Emicrania, cefalea e pensione di invalidità: come funziona?

La cefalea e l’emicrania colpiscono un gran numero di individui in Italia e nel mondo. In alcuni casi le forme possono essere così gravi da essere invalidanti per la persona affetta.

Si sente spesso parlare di pensione di invalidità per l’emicrania e per la cefalea. In questa pagina facciamo carezza su cefalea e pensione di invalidità: vediamo che cos’è la pensione di invalidità parziale e quali sono i reguisiti per ottenerla e se è possibile ottenerla quando sono state diagnosticate cefalea o emicrania.

Definizione invalidi civili: chi sono?

Andiamo con ordine: chi sono gli invalidi civili? Sono considerati mutilati e invalidi civili, i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo (permanenti e croniche) che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno un terzo. Nel caso di minori sono considerati invalidi civili i bambini con persistenti difficoltà nel fare i compiti e nelle funzioni proprie della loro età.

Il grado minimo per la qualifica di invalido civile è di un terzo (33%) della riduzione permanente di capacità lavorativa, determinato da una tabella approvata con decreto del Ministro della Sanità del 5 febbraio 1992. .

Provvidenze a favore degli invalidi civili: quali sono?

Per i cittadini invalidi civili affetti da patologie che compromettono la normale capacità lavorativa, per chi è in età da lavoro (invalidità civile e lavoro), o da infermità che li rendono incapaci di svolgere le attività tipiche della loro età (per chi ha meno di 18 o più di 65 anni e 7 mesi di età), è prevista una serie di provvidenze, ratei mensili e altre forme di assistenza per diritti invalidi civili.

Tra queste ci sono l’assegno mensile di assistenza, la pensione di inabilità civile e l’indennità di accompagnamento. In più, ci sono le prestazioni dell’indennità mensile di frequenza, oltre alle prestazioni per ciechi civili (assoluti e parziali), pensione per sordomuti indennità comunicazione per sordomuti.

Requisiti per la pensione di invalidità civile: quali sono?

  1. età compresa fra i 18 e i 65 anni di età;
  2. essere cittadino italiano o comunitario residente in Italia, ovvero essere cittadino extracomunicario in possesso del permesso di soggiorno o carta di soggiorno per il lungo periodo; spetta, altresì, ai minori che risultino iscritti nella carta o permesso di soggiorno;
  3. avere il riconoscimento di un’invalidità dal 74% al 99%;
  4. i richiedenti-beneficiari devono trovarsi in stato di bisogno economico e possono essere anche titolari di un reddito annuo personale (con esclusione dei redditi percepiti dai componenti del proprio nucleo familiare) purchè non superiore ad Euro 19.461;
  5. non svolgere attività lavorativa ovvero svolgere attività lavorativa con percezione di un reddito inferiore a quello personale di € 19.461. Il richiedente-beneficiario potrà soddisfare tale requisito producendo annualmente, all’INPS, una dichiarazione sostitutiva, ai sensi dell’art. 46 del D.P.R. n.445/200, che attesti di non prestare alcuna attività lavorativa ovvero il certificato di disoccupazione o di disponibilità al lavoro rilasciato dal Centro per l’Impiego, territorialmente competente.
  6. l’importo del rateo per il 2024 ammonta ad € 333,33 ed è corrisposto per 13 mensilità;
  7. L’assegno d’invalidità civile è incompatibile con altre invalidità derivanti per causa di guerra, di lavoro o di servizio quindi anche con le pensioni dirette di guerra e con le rendite INAIL, salvo optare per il trattamento economico più favorevole;
  8.  L’assegno d’invalidità civile cessa di essere erogato al compimento del 65° anno di età e 7 mesi  dal momento che viene trasformato in assegno sociale laddove sussistano i richiesti requisiti per quest’ultimo.

Cefalea e pensione di invalidità civile: è possibile?

Con la Legge n.81/2020 la cefalea o emicrania cronica, accertata da almeno un anno da uno specialista del settore, viene riconosciuta come malattia sociale:
“La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, e’ riconosciuta come malattia sociale, per le finalita’ di cui al comma 2, nelle seguenti forme:
a) emicrania cronica e ad alta frequenza;
b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
c) cefalea a grappolo cronica;
d) emicrania parossistica cronica;
e) cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; f) emicrania continua”.

Cos’è una malattia sociale e invalidante?

Ma che cos’è una malattia sociale e quali vantaggi comporta? Malattia sociale è la «malattia che, a causa del considerevole numero dei soggetti colpiti, presenta una vasta diffusione e una notevole frequenza nei vari strati della popolazione, dimostrando perciò una significativa incidenza di morbosità, letalità e mortalità. La malattia può presentare anche una causa o concausa di predisposizione ad altre infermità, qualificandosi in ogni caso come stato anteriore di frequenti e gravi menomazioni organiche invalidanti, con necessità di cura prolungate con un non indifferente onere economico sia per il singolo sia per la società».

Colpisce quindi tantissimi individui, comporta gravi conseguenze, può essere addirittura letale, può predisporre ad altre malattie, anche invalidanti e necessita di cure prolungate ed ha un alto costo sociale.

