In questo articolo facciamo una stima dei tassi di sopravvivenza degli ultimi anni sul cancro: sai che la media dei guariti dal cancro è aumentata e anche di molto e che i sopravvissuti sono milioni? Si chiamano cancer survivor e insieme ai progressi della ricerca, stanno aumentando.

Vediamo nel dettaglio quante sono le persone guarite dal cancro e concentriamoci insieme sulla speranza di un futuro libero dalla malattia per i pazienti oncologici. Vediamo anche quale può e deve essere il loro futuro, parlando ad esempio del diritto all’oblio per i cancer survivor.

Cancer survivor: quanti sono nel mondo i guariti dal cancro?

In Italia circa 6 persone su 10 sono vive dopo 5 anni da una diagnosi di cancro. Si tratta si più della metà. Questo dato è un dato medio: per alcuni tipi di cancro quindi le percentuali di sopravvivenza sono molto più alte. Per i tumori della tiroide la sopravvivenza a 5 anni arriva al 92 per cento per gli uomini e al 96 per cento per le donne; per i tumori del testicolo il 93 per cento.

Ma chi sono i “cancer survivor”?

Per l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) nelle “Linee guida lungoviventi”, pubblicate nel 2021 “nella maggior parte dei Paesi europei vengono considerati ‘sopravvissuti’ al cancro quei pazienti ancora in vita dopo 3 o 5 anni dalla diagnosi o dalla fine del trattamento e che si trovano in una condizione di remissione completa di malattia”. L’uso del termine “sopravvissuto al cancro” è dibattuto: in alcuni Paesi infatti si è proposto di sostituirlo con “persona che ha avuto il cancro”.

Solo nel nostro Paese la stima più recente di coloro che sono sopravvissuti al cancro è di circa 4 milioni. Un numero in aumento per diverse ragioni: più casi di cancroper via l’invecchiamento della popolazione, diagnosi precoce e trattamenti sempre più efficaci.

Il follow-up dei pazienti oncologici è sempre più importante

Diventa sempre più importante così l’esigenza di gestire al meglio il follow-ip post cancro. Oltre ai dolori, agli effetti collaterali della terapia e ai problemi psicologici e sociali subentrano quelli successivi. Ritornerà il cancro? I miei famigliari si ammaleranno? Potrò avere dei figli?

Molte associazioni, tra cui l’Osservatorio Nazionale Amianto, e centri di ricerca mettono a disposizione informazioni su come vivere al meglio dopo la diagnosi. I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi (CDCs), per esempio, hanno creato alcune guide per aiutare i pazienti a gestire i diversi aspetti della salute fisica, emotiva e sessuale.

Tra i consigli validi per tutti i pazienti vi sono le raccomandazioni a seguire una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura. Inoltre, tutti sono invitati a praticare attività fisica regolarmente, in base alle proprie capacità e condizioni di salute, e a fare il possibile per garantirsi una buona qualità del sonno. Un ruolo centrale hanno anche i programmi di riabilitazione che coinvolgono molti altri aspetti della vita dei pazienti (o ex-pazienti) e delle loro famiglie.

li psicologi e altri terapisti sono importanti per gestire al meglio gli effetti collaterali delle terapie (per esempio i problemi cognitivi che si presentano dopo alcuni trattamenti), ma anche per aumentare il benessere e ridurre stress, ansia e depressione. Magari attraverso piacevoli attività come l’arte, la musica o la danza. Leggi tutto sul Follow up per i pazienti che hanno superato il cancro

I cancer survivor definitivamente guariti: quanti sono?

Solo in Italia sono 1 milione. Ma chi può considerarsi definitivamente guarito? Sono coloro che non stanno più seguendo alcun trattamento e che hanno un’aspettativa di vita pari a quella della popolazione generale che non ha mai ricevuto una diagnosi di tumore.

Riconoscere a tali persone lo status di guarite è importante non solo per gli aspetti psicologici, ma perché ciò porta con sé anche importanti ricadute pratiche. Chi ha ricevuto una diagnosi di tumore nel corso della propria vita può infatti avere difficoltà a ottenere un mutuo o stipulare una polizza assicurativa.

Diritto all’oblio: una battaglia vinta anche in Italia per i guariti dal cancro

Sull’esempio di quanto già avvenuto in alcuni Stati europei, in Italia hanno preso il via diverse iniziative per garantire ai guariti dal cancro il “diritto all’oblio”, ovvero la possibilità di lasciarsi alle spalle la malattia anche nelle pratiche amministrative e burocratiche della vita di tutti i giorni. In Francia è stabilito per legge che le persone con precedente diagnosi di tumore non sono tenute a informare agenzie di prestito o assicuratori su tale diagnosi una volta trascorsi 10 anni dal termine delle terapie (5 anni nel caso di tumori diagnosticati prima della maggiore età).

La campagna “Io non sono il mio tumore”, condotta in Italia da Fondazione AIOM, è stata pensata proprio per aumentare la consapevolezza su questo tema anche nel nostro Paese e per promuovere una legge sul diritto all’oblio.

Le lagge per il diritto all’oblio del 2023 in Italia

Grazie anche alle 108.000 firme raccolte nella campagna, il testo di legge sul diritto all’oblio, è stato approvato dalla Camera dei Deputati nel luglio 2023. Ha ricevuto il via libera senza modifiche anche dal Senato qualche mese dopo, nel dicembre 2023. “La legge approvata anche al Senato e prevede il divieto di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica. Questo dopo 10 anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva di malattia in questo periodo. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni. Ma anche nei concorsi, qualora sia richiesta un’idoneità fisica, e nell’ambito delle procedure di adozione.