Il risarcimento del danno biologico costituisce un aspetto cruciale del sistema legale, mirato a compensare in modo adeguato chi ha subito lesioni fisiche o psicologiche a causa di comportamenti illeciti, assicurando un trattamento equo e personalizzato nella determinazione dell’ammontare del risarcimento.
Il danno biologico è una componente del danno non patrimoniale. Consiste nella lesione dell’integrità fisica o psichica di una persona, riportata in seguito a una condotta illecita altrui. Le vittime di malattie professionali e di infortuni sul lavoro hanno diritto al risarcimento del danno biologico subito che viene calcolato in modo personalizzato. Tutte le vittime di illeciti hanno infatti diritto al risarcimento integrale dei danni subiti, che includono i danni patrimoniali e non patrimoniali, in tutte le loro componenti.
Anche i famigliari, eredi legittimi della vittima, hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti dalla vittima.
In questa guida scopriamo tutti sul risarcimento del danno biologico: cos’è, come si calcola e coem richiedere il risarcimento.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni, sui Presidente, offrono l’assistenza legale gratuita a tutte le vittime di illecito e in particolare ai lavoratori esposti ad amianto e ad altri patogeni sul luogo di lavoro.
Al termine di questa pagina è presente il form per richiedere una consulenza legale gratuita.
Danno biologico: cos’è e definizione precisa
Indice dei contenuti
La definizione di danno biologico è delineata nel secondo comma dell’articolo 139 del Codice delle assicurazioni private. Tale concetto è descritto come:
“una lesione temporanea o permanente all’integrità psicofisica della persona, che può essere accertata tramite perizia medico-legale, e che incide relativamente sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del soggetto danneggiato, indipendentemente dalle eventuali ripercussioni sulla sua capacità di guadagno”.
Perché il danno possa essere identificato come biologico, devono essere presenti determinati elementi:
- Lesione fisica o psicologica della persona;
- compromissione delle attività vitali del soggetto, interpretate nel senso più ampio possibile;
- esistenza di un nesso causale tra la lesione subita e la compromissione della vita del danneggiato.
Un danno, che deve essere giuridicamente riparato, deve essere la conseguenza di un comportamento doloso o colposo imputabile ad altri. Nel caso di danno biologico ciò che viene leso è il diritto di ogni persona alla salute. Questo diritto è riconosciuto e protetto nel nostro ordinamento giuridico nell’art. 32 della Costituzione, in artt. 2043 e 2059 del codice civile e in artt. 581, 582, 590 del codice penale.
Come si calcola il danno biologico?
I pregiudizi biologici sono danni alla salute, che devono essere provati mediante idonea certificazione medica. Una volta dimostrato, è possibile procedere con il calcolo e la quantificazione del danno biologico.
Per quanto riguarda il calcolo del danno biologico di lieve entità, la legge stabilisce criteri certi di liquidazione nel caso di lesioni micropermanenti (che non superano i 9 punti di invalidità). Invece, la quantificazione delle macrolesioni (superiori al 9%) avviene ricorrendo alle tabelle elaborate dal Tribunale di Milano, applicate su tutto il territorio nazionale.
Questo sistema ridetermina il quantum delle singole poste in relazione alle caratteristiche individuali del danneggiato, per la responsabilità contrattuale e per la responsabilità extracontrattuale.
Le Tabelle del Tribunale di Milano e il principio di equità
La Corte di Cassazione, in diverse sentenze, ha sottolineato l’importanza di una valutazione equitativa del danno biologico. Ad esempio, nella sentenza numero 12408 del 2011, si è stabilito che la Tabella del Tribunale di Milano costituisce un parametro generale di conformità per la valutazione equitativa del danno biologico, salvo circostanze concrete che giustifichino l’abbandono di tale parametro.
Tuttavia, è importante notare che la Corte di Cassazione, nella sentenza numero 5691 del 23 marzo 2016, ha chiarito che la quantificazione dei danni morali come una frazione del danno biologico non esclude la possibilità di una valutazione superiore a quanto stabilito nelle Tabelle del Tribunale di Milano.
