Il glioblastoma multiforme è un tumore molto aggressivo che colpisce le strutture nervose dell’organismo. Tra i fattori di rischio, responsabili dell’insorgenza della patologia, vi sono l’inquinamento ambientale da metalli pesanti, le radiazioni e l’amianto. Il tasso di incidenza di questo tumore è aumentato negli ultimi anni, a causa dei comportamenti sbagliati adottati dall’uomo.
Nei prossimi paragrafi affronteremo diversi aspetti della patologia, tra cui i fattori di rischio della malattia ed i protocolli di cura. Coloro che ricevono la diagnosi di glioblastoma possono rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto ed usufruire del servizio di assistenza legale e medica gratuita.
Glioblastoma multiforme: cause, diagnosi e cura
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Il tumore del cervello, noto con il nome di glioblastoma multiforme, è una patologia tumorale molto aggressiva che interessa il sistema nervoso centrale. Si sviluppa a partire da alcune cellule presenti nel cervello, che svolgono la funzione di sostegno per i neuroni. Queste cellule popolano il cervello, il tronco encefalico e il midollo spinale. Durante il loro differenziamento, le cellule con funzione di sostegno subiscono delle mutazioni a livello del patrimonio genetico ed assumono comportamenti anomali, tipici del tumore.
Questa forma di tumore rappresenta la metà dei tumori che si originano a livello cerebrale, e possono avere sia un’origine primaria che origine secondaria. Tuttavia, le forme di glioblastoma sono prettamente primitive, vale a dire che la diagnosi non rivela la presenza di ulteriori patologie, responsabili del tumore. Solo raramente la patologia insorge a seguito di patologie che interessano il sistema nervoso. Ad esempio: la neurofibromatosi, la sclerosi tuberosa, la sindrome di Li-Fraumeni, il retinoblastoma e la sindrome di Turcot.
Cause e fattori di rischio per il glioblastoma
Il tumore al cervello è una patologia che insorge prevalentemente nelle persone con età matura, compresa tra i 45 e i 75 anni. La frequenza con cui si manifesta la neoplasia è maggiore negli uomini rispetto alle donne. Questo perché, i fattori di rischio responsabili della neoplasia sono da ricercare negli ambienti lavorativi che impiegano manodopera prettamente maschile. Tra i fattori di rischio per il glioblastoma vi sono:
- le radiazioni ionizzanti: tipiche di alcune aree caratterizzate dalla presenza delle industrie siderurgiche o strutture in cui si effettuano esami diagnostici (radiografie, TAC, PET e scintigrafia). Naturalmente, gli effetti negativi dipendono dal tipo di radiazioni e dal tempo di esposizione;
- gli agenti inquinanti ambientali: come, ad esempio il cloruro di vinile, i pesticidi, il fumo, la raffinazione del petrolio e le diossine, il cui contatto avviene per esposizione ambientale;
- i metalli pesanti, come il mercurio, cadmio, cromo e piombo;
- le fibre di amianto, riscontrate nel cervello di ex dipendenti dell’industria siderurgica, deceduti per glioblastoma.
Recentemente, la patologia ha un’incidenza maggiore anche negli adolescenti. Il coinvolgimento degli adolescenti è dovuto alla presenza di differenti forme di inquinamento ambientale. Ad esempio, alcune zone della penisola presentano aree industriali che generano differenti forme di inquinamento, come, ad esempio, Taranto. Proprio in queste zone, il tumore al cervello è un evento frequente soprattutto nei bambini.
Come si manifesta il tumore del cervello
Come anticipato precedentemente, il glioblastoma è un tumore che colpisce il sistema nervoso centrale, ovvero il centro dei comandi della persona. Di conseguenza, i sintomi della patologia dipendono dalla sede e dalla dimensione della massa tumorale. Tuttavia, quando il tumore si trova nel suo stadio iniziale, di manifesta tramite: mal di testa, nausea, vomito, capogiri e disturbi dello stato di coscienza. Questi sintomi sono troppo generali e spesso non costituiscono un segnale di allarme per una patologia grave, come il glioblastoma.
Contrariamente, quando la patologia si trova in uno stadio avanzato, i sintomi sono più chiari e allarmanti. Questi includono: attacchi epilettici, disturbi del sonno, disturbi di tipo neurologico, disturbi della personalità e dello stato di coscienza. Tutti questi campanelli di allarme sono il chiaro segno che la massa tumorale sta causando una pressione intracranica sulle strutture nervose e bisogna agire tempestivamente.
