Ceritinib per la cura del tumore al polmone

ceritinib

Il Ceritinib è un medicinale usato nella chemioterapia del tumore al polmone. In particolare, è indicato in monoterapia per il trattamento in prima linea nei pazienti adulti ai quali sia stato diagnosticato un carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK); anche in stadio avanzato, nei pazienti precedentemente trattati con Crizotinib.

Il trattamento con questo farmaco deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nell’uso di
medicinali antitumorali.

In questa pagina vedremo quali sono le proprietà di questo farmaco, l’uso che se ne fa nella terapia oncologia del tumore al polmone e gli effetti che ha sull’organismo umano.

Certinib, cos’è? Scheda tecnica del farmaco

Il Ceritinib è un farmaco che si trova in forma di capsule rigide. Queste ultime devono essere assunte per via orale una volta al giorno insieme al cibo, sempre alla stessa ora. L’assunzione insieme al cibo, che può essere sia con un pasto leggero o completo, è importante perché permette al paziente di raggiungere l’esposizione appropriata al farmaco; i livelli plasmatici di picco sono stati raggiunti tra le 4 e le 6 ore dopo l’assunzione orale.

Le capsule non devono essere frantumate o masticate, ma devono essere deglutite intere con acqua. In caso di dimenticanza, la dose successiva deve essere recuperata a meno che non sia prevista entro 12 ore. In caso di vomito, il paziente non deve assumere una dose aggiuntiva, ma continuare con quella programmata successivamente.

Cceritinib è eliminato principalmente attraverso il fegato; molto meno per via renale, con livelli trascurabili. Il farmaco e i suoi metaboliti invece sono escreti principalmente attraverso le feci (68%); solo l’1,3% della dose orale è stata invece ritrovata nelle urine.

Meccanismo d’azione e Test per l’ALK

L’uso di Ceritinib avviene solo se il tumore è ALK positivo e tale stato deve essere accertato prima di iniziare la terapia. La valutazione deve essere eseguita in laboratori di dimostrata esperienza con la specifica tecnologia utilizzata, che disponga di un test dell’ALK accurato e validato. Esso si richiede di norma subito dopo la diagnosi di NSCLC. L’individuazione della mutazione ALK consente infatti al medico di avviare una terapia target, alla quale la maggior parte dei pazienti risponde in modo positivo.

Ceritinib è un potente inibitore orale altamente selettivo per l’ALK; ne inibisce le funzioni sia in vitro sia in vivo. ALK è un acronimo che sta ad indicare dall’inglese l’espressione “chinasi del linfoma anaplastico”: Anaplastic Lymphoma Kinase. Tale enzima, espressione del gene omonimo ad esso collegato, si trova sulla membrana cellulare e su di esso agiscono, oltre a Ceritinib, anche altri farmaci anti-tumorali come Alectinib, Brigatinib e Carboplatino.

Il test ALK, che consiste nell’analisi di un campione tissutale ottenuto con la biopsia, riesce ad identificare questo enzima. La terapia mirata permette di inibire funzione del gene ed impedisce così ai recettori tirosin-chinasici di trasmettere il segnale che va dalla superficie della cellula fino al suo interno. In questo modo si interferisce con la regolazione della proliferazione cellulare. Così avviene la funzione antitumorale.

Precauzioni di utilizzo per Ceritinib

L’utilizzo di Ceritinib, così come quello di ogni altro farmaco e degli altri antitumorali, deve avvenire con grande attenzione sia da parte del medico che del paziente. Delle modalità si assunzione del medicinale si è già parlato precedentemente, ora quindi parleremo di come sia necessario prestare la massima attenzione anche ad altri aspetti.

Ad esempio, bisogna tenere presente che il farmaco altera moderatamente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Quindi è importante mantenere una certa cautela se, durante il trattamento, si devono svolgere attività che comportino la guida di veicoli o l’uso di macchinari. Disturbi della vista e affaticamento sono infatti marcati e tipici dell’uso di Ceritinib e possono risultare pericolosi se si verificano durante queste attività.

