La sentenza della Corte di Appello di Venezia, nel processo Marina Bis, ha dato ragione alle vittime di amianto. Il 21 giugno è arrivata la sentenza di condanna per quattro ex ammiragli, accusati di omicidio colposo commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (art. 589 co 2 c.p.).
La sentenza di condanna, con pena sospesa e non menzione, è arrivata per:
- Agostino Di Donna, (due anni di reclusione);
- Angelo Mariani (un anno e sei mesi di reclusione);
- Guido Venturoni (un anno e sei mesi di reclusione);
- Sergio Natalicchio (un anno di reclusione).
La terza sezione penale della Corte di Appello di Venezia in sostanza ha riconosciuto la responsabilità penale della Marina Militare per la morte di due militari vittime di amianto, Francesco Paolo Sorgente e Tommaso Caserta. Di fatto ribaltando l’esito del primo grado, celebrato nel Tribunale di Padova. La diagnosi per le due vittime era stata di mesotelioma pleurico, una patologia gravissima strettamente correlata con l’esposizione alla fibra.
Processo Marina Bis, avvocato Bonanni: “Sentenza storica”
Le parti civili del processo Marina Bis, iniziato nel dicembre 2019 a Padova, sono rappresentate e difese dall’avvocato Ezio Bonanni – presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – coadiuvato dall’avvocato Maria Luisa Grecco. La richiesta di appello era intervenuta sia dalle parti civili che dal procuratore generale presso la Corte di Appello di Venezia, Antonio Mura. La stessa procura ha anche avocato sé le indagini per il processo Marina Ter, dopo che nel 2019 il pm Sergio Dini ne aveva chiesto l’archiviazione nonostante l’alto numero di parti offese: ben 1100.
Bonanni ha così commentato: “Questa sentenza apre un nuovo capitolo nella giurisprudenza, perché i giudici della Serenissima hanno riconosciuto la responsabilità penale della Marina Militare per la morte di due militari vittime dell’amianto. La Corte di Appello di Venezia, infatti, ha riconosciuto la sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita dai singoli marinai e l’insorgenza della relativa patologia. Nonché la presenza dell’altissima concentrazione di polvere e fibre di amianto a bordo dei navigli, inalate dai due marinai“.
I danni morali sono stati riconosciuti ai familiari delle vittime, nella misura di 50mila euro ciascuno. La provvisionale sarà immediatamente esecutiva per moglie e figli di entrambi i militari deceduti.
Il problema dell’amianto in Italia è ancora molto presente. Ci sono ancora 40 milioni di tonnellate sparse in centinaia di migliaia di siti e micrositi contaminati; parliamo di strutture private e pubbliche, come scuole, ospedali, caserme e, appunto, mezzi di trasporto come le navi militari. Sono stati 570 i casi di mesotelioma accertati solo tra i militari della Marina, sugli 830 censiti nel settore della Difesa. Il dato è della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati. L’unica soluzione per arginare le problematiche collegate all’amianto in futuro è procedere oggi con le bonifiche e mettere dunque in atto un’azione decisa di prevenzione.