La malattia sociale può essere quindi invalidante, ma il riconoscimento di una patologia come
sociale non comporta l’automatico riconoscimento di una percentuale d’invalidità.

Cefalea e pensione: può dare adito al riconoscimento di invalido civile?

Ai sensi dell’art.2 della legge 118/71 e succ. mod. sono “mutilati ed invalidi civili i cittadini affetti da
minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, …. che abbiano subito una riduzione
permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo (>33%) o, se minori di anni 18, che abbiano
difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età” e lo strumento guida per la
valutazione della riduzione della capacità lavorativa è rappresentato dall’applicazione delle tabelle di cui al DM 5.2.92 ove sono indicate diverse patologie ed ad ognuna viene attribuito un valore percentuale da fisso, a compreso tra un massimo ed un minimo.

La cefalea primaria cronica non è però inserita nelle citate tabelle e non viene quindi riconosciuta
dalle competenti Commissioni medico legali INPS per l’accertamento dell’invalidità civile.

Dal 2006, la cefalea primaria cronica ha trovato, tuttavia, riconoscimento da parte del servizio sanitario di alcune regioni, come Lombardia in primis (Circolare n. 30 del 14.12.2006 “ indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambito dell’invalidità civile” con annessa tabella ed indicazioni operative) seguita poi dalla Valle d’Aosta ( lettera 17.12.10 “ indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambiti dell’invalidità civile” con riferimento alla circolare della Regione Lombardia) e da altre regioni, facenti tutte comunque riferimento alle indicazioni della regione Lombardia, ove viene fornita una tabella valutativa che va da un minimo del 15% ad un massimo del 46% di invalidità, in rapporto alla cefalea per tipologia, frequenza, risposta ai trattamenti e comorbidità.

Quali sono quindi i diritti di un cittadino affetto da cefalea in alcune regioni?

Il cefalalgico riconosciuto invalido civile cioè con invalidità > al 33%, ha diritto:

  • concessione gratuita di ausili e protesi previsti dal nomenclatore nazionale ed è subordinata alle
  • patologie indicate nel verbale di invalidità;
  • elevazione del limite massimo di età per l’accesso ai concorsi pubblici (legge 288/78) dai 35 anni ai
  • 45 anni.

Cefalea e pensione: non si ha quindi diritto alla pensione di invalidità civile parziale a meno che la cefalea non vada a sommarsi ad altre patologie confermate.

La cefalea primaria cronica può dare adito al riconoscimento di uno stato di handicap?

L’accertamento dell’handicap segue una valutazione medio legale e medico-sociale della personalità e delle esigenze del soggetto portatore di handicap”, nell’ottica “dell’inserimento sociale” dello stesso (Circ. Ministero della Salute 30.10.1993 e 6.4.1994) e pertanto la persona viene considerata in modo globale e non solo limitatamente all’ambito di produttore di beni economicamente apprezzabili.

La “legge 104” risulta quindi, sulla base di quanto enunciato, ben applicabile ai soggetti affetti da
“cefalea primitiva cronica”, essendo tale patologia fortemente disabilitante e causa di difficoltà di
apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio
sociale o di emarginazione.

Si può avere quindi diritto ad alcune prestazioni di cui all’art.3, comma 1, della legge 104/92, come
ad esempio:

  • spese sanitarie: il disabile o il familiare che l’abbia fiscalmente a carico possono portare in
  • deduzione dal reddito complessivo ai fini fiscali: le spese mediche generiche (es. acquisto di
  • medicinali o per prestazioni del MMG); detrazione IRPF del 19% sulle prestazioni mediche
  • specialistiche per la parte eccedente € 129,11;
  • riduzione del 50% sul canone mensile di telefonia fissa, beneficio legate a soglie di reddito;
  • accessi a centri socio-riabilitativi ed educativi diurni
  • inserimento a corsi di formazione professionale istituiti per le persone handicappate
  • agevolazioni per recarsi al posto di lavoro
  • agevolazioni per l’avvio e lo svolgimento di attività lavorative autonome (Fondo sociale europeo),

La cefalea primaria cronica può dare adito al collocamento al lavoro?

La legge 68/99 promuove l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei soggetti disabili nel mondo del
lavoro, attraverso servizi di sostengo e di collocamento mirato, tenendo conto della concreta capacità e abilità lavorativa del disabile.

Gli aventi diritto al collocamento obbligatorio e mirato in ambito di invalidità civile sono i soggetti in età
lavorativa (dai 15 ai 65 anni) portatori di minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e portatori di handicap
intellettivo, con riduzione della capacità lavorativa > al 45%.

Il soggetto affetto da cefalea primaria cronica nelle forme con invalidità > al 45% (in riferimento alla
tabella della regione Lombardia) pertanto:

  • rientra nei soggetti che possono essere assunti in quota di riserva come invalidi civili;
  • può, in considerazione dei fattori stressogeni che possono essere presenti in ambito lavorativo (ad
  • esempio rumore e VDT) e scatenanti attacchi di cefalea, richiedere un collocamento mirato al lavoro
  • con valutazione funzionale.
Numero verde amianto
Assistenza gratuita amianto