NEGLI ULTIMI 10 ANNI È RADDOPPIATO L’USO DI PSICOFARMACI TRA BAMBINI E ADOLESCENTI.
LA SPESA FARMACEUTICA SALE A 37,2 MILIARDI DI EURO, CON PESO CRESCENTE DELLE TERAPIE INNOVATIVE. GLI ANTIBIOTICI RESTANO MOLTO UTILIZZATI E QUASI TUTTI GLI ANZIANI ASSUMONO PIÙ FARMACI OGNI GIORNO.

Quando guardiamo ai numeri del Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, emerge una fotografia complessa. Da un lato cresce l’accesso a terapie innovative, inclusi farmaci per malattie rare e oncologiche. Dall’altro vediamo segnali che interrogano la società: più psicofarmaci nei minori, uso ancora elevato di antibiotici, forte politerapia negli anziani.

Dietro ogni grafico ci sono famiglie, storie di fragilità e bisogni di cura che cambiano. Capire questi dati significa anche chiedersi come accompagnare meglio bambini, adolescenti e persone anziane, senza rinunciare ai benefici delle terapie, ma riducendo i rischi di un uso improprio o eccessivo.

Rapporto OsMed 2024: psicofarmaci nei bambini e adolescenti raddoppiano

In meno di dieci anni, l’uso di psicofarmaci nei minori italiani è più che raddoppiato. Nel 2016 li assumeva lo 0,26% dei bambini e adolescenti. Nel 2024 la percentuale è salita allo 0,57%, pari a un minore ogni 175.

Il consumo, misurato in confezioni, mostra un balzo ancora più evidente: da 20,6 confezioni ogni 1.000 bambini a 59,3 confezioni. Non si tratta solo di numeri tecnici, ma di un segnale preciso sullo stato di salute mentale delle nuove generazioni e su come viene gestito il disagio.

I farmaci più prescritti sono antipsicotici, antidepressivi e medicinali per l’ADHD. L’aumento segue un andamento chiaro: la fascia 12–17 anni è quella con il livello di consumo più alto, con 129,1 confezioni ogni 1.000 ragazzi e una prevalenza d’uso dell’1,17%. In pratica, tra gli adolescenti parliamo di circa un giovane su 98.

Rapporto OsMed 2024: salute mentale giovanile: un problema reale

L’incremento delle prescrizioni non è un fenomeno isolato italiano. OsMed ricorda che è in linea con i dati internazionali, che mostrano un aumento globale dell’uso di psicofarmaci nei giovani, soprattutto dopo la pandemia.

La pandemia ha amplificato fattori di rischio già presenti: isolamento, interruzione delle routine scolastiche, incertezza sul futuro, difficoltà familiari. Per molti ragazzi questi elementi si sono sommati a fragilità preesistenti, rendendo più probabili ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare o difficoltà attentive.

In questo contesto il farmaco, quando prescritto correttamente, può rappresentare uno strumento importante di cura, specie nei quadri moderati o gravi. Tuttavia, i dati invitano a una domanda scomoda: stiamo affiancando ai medicinali un adeguato supporto psicologico, familiare e scolastico, o rischiamo di usare il farmaco come risposta rapida a problemi complessi?

Rapporto OsMed 2024: l’Italia rispetto agli altri Paesi

Un elemento rassicurante emerge chiaramente dal Rapporto. Nonostante il raddoppio, l’uso di psicofarmaci in età pediatrica in Italia resta molto inferiore rispetto ad altri contesti.

Nel 2024 la prescrizione pediatrica è pari allo 0,57% dei minori. Un dato raddoppiato rispetto al 2020, quando era 0,30%, ma ancora distante dai livelli di altri sistemi sanitari: la Francia registra circa 1,61%, gli Stati Uniti si collocano su valori compresi tra 24,7% e 26,3%.

Questo significa che il nostro Paese mantiene, in media, una certa prudenza prescrittiva. Tuttavia, la crescita rapida degli ultimi anni ci chiede di investire con forza nella prevenzione, nel potenziamento dei servizi di neuropsichiatria infantile e nel sostegno psicologico precoce, per evitare che il farmaco diventi l’unica risposta percepita come disponibile.

Rapporto OsMed 2024: spesa farmaceutica

Il Rapporto OsMed non si ferma ai minori, ma descrive l’andamento complessivo della spesa farmaceutica. Nel 2024 la spesa totale ha raggiunto 37,2 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto al 2023.

Un dato importante è che i consumi complessivi restano sostanzialmente stabili, intorno a 1.895 dosi di medicinali ogni 1.000 abitanti al giorno. L’aumento di spesa non deriva quindi dal fatto che usiamo molti più farmaci, ma dal peso crescente delle terapie innovative e ad alto costo, in particolare in oncologia, nelle malattie rare e nelle terapie avanzate.

Il 72% della spesa, pari a 26,8 miliardi, è a carico del settore pubblico ed è aumentato del 7,7% in un anno. La quota rimanente, circa 10,2 miliardi, è sostenuta direttamente dai cittadini, in calo del 4,6%, anche grazie ai risparmi generati dagli equivalenti.

