Nintedanib è un farmaco per la chemioterapia che ha un meccanismo d’azione multiplo. Agisce infatti su ben tre fattori di crescita delle cellule e blocca la segnalazione intracellulare; quest’ultima è di fondamentale importanza per la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule endoteliali e perivascolari.
Si somministra per via orale, generalmente in associazione a Docetaxel, nei pazienti affetti da carcinoma
polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato, metastatico o localmente ricorrente, con istologia adenocarcinoma dopo una chemioterapia di prima linea.
Il cancro tipo NSCLC rappresenta circa l’85% dei casi di tumore al polmone, che in Italia ha ancora una forte incidenza. Soltanto nel 2020, infatti, sono state registrate circa 40 mila nuove diagnosi. La popolazione maggiormente colpita è quella maschile (27.500 casi), di cui rappresenta il 14% delle diagnosi totali di cancro e si attesta come seconda neoplasia per frequenza. Anche la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è più sfavorevole per gli uomini: solo il 16%, contro il 23% nelle donne. Sono attualmente 117.800 in Italia le persone che vivono con una diagnosi di tumore del polmone (77.200 uomini e 40.600 donne).
Il Nintedanib è stato usato anche nella cura del mesotelioma pleurico maligno inoperabile: in uno studio del 2017 il farmaco è stato aggiunto alla chemioterapia standard di Pemetrexed e Cisplatino. I dati – presentati poi al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) – hanno visto una riduzione del 46% del rischio di progressione della malattia, ed allo stesso tempo il miglioramento della sopravvivenza complessiva.
Cosa è Nintedanib: la scheda tecnica
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Nintedanib è un farmaco orale, che si trova in forma di capsule molli. Deve essere assunto di preferenza con il cibo e con acqua; la capsula non deve essere masticata, aperta o frantumata, ma deve restare intera. Questo farmaco altera lievemente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. E’ opportuno quindi che durante il trattamento i pazienti non eseguano azioni che necessitano la guida. Se si dimentica di assumere la dose, si deve procedere soltanto alla somministrazione successiva, all’orario previsto. Non prendere una dose aggiuntiva.
Questo farmaco può essere usato in associazione con docetaxel. I pazienti possono continuare la terapia con Nintedanib anche dopo l’interruzione dell’altro farmaco, finché permane un beneficio clinico o finché non si verifica tossicità inaccettabile. Come per ogni farmaco chemioterapico, il trattamento deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto e specializzato.
Precauzioni di utilizzo per Nintedanib
Nintedanib non deve essere assunto se esiste ipersensibilità nota al principio attivo, oppure alle arachidi o alla soia o ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nel farmaco.
Non deve essere assunto nemmeno in gravidanza: non ci sono informazioni sull’uso umano, ma negli studi preclinici sugli animali è stata riscontrata tossicità riproduttiva, quindi anche nell’uomo può causare danni al feto; consigliato effettuare un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento e se la gravidanza si verifica durante la terapia, bisogna subito informare il medico; la donna invece deve essere informata sui rischi per il feto e deve essere considerata l’interruzione del trattamento. Perciò deve essere sempre consigliato di usare metodi contraccettivi molto efficaci all’inizio e durante il trattamento, e per almeno 3 mesi dopo l’assunzione dell’ultima dose; per quanto riguarda la contraccezione femminile, si è visto che Nintedanib non influenza l’esposizione plasmatica a Etinilestradiolo e Levonorgestrel.
Per quanto riguarda l’allattamento, non ci sono informazioni sull’escrezione di Nintedanib e dei suoi metaboliti nel latte materno. Tuttavia il rischio non può essere escluso, quindi l’allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento.
Relativamente alla fertilità, a differenza di altri chemioterapici, non c’è evidenza per il Nintedanib di compromissione della fertilità maschile, almeno in base a quanto emerso dagli studi preclinici; sui potenziali effetti sulla fertilità femminile invece non ci sono informazioni.
Nintedanib: eventuali effetti collaterali e reazioni avverse
Bisogna prestare particolari attenzioni nella somministrazione di farmaci chemioterapici, perché possono avere effetti collaterali o indesiderati. In particolare con il Nintedanib (in associazione a docetaxel) sono stati osservati eventi avversi gravi con maggiore frequenza nei pazienti di peso inferiore ai 50 kg, che quindi devono essere monitorati con particolare attenzione.
