da decupito, anche dette ulcere da pressione. La prevenzione delle piaghe da decupito nelle strutture ospedaliere è possibile, ma in alcuni casi, intorno al 20%, le piaghe da decupito continuano a verificarsi.

In questa guida scopriamo nel dettaglio cosa sono, come si prevengono, come trattarle e cosa fare in caso di ulcere da pressione. Scopriamo anche come ottenere il risarcimento dei danni subiti e quali sono le responsabilità della struttura ospedaliera.

Cosa sono le piaghe da decupito o ulcere da pressione?

Le ulcere da pressione, chiamate anche piaghe da decubito o lesioni da pressione, sono ferite che si formano sulla pelle e sui tessuti sottostanti a causa di una compressione prolungata su una determinata area del corpo. Queste lesioni si verificano spesso in persone costrette a letto o su una sedia a rotelle per lunghi periodi, soprattutto quando non vengono cambiate posizione regolarmente.

La pressione continuativa su alcune aree del corpo impedisce una corretta circolazione sanguigna, privando i tessuti di ossigeno e nutrienti, il che può portare alla loro morte. Le zone più vulnerabili includono parti del corpo dove le ossa sono vicine alla superficie della pelle, come il coccige, i talloni, i gomiti, le anche e le scapole. Condizioni come pelle umida, scarso apporto nutrizionale, problemi circolatori e immobilità aumentano significativamente il rischio di formazione di queste piaghe.

I numeri delle piaghe da decupito nei pazienti ospedalizzati

Le lesioni da pressione sono aree di danno tessutale della cute e/o dei tessuti sottostanti causate principalmente da pressione, stiramento o frizione. Questo tipo di danno (definito anche ulcera da pressione, piaga, ulcera o lesione da decubito), benché largamente prevenibile, costituisce un fenomeno importante nei reparti di ricovero ospedaliero e sul territorio, sia per il numero di pazienti coinvolti, sia per i tempi e le risorse necessarie per il trattamento del problema.

Se nei pazienti ospedalizzati le lesioni da pressione si sviluppano con una prevalenza che va dal 18% al 29% (A.I.S.Le.C. 2010), nella popolazione assistita a domicilio difficilmente si reperiscono studi di grandi proporzioni e ben condotti.

Come si formano le piaghe da decupito?

La rapidità di comparsa e l’evoluzione delle ulcere può variare moltissimo (da alcune ore ad alcuni mesi) e dipende oltre che dalla integrità dell’irrorazione sanguigna delle aree interessate anche dallo stato generale del soggetto.

Esistono diverse scale per la valutazione del rischio di decubiti. Molto utilizzata a tale scopo è la Scala di NORTON (dal nome delle infermiera che la propose) propose) che considera: le condizioni generali del paziente, lo stato mentale, la mobilità, la deambulazione, l’incontinenza.

Come si trattano le piaghe da decupito?

Il trattamento ottimale delle lesioni da pressione si sviluppa principalmente in 3 aree:

  1. rimozione della causa (pressione) attraverso il riposizionamento del paziente e l’utilizzo di superfici/ausili antidecubito;
  2. trattamento topico attraverso la medicazione della lesione;
  3. trattamento delle comorbilità che possono interferire con il normale processo di guarigione quali ad esempio malnutrizione, infezione ecc.

Classificazione e gravità delle lesioni da pressione

Le ulcere da pressione sono suddivise in quattro stadi in base alla loro gravità:

  • Stadio 1: la pelle appare arrossata ma è ancora integra. Possono comparire dolore o sensibilità al tatto.
  • Stadio 2: la ferita è più superficiale e può assomigliare a un’abrasione o a una vescica, con perdita dello strato epidermico.
  • 3: il danno si estende al tessuto sottocutaneo, ma non coinvolge ancora muscoli o ossa.
  • Stadio 4: l’ulcera è molto profonda e può esporre muscoli, ossa o tendini, spesso accompagnata da infezioni gravi.

Le piaghe in stadio avanzato possono portare a complicazioni gravi, come infezioni sistemiche, richiedendo cure mediche intensive e prolungate.

Fattori che aumentano il rischio di formazione

Diversi elementi contribuiscono al rischio di sviluppare ulcere da pressione:

  • Immobilità: la mancanza di movimento, tipica dei pazienti costretti a letto o su una sedia a rotelle, è la causa principale.
  • Invecchiamento: la pelle degli anziani è più fragile e soggetta a danni.
  • Malnutrizione: una dieta carente di proteine e nutrienti essenziali compromette la rigenerazione dei tessuti.
  • Malattie croniche: condizioni come diabete o patologie cardiovascolari riducono la circolazione sanguigna, aumentando il rischio di lesioni.
  • Umidità della pelle e scarsa detersione

Prevenzione: cosa devono fare medici e infermieri

Evitare la formazione di ulcere da pressione è una responsabilità primaria del personale medico e infermieristico. Le linee guida nazionali e internazionali sottolineano l’importanza di una serie di misure preventive per proteggere i pazienti a rischio:

  • Valutazione del rischio: al ricovero e durante la degenza, è fondamentale identificare i pazienti più vulnerabili utilizzando strumenti come la scala di Braden, che analizza fattori come mobilità, umidità cutanea, nutrizione e condizioni generali di salute.
  • Cambi frequenti di posizione: per ridurre la pressione su aree specifiche, i pazienti immobilizzati devono essere spostati ogni due ore, manualmente o con l’ausilio di dispositivi.
  • Materassi e cuscini antidecubito: questi supporti distribuiscono uniformemente il peso corporeo, prevenendo pressioni prolungate su punti critici.
  • Igiene adeguata: mantenere la pelle pulita e asciutta è fondamentale. Prodotti specifici come creme idratanti e barriere protettive possono aiutare.
  • Nutrizione equilibrata: un’alimentazione ricca di proteine, vitamine e minerali è essenziale per la salute dei tessuti. Integratori alimentari possono essere prescritti nei casi di carenze nutrizionali.

Monitoraggio e formazione continua del personale

Il personale sanitario deve esaminare regolarmente la pelle dei pazienti a rischio, documentando eventuali segni di pressione o lesioni e intervenendo tempestivamente. Un’ispezione quotidiana delle aree più vulnerabili è cruciale per identificare i primi segnali di danno.

La formazione costante di medici e infermieri è altrettanto importante. Il personale deve essere addestrato a riconoscere i sintomi iniziali delle ulcere da pressione e a seguire protocolli aggiornati per prevenirle e trattarle in modo efficace.

Ulcere da pressione nei reparti di terapia intensiva

I pazienti ricoverati in terapia intensiva (TI) rappresentano senz’altro una tipologia di popolazione particolarmente esposta al rischio di lesioni da pressione (LdP). In parti- colare a causa dell’estrema limitazione nel- l’attività fisica e nella frequente mancanza di autosufficienza nella mobilizzazione nel

letto. A questo si aggiunge l’ampio uso di farmaci sedativi e miorilassanti, che comportano alterazioni dello stato cognitivo e della sensibilità cutanea. Altri elementi che pongono questi assistiti ad elevato rischio di ulcere da compressione sono dati dalle alterazioni di metabolismo dovute a sepsi, trauma, ustio- ne e chirurgia maggiore, oltre al ridotto apporto nutrizionale, che non equilibra le ingenti richieste di proteine plastiche e nutrienti energetici.

Inoltre, c’è da considerare che l’ambiente intensivo e in generale di area critica, caratterizzato da un ampio ventaglio di trattamenti disponibili e supporti alle fun- zioni vitali, con un importante impegno di tipo tecnico e tec- nologico, possa determinare una serie di lesioni a carico dei tegumenti, dovute tipicamente alla presenza di devices in sedi non tradizionalmente interessate dalle lesioni da pressione.

In particolare si rilevano lesioni da pressioni nelle sedi facciali ed ascellari dovute a interfacce da NIV, sui distretti anteriori degli arti lungo il decorso di cannule da circolazione extracorporee (extracorporeal life support – ECLS), e in prossimità dei punti di appoggio costituiti dalle pieghe cutanee sui cateteri arteriosi femorali nelle persone affette da terzo spazio importante.

Responsabilità medica e risarcimenti: quando richiederli

In caso di ulcere da pressione causate dalla negligenza del personale sanitario, il paziente o i suoi familiari possono richiedere un risarcimento. Le responsabilità delle strutture sanitarie includono:

  • Mancata valutazione del rischio: se non viene identificata correttamente la vulnerabilità del paziente.
  • Omissione di misure preventive: come cambi di posizione regolari o mancato utilizzo di supporti adeguati.
  • Mancato trattamento tempestivo: se le lesioni non vengono diagnosticate o trattate in modo adeguato.

Come procedere per ottenere un risarcimento

Per ottenere un risarcimento, il paziente deve fornire prove concrete:

  • Documentazione medica: la cartella clinica è fondamentale per dimostrare eventuali negligenze.
  • Perizia medica: un esperto legale può stabilire il legame tra la condotta sanitaria e il danno subito.
  • Testimonianze: familiari o altri pazienti possono fornire dettagli utili.

Tipologie di danno risarcibili

I danni risarcibili includono:

  • Danno biologico: il deterioramento della salute fisica, come dolore e complicazioni mediche.
  • Morale: il disagio emotivo e psicologico derivante dalla condizione.
  • Esistenziale: la riduzione della qualità di vita dovuta a limitazioni fisiche e alla necessità di cure prolungate.

Le ulcere da pressione sono una complicazione grave, ma possono essere evitate con una corretta prevenzione e un’adeguata assistenza sanitaria.

L’assistenza legale gratuita dell’ONA

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto fornisce assistenza legale gratuita a tutte le vittime per il risarcimento dei danni, compresi quelli biologici da piaghe da decupito. Per ottenere una consulenza legale gratuita basta chiamare il numero verde 800 034 294 oppure compilare il form che trovate qui di seguito.

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