Antibiotici: un leggero calo non basta, l’Italia resta un Paese ad alto consumo

Un altro capitolo delicato riguarda gli antibiotici. Nel 2024 si registra un calo dei consumi di circa l’1,3% rispetto al 2023. Tuttavia, i livelli d’uso restano elevati, con quasi 17 persone ogni 1.000 abitanti che assumono un antibiotico ogni giorno.

Le differenze regionali sono marcate:
– al Sud, il 43,6% della popolazione ha assunto almeno un antibiotico nel corso dell’anno;
Centro, la quota scende al 40,1%;
– al Nord, al 30,6%.

Questa variabilità fa pensare a prescrizioni non sempre appropriate e richiama il tema dell’antibiotico-resistenza, uno dei rischi sanitari più rilevanti a livello mondiale. L’associazione amoxicillina–acido clavulanico resta il farmaco più prescritto e più “pesante” in termini di spesa, seguita da claritromicina e azitromicina.

Anziani e politerapia: il rischio silenzioso di troppe pillole

L’uso dei farmaci cresce naturalmente con l’età. Il Rapporto OsMed conferma che gli anziani sono i principali utilizzatori di medicinali. Nel 2024 il 97,4% degli over 65 ha ricevuto almeno una prescrizione nel corso dell’anno e la media quotidiana supera le 3,4 dosi per persona.

Un dato particolarmente rilevante riguarda la politerapia:
– il 68,1% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni di almeno cinque diversi principi attivi;
– circa uno su tre, il 28,3%, ha assunto almeno dieci principi attivi differenti.

Tanti farmaci insieme, spesso necessari, aumentano però le occasioni di errore, interazioni indesiderate e abbandono delle cure. L’Aifa ricorda che la scarsa aderenza alle terapie è una delle principali cause di mancata efficacia, soprattutto nelle patologie croniche come ipertensione, scompenso cardiaco, diabete e malattie respiratorie.

Tre aree critiche emerse dal Rapporto OsMed 2024

AreaDato chiaveRischio principalePriorità di intervento
Psicofarmaci nei minoriuso dallo 0,26% allo 0,57% in meno di 10 annimedicalizzazione del disagio, carenza di supporto psicologicopotenziare servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza
Spesa e innovazione37,2 miliardi di spesa, consumi stabili ma farmaci più costosisostenibilità economica del SSNpromuovere generici, appropriatezza prescrittiva e valutazioni costo–beneficio
Antibiotici e anzianiuso ancora elevato, politerapia diffusa negli over 65resistenze batteriche, errori terapeutici e scarsa aderenzaprogrammi di stewardship antibiotica, revisione periodica delle terapie negli anziani

Una sfida culturale: usare i farmaci meglio

I numeri del Rapporto OsMed mostrano un Paese che investe molto nella cura farmacologica. Le terapie avanzate e i farmaci innovativi aprono opportunità prima impensabili per tumori, malattie rare e patologie complesse. Allo stesso tempo, però, emergono squilibri che richiedono una risposta culturale e organizzativa.

Per i giovani, il tema centrale è rafforzare la salute mentale di comunità: scuole, servizi territoriali, famiglie e pediatri devono collaborare per riconoscere precocemente il disagio, offrendo percorsi psicologici adeguati e riservando il farmaco ai casi in cui è davvero indicato.

Per gli anziani, la priorità è costruire percorsi di deprescrizione ragionata, revisione periodica delle terapie e supporto all’aderenza, soprattutto per chi assume molti farmaci contemporaneamente.

Sul piano generale, l’obiettivo è usare le risorse in modo appropriato, promuovendo gli equivalenti, monitorando l’impatto delle terapie costose e rafforzando la formazione di medici, farmacisti e cittadini sull’uso consapevole dei medicinali.

FAQ – Domande frequenti

Perché aumentano gli psicofarmaci nei minori?
I dati suggeriscono un aumento del disagio psicologico e psichiatrico tra bambini e adolescenti, aggravato dalla pandemia. In molti casi il farmaco viene usato insieme a interventi psicologici, ma è importante evitare che diventi l’unica risposta.

L’Italia prescrive troppi psicofarmaci ai bambini?
La prevalenza è raddoppiata, ma resta molto più bassa rispetto a Paesi come Francia e Stati Uniti. Il dato, però, è abbastanza alto da richiedere più prevenzione e servizi di supporto.

La spesa farmaceutica cresce perché prendiamo più medicine?
No. I consumi totali sono stabili. La spesa aumenta soprattutto per il maggior utilizzo di farmaci innovativi e terapie avanzate, spesso ad alto costo.

Gli antibiotici sono davvero usati troppo?
Sì, soprattutto al Sud e nelle fasce estreme di età. Anche se c’è stato un lieve calo, i livelli restano alti e pongono problemi di resistenze batteriche e appropriatezza prescrittiva.

Perché la politerapia negli anziani è un problema?
Più farmaci significano più rischio di interazioni, errori, dimenticanze e abbandono delle cure. Per questo è fondamentale rivedere periodicamente le terapie e semplificarle quando possibile.