Come diagnosticare la patologia da glioblastoma
La diagnosi di glioblastoma è tutt’altro che semplice. Le persone attinte da questa patologia si rivolgono al proprio medico curante, il quale effettua un’anamnesi completa dello stato di salute della persona. Durante il colloquio, il medico valuta i riflessi tendinei della persona, effettua un test oculare e lo stato mentale del paziente. In questo modo, è possibile valutare la presenza o meno di aree compromesse dalla patologia. In ultimo, potrebbe essere necessario anche una visita neurologica per valutare la presenza di problemi relativi a disturbi cognitivi, perdita di coscienza, etc.
Per approfondire il quadro clinico della persona, il medico prescrive degli approfondimenti diagnostici per individuare la sede e la dimensione della massa tumorale. Questi esami prevedono la:
- tomografia assiale computerizzata (TAC);
- tomografia ad emissione di positroni (PET);
- risonanza magnetica (RM).
Come curare il glioblastoma
Diagnosticare tempestivamente il glioblastoma permette alle persone di migliorare sensibilmente la qualità di vita. Infatti, se diagnosticato in fase iniziale, il glioblastoma può essere rimosso tramite intervento chirurgico. Questa tecnica permette la rimozione della massa tumorale per non compromettere le strutture nervose in prossimità della neoplasia. Tuttavia, non sempre l’intervento chirurgico è un protocollo risolutivo.
Il glioblastoma presenta un elevato profilo di invasività dei tessuti circostanti. Per questo motivo, anche se rimosso, il glioblastoma può ripresentarsi e continuare la sua crescita nelle strutture vicine. Motivo per il quale, ogni qual volta si rimuove la massa tumorale, all’operazione chirurgica vengono affiancati protocolli di cura come la chemioterapia e radioterapia. Queste ultime sono applicate anche quando il tumore si localizza in aree cerebrali profonde e la rimozione chirurgica non è indicata.
Così come la terapia con i campi elettrici e gli anticorpi monoclonali. Mentre con la prima, le cellule tumorali tendono a perdere la capacità di moltiplicarsi, con gli anticorpi monoclonali (bevacizumab), le cellule tumorali diventano il nemico del sistema immunitario.
Amianto cancerogeno: assistenza medico-legale gratuita
L’amianto, o asbesto, è un minerale di origine naturale estratto dalle rocce. Dal punto di vista morfologico, il minerale è costituito da minuscole fibrille che, se inalate o ingerite, possono causare seri danni all’organismo. In particolare, le fibre di amianto, superate le barriere chimiche e fisiche della persona, si insediano a livello degli organi, tra cui il cervello. Una volta penetrate nelle membrane causano lunghi processi infiammatori, responsabili della formazione del tumore.
La cancerogenicità dell’amianto è stata ipotizzata agli inizi degli anni ’60 e successivamente confermata negli anni ’90. Proprio in quegli anni, in Italia, come anche in altri paesi del mondo, l’amianto è stato messo al bando. Tutte le attività direttamente collegate al minerale, quali estrazione, lavorazione e vendita, sono state vietate con la legge 275 del 1992. Recentemente, anche l’ultima monografia IARC, il cui ruolo è quello di evidenziare i fattori ambientali che minacciano la salute dell’uomo, ha ribadito la cancerogenicità del minerale.
Ezio Bonanni, l’avvocato contro l’amianto
L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, da anni è schierato in prima linea nella lotta contro la fibra killer. É autore di numerose pubblicazioni che riguardano proprio la strage di morti causate da questo minerale fibroso, il cui utilizzo ha coinvolto diversi settori: da quello industriale, a quello tessile, dei trasporti e nel settore edile. In una sua recente pubblicazione, “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022“, l’avvocato Bonanni ha denunciato enormi quantità di amianto in siti di interesse nazionale. Come si legge dalla pubblicazione, in Italia vi sono ancora circa 40mila di tonnellate di materiali contenenti amianto, con circa 1milione di micrositi, e 50mila siti.
Questi dati emergono dalle numerose segnalazioni pervenute tramite lo strumento gratuito ideato dall’Osservatorio Nazionale Amianto: l’APP Amianto. L’applicazione permette a cittadini e istituzioni di segnalare gratuitamente e denunciare tramite immagini siti contaminati dalla fibra killer. In questo modo è possibile attivare la macchina dei controlli per procedere immediatamente alla bonifica di tutti siti per tutelare la salute umana e ambientale.
Assistenza gratuita per le vittime dell’amianto
L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto è stata istituita nel 2008 con lo scopo di dare voce a tutte le vittime dell’amianto, nonché ai loro familiari. Svolge servizio di assistenza e consulenza medico legale gratuita su tutto il territorio nazionale. L’associazione è impegnata in attività legate alla sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro e di sensibilizzazione verso tutte le sostanze cancerogene. Per ricevere maggiori informazioni sul servizio di assistenza legale e medica gratuita, è possibile contattare l’associazione tramite il numero verde 800 034 294, oppure compilando il form.
Professionisti ed esperti della materia saranno a vostra disposizione.