Il giudice, nel determinare l’importo del risarcimento per il danno biologico, adotta un approccio equo, considerando fattori come l’entità della lesione, l’età della vittima e il grado di invalidità. La finalità è garantire un risarcimento integrale che rappresenti un’effettiva riparazione di tutte le utilità perdute dal danneggiato.
Responsabilità tra INAIL e datore di lavoro nel risarcimento del danno biologico
Nel caso di malattia professionale accertata, l’INAIL fornisce il risarcimento per il danno biologico (danno non patrimoniale) e quello relativo alle ridotte capacità lavorative (danno patrimoniale). Il differenziale del danno biologico e i danni aggiuntivi, noti come differenziali qualitativi (danno morale ed esistenziale), vengono integralmente risarciti dal datore di lavoro.
Inoltre, in base al grado del danno biologico:
- Se è inferiore al 6%, il datore di lavoro è totalmente responsabile del risarcimento, senza alcun contributo dall’INAIL;
- tra il 6% e il 15%, l’INAIL provvede al risarcimento del danno biologico, mentre tutte le altre componenti sono a carico del datore di lavoro;
- dal 16%, la vittima ha diritto a una rendita INAIL che copre il danno biologico e quello patrimoniale per le ridotte capacità di lavoro.
Risarcimento del danno per gli eredi della vittima
Come già accennato, il diritto del danneggiato al risarcimento del danno è trasmissibile agli eredi. I diritti dei familiari superstiti includono infatti il risarcimento di tutte le somme maturate e non riscosse dal loro congiunto, sia a titolo di danni patrimoniali che non patrimoniali (iure hereditario).
In caso di danno biologico terminale, il risarcimento è limitato all’inabilità temporanea. Tuttavia, la sua liquidazione deve considerare che, anche se temporaneo, tale danno è massimo nella sua entità e intensità. Infatti, la lesione alla salute è così elevata da non essere suscettibile di recupero (Cassazione, n. 15491, 8 luglio 2014; Cassazione, n. 23053, 30 ottobre 2009; Cassazione, n. 3549, 23 febbraio 2004).
Inoltre, se si configura un danno per la perdita del rapporto parentale, questo deve essere valutato insieme al risarcimento del danno morale iure proprio, subito dai congiunti.
Definizione di danno biologico terminale: qual è?
Il danno biologico terminale rappresenta la compromissione della salute subita da un individuo nell’arco temporale tra la lesione e l’avvenimento del decesso. Tale forma di danno è rilevante solo se si verifica un “apprezzabile lasso temporale” tra la lesione e la successiva morte, non essendo risarcibile in caso di decesso immediato.
Conformemente alla Corte di Cassazione (sentenze n. 23183/2014, n. 18163/2007 e n. 1877/2006), il danno terminale comprende sia un aspetto biologico relativo a un’invalidità temporanea totale che una componente di sofferenza psichica (danno catastrofale). Nella prima situazione, la liquidazione del danno si basa sulle tabelle riguardanti l’invalidità temporanea, mentre nella seconda si adotta un criterio equitativo puro, considerando l’entità del pregiudizio.
I criteri che orientano il risarcimento di questa tipologia di danno includono:
- Unitarietà e onnicomprensività (Cassazione, Sezioni Unite n. 26972/2008);
- Durata limitata, ossia il danno terminale può essere riconosciuto solo se tra le lesioni e la morte intercorre un periodo convenzionalmente massimo di 100 giorni;
- Coscienza, indicando che per ottenere il risarcimento del danno terminale è necessaria la prova della percezione della morte imminente da parte del soggetto danneggiato.
Assistenza legale per i diritti delle vittime
L’ONA, con la guida dell’Avv. Ezio Bonanni e del suo team di avvocati esperti, supporta tutte le vittime colpite da un danno biologico. Una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale, o causa di servizio, l’ONA assiste le vittime nella richiesta di tutti i risarcimenti. L’assistenza legale si affianca a quella medica e psicologica, garantendo una protezione completa.
È possibile richiedere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800 034 294 o compilando il form di seguito.