Quando si verifica una reazione avversa o qualche effetto collaterale, si può iniziare il trattamento dei sintomi; la gestione può comportare la riduzione della dose del chemioterapico o la sospensione temporanea dell’intera terapia. La misura può essere adottata finché la specifica reazione avversa non rientri oppure torni a livelli accettabili, che consentono quindi il proseguimento della terapia.
Eventuali sintomi a livello gastrointestinale
- Diarrea: è la reazione avversa più frequente nei pazienti trattati con Nintedanib. E’ stata inoltre rilevata una stretta connessione temporale con la somministrazione di docetaxel. Il livello è in genere da lieve a moderato; i casi gravi hanno portato a disturbi elettrolitici. La raccomandazione è che la diarrea sia trattata subito, alla comparsa dei primi segni: il paziente deve essere idratato in modo adeguato e mediante la somministrazione di medicinali antidiarroici. La terapia può anche essere sospesa o ridotta; può essere interrotta se le condizioni lo richiedono.
- Nausea e vomito: i casi segnalati riguardano una severità che va da lieve a moderata. La terapia con Nintedanib anche in questo caso può essere sospesa, ridotta o interrotta e possono essere necessarie terapie di supporto per trattare i sintomi con medicinali antiemetici e con una adeguata idratazione. Se il paziente mostra segni di disidratazione, bisogna somministrare elettroliti e liquidi.
- Danno epatico: osservati casi di danno epatico da farmaci (anche fatali). Prima di ogni trattamento in associazione con docetaxel quindi devono essere esaminati i livelli di transaminasi, ALP e bilirubina; il monitoraggio può proseguire mensilmente se il Nintedanib è somministrato in monoterapia dopo il docetaxel.
- Perforazioni gastrointestinali: bisogna prestare attenzione ai pazienti che in passato hanno subìto interventi chirurgici nella zona addominale; Nintedanib può essere iniziato a distanza di almeno 4 settimane dopo un intervento di chirurgia maggiore e la terapia deve essere interrotta nei pazienti per i quali si verifica una perforazione gastrointestinale.
Altri sintomi che possono presentarsi durante la terapia
- Neutropenia e sepsi: l’emocromo deve essere monitorato in modo costante, in particolare se al trattamento con Nintedanib è associato quello con docetaxel; l’emocromo completo deve essere eseguito all’inizio di ogni ciclo, in prossimità del nadir, e poi anche dopo l’ultimo ciclo.
- Compromissione della funzionalità renale, talvolta con esito fatale. Durante il trattamento con Nintedanib, bisogna monitorare i pazienti costantemente, in modo tale da aggiustare eventualmente la terapia.
- Emorragia: l’assunzione di Nintedanib può provocare un aumento del rischio di sanguinamento. Si manifesta come epistassi, da livello lieve a moderato; in tal caso deve essere preso in considerazione l’adeguamento della dose, la sospensione o l’interruzione a seconda della gravità dei sintomi.
- Tromboembolia venosa: il rischio risulta aumentato per embolia polmonare e trombosi venosa profonda. I pazienti devono essere attentamente monitorati; il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che possono avere reazioni potenzialmente letali.
- Tromboembolia arteriosa: nei pazienti che presentano fibrosi polmonare idiopatica (IPF) trattati in monoterapia con Nintedanib, si è riscontrato un aumento della frequenza degli eventi tromboembolici arteriosi. Nei pazienti che presentano segni/sintomi di ischemia miocardica acuta bisogna prendere in considerazione la sospensione del trattamento.
Oltre Nintedanib: gli altri antitumorali
Oltre al Nintedanib, ci sono numerosi altri tipi di farmaci chemioterapici (antitumorali). Quelli che come il farmaco trattato in questa guida rientrano nella classificazione degli inbitori della crescita e divisione cellulare, sono: Cisplatino, Gemcitabina, Pemetrexed, Taxolo e Trametinib.
Poi ci sono gli inibitori di ALK, enzima espressione dell’omonimo gene, che sono: Alectinib, Brigatinib, Carboplatino, Ceritinib e Crizotinib. E ancora poi troviamo farmaci utili per altre forme tumorali: Etoposide, Osimertinib, Vinorelbina.
