Sono sempre più in crescita le nuove diagnosi di patologie asbesto correlate. L’amianto, putroppo, è ancora presente in Italia, così come nel resto del mondo, anche in quei paesi in cui il suo utilizzo è stato bandito. Questo provoca tutt’oggi esposizioni morbigene, soprattutto in campo professionale. Infatti, nel settore industriale questo minerale è stato largamente utilizzato negli anni precedenti al suo divieto di utilizzo. A conferma di questo dato, le numerose morti di amianto in Italia che non accennano a rallentare. Tra le nuove diagnosi, oltre a quelle di mesotelioma, conosciuto anche come il tumore dell’amianto, sono tante quelle di asbestosi, un’altra delle malattie asbesto correlate.
Asbestosi: come riconoscerla? I sintomi
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L’asbestosi è una delle patologie provocate dall’amianto principalmente diffuse. Si tratta di una forma di fibrosi interstiziale polmonare causata dall’esposizione a questo minerale cancerogeno. Questa patologia prende proprio il suo nome dal termine asbesto, altra denominazione dell’amianto. Quando questo minerale cancerogeno si deteriora muta a uno stato friabile e le sue polveri e fibre si aerodisperdono causando esposizioni potenzialmente pericolose per la salute umana.
Infatti, le fibre di amianto possono essere inalate e ingerite in assenza degli adeguanti strumenti di prevenzione tecnica e protezione individuale. Entrando all’interno dell’organismo, quest’ultime si depositano sulla pleura, lo strato che riveste i polmoni, e possono causare un’infiammazione. In tali circostanze, si potrebbe sviluppare l’asbestosi.
Questa patologia si manifesta attraverso una specifica sintomatologia, che appare ancor più evidente nel corso dell’infiammazione pleuropolmonare. I sintomi riconducibili all’asbestosi sono principalmente dispnea progressiva sotto sforzo, tosse non produttiva e affaticamento. Già alla prima comparsa dei sintomi è consigliabile, infatti, rivolgersi a un medico curante che potrà guidare il paziente verso una corretta diagnosi in tempi brevi, in maniera tale da poter accedere alle adeguate cure e trattamenti.
Diagnosi e trattamenti possibili per l’asbestosi
La diagnosi dell’asbestosi si basa principalmente sull’anamnesi clinica e viene confermata dai successivi esami diagnostici. Generalmente, questa patologia può essere accertata mediante reperti di RX o TC del torace. Questi esami, infatti, riescono ad evidenziare eventuali alterazioni polmonari, provocate dalla stessa asbestosi. Specialmente in caso di pregressa e accertata esposizione ad amianto, è fondamentale la sorveglianza sanitaria che permette una diagnosi precoce, con conseguente e tempestivo ricorso ai trattamenti adeguati. Quindi, in quei specifici casi di sospetta asbestosi è importante il monitoraggio della funzione respiratoria, attraverso esami spirometrici e misurazione DLCO. Solo se la patologia è particolarmente estesa si procede con controlli più approfonditi, come una biopsia.
Si può guarire dall’asbestosi?
Solo dopo aver confermato la diagnosi di asbestosi, i medici possono procedere con un’adeguata prescrizione dei trattamenti. Tuttavia, ad oggi non c’è ancora una cura definitiva per questa patologia amianto correlata. Eppure, esistono diversi approcci terapeutici che possono migliorare le funzioni respiratorie e quindi anche le aspettative e la qualità della vita. Pertanto, in tali circostanze, i medici consigliano l’utilizzo di farmaci a base di cortisone, broncodilatatori e, solo in determinati casi, anche un supporto con bombola di ossigeno.
Come tutelarsi legalmente dopo un’esposizione ad amianto
L’asbestosi, così come tutte le altre patologie asbesto correlate, è sempre provocata da una incautelata esposizione ad amianto. Quest’ultima, nella maggioranza dei casi, si verifica in ambiente lavorativo. Infatti, l’amianto è stato largamente impiegato nell’edilizia e nei cantieri navali, oltre che in numerose realtà industriali. A conferma di quest’evidenza, negli ultimi anni e ancora tutt’oggi stiamo assistendo a una vera e propria epidemia di malattie asbesto correlate.
Purtroppo, i tempi di latenza che trascorrono dall’esposizione cancerogena e l’insorgenza della malattia, anche in caso di asbestosi, sono abbastanza lunghi, pari a circa 20-40 anni. Eppure, realtà come l’Osservatorio Nazionale Amianto assicurano a tutte le vittime dell’amianto e agli eventuali eredi di coloro che purtroppo sono deceduti un’adeguata tutela legale.
L’INAIL, infatti, ha aggiornato le tabelle delle malattie professionali inserendo anche quelle patologie legate all’esposizione ad amianto. Tra queste l’asbestosi si trova nella Lista I, che comprende tutte quelle patologie di cui si presume l’origine professionale, rendendo sufficiente al riconoscimento INAIL la sola prova della presenza di amianto nell’ambiente lavorativo. In tal senso, si può quindi procedere al riconoscimento di malattia professionale e conseguente costituzione delle prestazioni previdenziali spettanti.
L’impegno dell’ONA a tutela delle vittime dell’asbesto
L’Osservatorio Nazionale Amianto, guidato dal suo presidente Avv. Ezio Bonanni, si occupa della tutela delle vittime dell’amianto e di tutti coloro che hanno subito eventuali esposizioni a sostanze cancerogene e pericolose per la salute umana. L’associazione, che agisce su scala nazionale, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica amianto attraverso l’organizzazione di conferenze e incontri di studio, offre a tutti coloro che hanno subito una pregressa esposizione una consulenza medica e legale. Non solo per accedere alle cure in modo tempestivo e accertare una corretta diagnosi, ma anche per ricevere tutti i benefici spettanti per legge.