La radioterapia è una terapia medica localizzata che utilizza radiazioni ad elevata energia per bloccare e distruggere le cellule cancerose. Rientra tra i protocolli di cura maggiormente utilizzati per la lotta contro il cancro, dopo la chemioterapia e l’intervento chirurgico. Solitamente, il protocollo è applicato in seguito ad un’attenta valutazione delle condizioni fisiche del paziente da parte del medico oncologo. Se ritenuto idoneo, il paziente si sottopone a radioterapia come trattamento primario o come trattamento secondario da associare ad altri protocolli di cura.
Tuttavia, la scelta di optare per la radioterapia come protocollo di cura dipende dalla morfologia del tumore, dalla localizzazione e dallo stadio in cui si trovano le cellule cancerose. Nei prossimi paragrafi affronteremo i diversi aspetti della radioterapia, discutendo dei profili di sicurezza per individuare i destinatari del trattamento.
Quando l’oncologia incontra la radioterapia
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La scoperta dei raggi x da parte di Roentgen, nel lontano 1895, ha rivoluzionato il campo dell’oncologia medica. In particolare, la scoperta della radioattività dei fasci ionizzanti ha permesso l’introduzione, nel campo medico, di un nuovo strumento “strumento curativo”. Inizialmente, le radiazioni erano utilizzate per debellare patologie di origine batterica, come ad esempio la tubercolosi. La scoperta del potere penetrante delle radiazioni ionizzanti è stata, poi, testata sulla massa tumorale di un paziente affetto da tumore allo stomaco.
Gli incredibili risultati ottenuti, come la riduzione della massa tumorale e la scomparsa dei dolori della malattia, hanno dato il via ad un lungo cammino che ha consentito l’utilizzo quotidiano delle radiazioni nella cura di molte forme di tumore. Questo si è reso possibile grazie al fatto che le cellule sane possiedono una maggiore capacità di recupero, per tanto sopravvivono più facilmente all’impatto con le radiazioni. Infatti, come vedremo più avanti, le radiazioni sono emesse in modalità frazionata, così che le cellule sane possano riparare il danno subito.
Come funziona la radioterapia: radiazioni e danno cellulare
La radioterapia utilizza radiazioni ad elevata energia (prevalentemente raggi γ e raggi x) in grado di causare un danno cellulare. Differentemente dagli altri protocolli di cura per i tumori, la radioterapia è una terapia circoscritta, che agisce solamente a livello del sito tumorale. Infatti, tutti gli organi sani del corpo non subiscono le conseguenze delle radiazioni emesse. Infatti, le radiazioni ionizzanti sono fatte penetrare da diverse angolazioni rispetto al centro della zona da trattare. In questo modo, solamente il centro della massa del tumore assorbirà una dose maggiore di radiazioni.
Il fascio delle radiazioni ionizzanti genera radicali liberi e la rottura dei filamenti del DNA nelle cellule tumorali. La produzione di questi radicali liberi rompe la stabilità della membrana cellulare, nonché delle sue componenti, quali proteine e macromolecole di vario genere. Tutte queste conseguenze generano morte cellulare e impossibilità alle cellule di rigenerarsi.
Dosaggio e frazionamento delle radiazioni ionizzanti
Le radiazioni utilizzate durante le sedute di radioterapia si differenziano per tipologia e intensità. Infatti, dosi uguali di radiazioni diverse sono responsabili di effetti biologici differenti. In altre parole potremmo dire che l’efficacia della radioterapia dipende dall’intensità della radiazione, dal tempo di esposizione e dalla sua energia. Tuttavia, esistono norme rigide sulle applicazioni delle radiazioni con il fine di garantire la tutela della salute dei malati oncologici.
Le radiazioni sono sempre somministrate in piccole dosi, con modalità frazionata, vale a dire scandita per tempo di emissione. I radiofarmaci più utilizzati per la radiodiagnostica sono il fluorodesossiglucosio ed il tecnezio 99m. Come per tutti gli altri farmaci, i radiofarmaci in particolare, sono soggetti a numerose regole per la loro produzione, trasporto e protezione per gli operatori.
Effetti collaterali e tossici della radioterapia
Come la maggior parte dei protocolli di cura oncologici, anche la radioterapia comporta l’insorgenza di effetti collaterali e tossici dovuti alla sua applicazione. Gli effetti collaterali sono una chiara conseguenza delle radiazioni ionizzanti che colpiscono le cellule della zona tumorale. L’entità con cui si manifestano dipendono, generalmente, dalla malattia, dallo stato di salute del paziente e dalla terapia seguita dal paziente.
- Gli effetti tossici non gravi della radioterapia si manifestano a livello sistemico con nausea, vomito, perdita di peso per inappetenza, capogiri, disturbi intestinali e compromissione dell’attività secretiva delle ghiandole salivari. Queste conseguenze possono essere modulate tramite l’assunzione di farmaci o modificando la frequenza delle sedute e l’intensità delle radiazioni.
- Tra gli effetti tossici gravi, invece, vi sono le fibrosi, linfedema, infertilità, deficit cognitivo e sviluppo di tumori solidi secondari che insorgono in prossimità della zona di irradiazione. Tutti questi effetti collaterali possono insorgere anche dopo mesi dalla fine del trattamento o addirittura a distanza di qualche anno.