Attenzione in gravidanza e allattamento

Un altro aspetto importante riguarda le donne in età fertile. Esse devono essere messe al corrente dei rischi dell’uso di Ceritinib e devono essere invitate ad usare metodi contraccettivi molto efficaci durante l’assunzione del farmaco, fino ai 3 mesi successivi all’interruzione del trattamento. Non ci sono infatti studi sufficienti ed il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, a meno non lo impongano le condizioni cliniche della donna.

Sebbene gli studi di tossicologia riproduttiva su ratti e conigli non abbiano indicato problemi di feto-tossicità o teratogenicità nelle femmine gravide dopo il trattamento con Ceritinib durante l’organogenesi (formazione delle varie parti del corpo nel feto), va detto infatti che l’esposizione plasmatica materna oggetto di osservazione durante quegli studi, era inferiore alla dose umana raccomandata.

Non è noto invece se Ceritinib causi o meno infertilità nei pazienti di sesso maschile e femminile.

In caso di allattamento, inoltre, non possono essere esclusi rischi per il neonato. Infatti non è noto se il Ceritinib o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno; non ci sono dati ad indicare che ciò non avvenga quindi per il principio di precauzione si deve scegliere se interrompere la terapia o l’allattamento. In questa scelta devono essere tenuti in conto i benefici di entrambi, sia della madre (nel proseguire la terapia) che del bambino (nel proseguire l’allattamento).

Ceritinib, i possibili effetti collaterali

Alcuni farmaci antitumorali, nella loro azione di cura di alcune neoplasie, hanno come effetto collaterale la generazione di altri tumori. Per quanto riguarda Ceritinib, non sono stati eseguiti studi di carcinogenicità, ossia per la capacità del farmaco di generare un carcinoma, quindi non si hanno informazioni su questa eventualità.

In ogni caso, in base alle condizioni di tollerabilità individuali, si può rendere necessaria la riduzione della dose, una temporanea sospensione del farmaco o la definitiva interruzione.

Casi di sospensione di Ceritinib

Il Ceritinib si sospende quando si verificano alcuni effetti collaterali che possono essere piuttosto severi. Tra questi ci sono:

  • nausea, vomito o diarrea non più tollerabili per il paziente, che non vanno via nemmeno con una terapia antiemetica o antidiarroica;
  • l’aumento di alanina aminotransferasi (ALT) o di aspartato aminotransferasi (AST) di 5 volte il limite superiore al normale, con una concomitante bilirubina totale ≤2 volte il valore normale;
  • QT corretto per la frequenza cardiaca (QTc) 500 msec in almeno 2 distinti elettrocardiogrammi (ECGs);
  • condiziozione di bradicardia sintomatica, che richiede un intervento medico;
  • iperglicemia persistente superiore a 250 mg/dl nonostante la terapia anti-iperglicemica;
  • aumento dei livelli di lipasi o amilasi di grado ≥3; si sono verificati casi di pancreatite.

Casi di interruzione definitiva di Ceritinib

Può essere necessario interrompere in modo definitivo il Ceritinib in determinati casi:

  • aumento di ALT o di AST >3 volte il livello normale, con un aumento concomitante della birulibina totale di 2 volte il valore normale; si sono infatti verificati casi di epatotossicità nell’1,1% dei pazienti;
  • malattia polmonare interstiziale (ILD)/polmonite di qualsiasi grado correlata al trattamento; la maggior parte dei casi gravi o pericolosi per la vita del paziente che si sono verificati, sono migliorati oppure si sono risolti con l’interruzione del trattamento; i pazienti devono essere sempre monitorati per i casi di ILD o polmonite devono essere escluse altre cause;
  • QTc >500 msec o variazioni >60 msec rispetto al valore basale e torsione di punta o tachicardia ventricolare polimorfa o segni/sintomi di aritmia grave; un prolungamento del QTc può portare ad un aumentato rischio di tachiaritmie ventricolari e il Ceritinib deve essere evitato nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo, mentre deve essere valutato attentamente in coloro che soffrono di preesistente bradicardia in pazienti che hanno una storia o una predisposizione per il prolungamento del QTc ed in coloro che assumono farmaci anti-aritmici;
  • in caso di bradicardia pericolosa per la vita, l’uso del farmaco deve essere interrotto definitivamente se non si identifica un altro medicinale concomitante che possa aver contribuito a tale condizione.