I tumori e l’importanza della prevenzione
“L’elevata incidenza di tumore del polmone, sia negli uomini che nelle donne, e le statistiche di mortalità legata a questo tumore, impongono di non dimenticare mai l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio“. Sono le parole contenute nel Rapporto “I numeri del cancro in Italia 2021“, che riporta i principali dati epidemiologici in Italia sui vari tipi di tumore, e che si riferiscono in questo caso al tumore al polmone.
La prevenzione primaria, come è stato sottolineato, è fondamentale per prevenire le forme tumorali ed in particolare quelle legate al polmone, che molto derivano dallo stile di vita personale. I maggiori fattori di rischio sono infatti: oltre al fumo di sigaretta (attivo e passivo), che è responsabile di circa 8 tumori su 10, ci sono anche l’esposizione all’amianto (asbesto), al radon ed ai metalli pesanti. Gli ultimi tre sono soprattutto di natura professionale, cioè le persone sono esposte a questi agenti cancerogeni a causa del proprio lavoro. Per determinate categorie, infatti, dalla norma sono previste particolari tutele e un monitoraggio di salute (prevenzione secondaria) per verificare l’insorgenza di eventuali patologie ed intervenire subito in caso di diagnosi, che si spera il più possibile precoce.
(…)Ad oggi, una percentuale limitata dei casi di NSCLC viene diagnosticata in stadio iniziale (nel quale i pazienti sono potenzialmente candidati all’intervento chirurgico, eventualmente seguito da chemioterapia allo scopo di ridurre il rischio di recidiva) o in stadio localmente avanzato (nel quale il trattamento si basa sull’impiego di chemioterapia, radioterapia ed eventualmente, al loro completamento, immunoterapia)“.
I ritardi nella prevenzione in Italia
Il tema della prevenzione è stato ampiamente trattato in tutte le sue sfaccettature dall’avv. Ezio Bonanni nelle pubblicazioni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“ e “Come curare e sconfiggere il mesotelioma ed ottenere tutele previdenziali e il risarcimento danni“; e sottolineata più volte in incontri istituzionali come quello a livello nazionale con l’on. Andrea Costa e a livello locale, come nell’intervento in una commissione comunale a Latina.
Si è detto che il Nintedanib è stato usato in via sperimentale anche per la cura del mesotelioma. Questo genere di tumore, che interessa il rivestimento degli organi interni di addome, testicolo, polmoni e cuore, è causato quasi esclusivamente dalla presenza di asbesto nell’ambiente. La legge 257/92 ha vietato l’uso dell’amianto in Italia ma le bonifiche sono in drammatico ritardo in Italia e, sia per malattia latente sia per esposizioni a luoghi ancora contaminati, continuano a svilupparsi malattie asbesto correlate e si aggiungono sempre nuove diagnosi di cancro. In assenza delle bonifiche la situazione non cambierà.
La prevenzione terziaria infine permette di attivare tutte le modalità di assistenza – previdenziale, assicurativa, legale – soprattutto se c’è un danno e la patologia viene riconosciuta come professionale.
Nintedanib: ottenere una consulenza gratuita
L’Osservatorio Vittime del Dovere APS offre consulenza gratuita scritta per Nintedanib, tumore del polmone, altri farmaci e patologie, grazie ai professionisti volontari di cui si avvale. L’associazione nasce come guida, supporto e orientamento per chiunque desideri affrontare al meglio la propria condizione di salute e i propri diritti. Sempre con la giusta e corretta informazione, che è anche questo un importante strumento di prevenzione: per questo motivo ha deciso di far nascere anche la testata giornalistica “Diritto alla Salute“, il suo organo di informazione ufficiale e che spazia tra informazioni settoriali e news in ambito scientifico e medico.
La consulenza dell’Osservatorio Vittime del Dovere ovviamente non sostituisce il parere del medico curante o i servizi del Sistema sanitario nazionale: il riferimento principale del paziente devono essere sempre loro e questo è un principio che l’Osservatorio ci tiene a rispettare.
Per richiedere la consulenza gratuita si possono chiamare il numero verde o di whatsapp, oppure si può compilare il form in modo da essere ricontattati.