Radioterapia curativa, complementare e palliativa
Il trattamento radioterapico può essere prescritto con diverse finalità che dipendono sostanzialmente dalla stadiazione del tumore. In particolare, la radioterapia:
- curativa o radicale è applicata come protocollo di cura principale, a scopo curativo quando la patologia è diagnosticata in uno stadio iniziale e la massa tumorale ha dimensioni contenute;
- complementare è applicata in terapia di combinazione con altri protocolli di cura, affinché possa migliorare l’esito del trattamento principale. Solitamente, la radioterapia complementare è associata a trattamenti come la chemioterapia e la chirurgia;
- palliativa è applicata quando il tumore si trova in uno stadio avanzato, per il quale risultano inefficaci tutti gli altri protocolli di cura. Talvolta, la radioterapia palliativa è definita “antalgica” perché mira a ridurre i sintomi del tumore e a garantire una qualità di vita migliore al paziente. In questo modo, si prolunga lo stato di benessere del paziente.
…altre forme di radioterapia per la cura dei tumori
Anche se la finalità prima della radioterapia è l’eradicazione delle cellule tumorali, l’applicazione del protocollo di cura permette di raggiungere obiettivi differenti. Oltre alla radioterapia a scopo curativo, complementare e palliativo, possiamo distinguere altre forme di trattamento radioterapico, che differiscono tra loro per modalità di somministrazione.
Ad esempio, la radioterapia di tipo esclusiva rappresenta l’unico trattamento a cui è sottoposto il malato oncologico. Questa forma di trattamento è utilizzata per la cura di un numero ristretto di tumori che sono localizzati, non aggressivi e si trovano in stadio iniziale. La radioterapia di tipo esclusiva è un trattamento ritenuto idoneo per la cura di alcuni tumori prostatici, ginecologici e linfomi non aggressivi. Altre forme di radioterapia sono la radioterapia di tipo:
- totale, rappresenta il protocollo di cura a cui si sottopongono le persone con particolari forme di tumore. Ad esempio, nel caso in cui le persone siano affette da tumori del sangue o abbiano sviluppato metastasi;
- adiuvante, quando la radioterapia è associata a chirurgia, chemioterapia, immunoterapia, etc;
- neoadiuvante, quando la radioterapia è effettuata a scopo precauzionale, ad esempio per ridurre la massa tumorale prima dell’asportazione chirurgica o prima di un trattamento chemioterapico;
- postadiuvante, quando la radioterapia è adottata ancora una volta a scopo precauzionale ed ha lo scopo di migliorare il successo della terapia, o post intervento per evitare recidive, o in seguito a chemioterapia per migliorare lo stato di salute della persona.
Tumori asbesto correlati e trattamento radioterapico
Le patologie asbesto correlate sono tutte quelle patologie che insorgono per esposizione all’amianto, un minerale naturale cancerogeno per l’uomo e tossico per l’ambiente. La sua cancerogenicità è stata evidenziata a partire dagli anni ’60, in seguito ad alcuni studi condotti su decine di lavoratori morti di tumore dopo aver lavorato nelle miniere di amianto. Solo agli inizi degli anni ’90, l’agenzia intergovernativa IARC, appartenente dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha confermato la cancerogenicità del minerale. Motivo per il quale l’Italia, insieme ad altri Stati, ha bandito tutte le attività collegate all’amianto con la legge 257 del 1992.
L’amianto è un potente cancerogeno responsabile di un gran numero di patologie tumorali. Queste patologie sono tutte caratterizzate da un lento processo di formazione (insorgono a distanza di più di 30 anni dall’esposizione al cancerogeno) e non si manifestano con particolari sintomi, se non quando si trovano già in uno stadio avanzato. Per tutte queste patologie, quindi, le percentuali di sopravvivenza sono davvero molto basse. Ecco perché spesso si ricorre alla radioterapia come protocollo di cura, in applicazione alla chemioterapia, operazione chirurgica e immunoterapia.
Amianto e tumori: assistenza medica e legale gratuita
La correlazione tra l’esposizione all’amianto cancerogeno e l’insorgenza di nuovi tumori è ormai scientificamente confermata. L’amianto è un minerale cancerogeno impiegato per moltissimi anni per in un gran numero di settori: industriale, dei trasporti, edile e per uso domestico. Secondo le statistiche divulgate dall’Osservatorio Nazionale Amianto, ente territoriale che tutela le vittime dell’amianto, solo in Italia muoiono più di 2000 persone l’anno per patologie asbesto correlate. Inoltre, i numeri delle nuove diagnosi sono in continuo aumento. Solo nel 2021, sono stati diagnosticati circa 6000 nuovi casi di patologie asbesto correlate.
Questa terribile condizione che caratterizza tutto il territorio nazionale è stata evidenziata anche nella recente pubblicazione dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Ne Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022, si affronta il problema dei ritardi con cui si sta procedendo alla bonifica su tutta la penisola. La negligenza delle Istituzioni sulla rimozione dell’amianto si ripercuote gravemente sulla salute umana, prima, e sulla salute ambientale, dopo. In Italia abbiamo ancora 2.292 scuole, 1.000 biblioteche ed edifici culturali e oltre 250 ospedali contaminati dalla fibra killer.
Questi numeri sono frutto della mappatura ufficiale realizzata dall’Osservatorio Nazionale Amianto, grazie ad uno strumento tecnologico che permette a tutti di segnalare in maniera anonima i isti contaminati dall’amianto. L’APP Amianto è uno strumento gratuito che può essere utilizzato dal proprio computer che dallo smartphone. Partecipa attivamente anche te nella lotta contro l’amianto.
Contattaci per richiedere maggiori informazioni
L’Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’Avv. Ezio Bonanni, offre servizio di assistenza legale e medica gratuita a tutte le vittime dell’amianto e ai loro familiari. Per svolgere al meglio il servizio di assistenza hanno istituito uno sportello online pronto a fornire supporto a tutte le vittime. Per ricevere maggiori informazioni è possibile mettersi in contatto con uno staff professionale e altamente specializzato tramite il numero verde 800 034 294 oppure compilando il form.
Ricordiamo che la consulenza è gratuita e che possono accedere al servizio anche i familiari delle vittime.