Prevenzione del tumore al polmone

Per dare un’idea di quanto sia diffuso il tumore al polmone, basti pensare al dato del decennio compreso tra il 2005 e il 2015: ha fatto registrare 17,5 milioni di nuovi casi e causato la morte di 8,5 milioni di persone su scala mondiale. In Italia si registrano circa 6.000 morti all’anno per tumore al polmone. Con le sue oltre 40mila nuove diagnosi per il 2020, in base ai dati AIRTUM, rappresentano il 14,1% di tutte le diagnosi di tumore negli uomini e il 7,3% nelle donne.

Bisogna distinguere tra tumore al polmone a piccole cellule (microcitoma) e non a piccole cellule (NSCLC).

Ciò caratterizza il primo tipo è la sua particolare aggressività, ma è che meno frequente. La neoplasia si sviluppa nelle cellule neuroendocrine dell’epitelio che riveste i bronchi ed attacca l’area centrale dei polmone e poi si espande nei bronchi. Il tumore al polmone non a piccole cellule invece è il più frequente (circa il 70% dei casi) ed origina dai tessuti epiteliali bronchiali e dal parenchima polmonare. A sua volta il NSCLC si distingue in carcinoma polmonare a cellule squamose, adenocarcinoma al polmone e carcinoma indifferenziato del polmone a seconda di come evolve.

Fattori di rischio per il tumore al polmone

Il principale tra i fattori di rischio per lo sviluppo di un tumore al polmone è il fumo di sigaretta: è il responsabile di circa il 90% dei casi e a causarlo è sia quello attivo che passivo; Europa e Stati Uniti le zone a maggiore diffusione.

Generalmente il tumore al polmone è asintomatico negli stadi iniziali, quindi è difficile da diagnosticare nelle prime fasi. Spesso infatti la neoplasia, nel momento in cui ci si accorge della sua presenza, è già avanzata e metastatica. Alcuni sintomi possono però fare da campanello d’allarme e sono: difficoltà respiratorie, tosse persistente, emottisi (perdita di sangue insieme ai colpi di tosse), senso di oppressione al torace, perdita di peso. In caso di comparsa di sintomi come questi, in particolare se si è stati o si è fumatori, o se si è consapevoli di essere stati esposti a sostanze cancerogene o potenzialmente dannose per la salute come amianto, radon, nichel, arsenico; oppure se si vive in un ambiente con particolare inquinamento atmosferico, bisogna immediatamente consultare il medico.

Consulenza gratuita per Ceritinib

Per una consulenza gratuita su Certinib o sugli altri farmaci chemioterapici usati in caso di tumori ALK positivi come Alectinib, Brigatinib e Carboplatino; oppure per saperne di più sugli inibitori di replicazione cellulare come Cisplatino, Gemcitabina, Nintedanib, Pemetrexed, Taxolo e Trametinib; oppure anche su Etoposide, Osimertinib e Vinorelbina, puoi contattare l’Osservatorio Vittime del Dovere ai numeri riportati in calce, o anche compilare il form per essere ricontattato.

L’Osservatorio Vittime del Dovere è una associazione di volontariato che si propone come punto di riferimento e di orientamento per i pazienti e i loro familiari attraverso una corretta informazione, che è anche uno degli strumenti primari di prevenzione. Naturalmente il parere del medico curante e del Sistema sanitario nazionale sono sempre i primi da ascoltare e tenere in considerazione, la consulenza gratuita proposta dall’Osservatorio Vittime del Dovere è da considerarsi una seconda opinion.

Per ottenere la consulenza gratuita è possibile contattare ai riferimenti di seguito.

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