La chemioterapia rappresenta il protocollo terapeutico maggiormente utilizzato per un gran numero di tumori. L’obiettivo del trattamento medico è quello di rallentare la replicazione delle cellule tumorali e condurle alla morte. Attualmente sono stati individuati più di 200 patologie tumorali che differiscono tra loro per il profilo genetico, morfologico e istologico. Proprio sulla base di queste differenze, negli anni, sono stati individuati differenti molecole in grado di migliorare le condizioni di vita del paziente.
Differentemente dagli altri protocolli oncologici, come l’operazione chirurgica, la radioterapia e l’immunoterapia, la chemioterapia è particolarmente idonea per la guarigione delle patologie asbesto correlate. In particolar modo, la chemioterapia permette di migliorare sensibilmente le sofferenze dei pazienti con mesotelioma maligno, un tumore particolarmente aggressivo che conduce velocemente alla morte.
Chemioterapia, tumori e farmaci citotossici
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Il trattamento chemioterapico è una terapia che si basa sulla somministrazione di farmaci citotossici in grado di provocare la morte delle cellule ad elevato tasso di replicazione. I farmaci citotossici sono assunti in mono terapia o con terapia di combinazione o insieme ad altri trattamenti oncologici. Talvolta, la terapia di combinazione tra farmaci chemioterapici e trattamenti oncologici permette al paziente un maggiore beneficio.
I tumori non sono tutti uguali. Differiscono tra loro per le caratteristiche genetiche, per il profilo molecolare, per l’istologia cellulare e per le modalità di cura. Tuttavia, i tumori sono accomunati quasi tutti dallo stesso comportamento invasivo e replicativo. Per questo motivo, negli anni, è stata maturata l’esigenza di sviluppare una medicina di precisione basata proprio sulle caratteristiche della singola forma tumorale.
Quando l’oncologia incontra la chemioterapia
Nella metà degli anni ’90, l’oncologia ha accolto tra i propri protocolli di cura la chemioterapia. Questo incontro, del tutto inaspettato, si è verificato in seguito ad un episodio curioso. Infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, una nave carica di bombe contenenti gas di mostarda è stata fatta brillare. Migliaia di donne e uomini a bordo nave sono morti in seguito all’esposizione a fumi e gas tossici liberati dall’esplosione. Le esalazioni liberate provocarono una netta diminuzione delle cellule del midollo osseo che sono cellule caratterizzate da un elevato tasso di replicazione.
Così, Paul Ehrlich coniò il termine “chemioterapia” dopo aver scoperto che alcune molecole sintetiche realizzate in laboratorio erano in grado di uccidere i microorganismi patogeni. Solo successivamente, questi farmaci furono utilizzati per sconfiggere alcune forme di tumore, rivoluzionando per sempre il campo oncologico.
Farmaci chemioterapici, somministrazione e piani terapeutici
I farmaci chemioterapici sono molecole sintetiche prodotte in laboratorio per provocare la morte delle cellule con elevato tasso di replicazione. Purtroppo non sono farmaci selettivi, quindi possono intaccare anche le cellule sane che si rinnovano continuamente. Infatti, vi sono alcuni organi che sono maggiormente sensibili alla somministrazione di questi farmaci. Ad esempio, il midollo osseo, le mucose orali, quelle gastrointestinali, la cute ed i follicoli piliferi hanno cellule caratterizzate da un elevato tasso di moltiplicazione.
La chemioterapia prevede l’assunzione di farmaci secondo uno schema ciclico, intervallato da un periodo di riposo. In questo modo, le cellule sane del corpo che subiscono gli effetti negativi della chemioterapia possono riprendersi dai danni subiti. Grazie alla somministrazione di questi farmaci, i pazienti oncologici possono:
- guarire dalla malattia: quando i farmaci chemioterapici individuano e uccidono tutte le cellule tumorali presenti dell’organismo;
- ridurre la massa del tumore: quando i farmaci utilizzati per la chemioterapia riducono sensibilmente le dimensioni del tumore prima dell’intervento chirurgico, oppure migliorano la sopravvivenza del paziente garantendo una buona qualità di vita;
- ridurre le possibilità di recidiva: quando i farmaci vengono somministrati a scopo preventivo dopo la guarigione o dopo un intervento chirurgico. In questo modo prevengono eventuali forme di recidiva della malattia o eliminano tutte le cellule del tumore;
Quando scegliere la chemioterapia per curare i tumori
I malati oncologici possono usufruire della chemioterapia in diversi momenti della malattia e possono sottoporsi a protocolli di cura combinati con altre terapie o meno. Occorre, infatti, definire i vari protocolli di cura che prevedono l’utilizzo della chemioterapia per la guarigione dei tumori. Le differenti modalità di cura che prevedono l’applicazione del protocollo di cura chemioterapico, sono la:
- terapia di tipo neo adiuvante (o primario): la chemioterapia si attua prima di un intervento chirurgico, con lo scopo di ridurre la massa tumorale per facilitare la sua rimozione. In altri casi, la chemioterapia può essere applicata anche prima di un trattamento di radioterapia per circoscrivere l’area di azione dei farmaci. Lo scopo della terapia di tipo neo adiuvante è quello di aumentare il successo della terapia principale;
- terapia di tipo adiuvante (o secondaria): in questo caso la chemioterapia si applica in seguito all’asportazione della massa tumorale per migliorare l’esito dell’intervento. Infatti, nel caso in cui siano rimaste alcune cellule tumorali nei pressi della sede del tumore o in circolo, la chemioterapia le riconosce e le elimina. In questo modo il paziente è protetto anche dallo sviluppo di forme recidive.
Modalità e somministrazione dei farmaci per la chemioterapia
Le modalità di somministrazione dei farmaci prendono in considerazione diversi aspetti della malattia e delle condizioni fisiche del paziente. Il medico oncologo, prima di prescrivere la terapia, effettua un incrocio di dati tra gli esami diagnostici che evidenziano le caratteristiche del tumore e gli esami clinici per la valutazione generale del paziente. Sulla base delle considerazioni fatte, l’oncologo definisce le modalità di somministrazione ed i farmaci per la chemioterapia.
L’infusione per via endovenosa è la modalità di somministrazione più diffusa. Si tratta di farmaci somministrati tramite ago-cannula in vena periferica, catetere venoso centrale, catetere venoso centrale ad inserimento periferico impiantabile con reservoir. Spesso, alla somministrazione per via endovenosa è associata la terapia per via orale. Questo trattamento prevede la somministrazione di farmaci in capsule o compresse da assumere anche a casa, rispettando le indicazioni del medico ed il preciso dosaggio.
La somministrazione per iniezione intramuscolare rappresenta una modalità di somministrazione meno diffusa. Tuttavia, quando prescritta, prevede l’iniezione di farmaci chemioterapici attraverso un muscolo, solitamente a livello dei glutei o dalla gamba. La somministrazione per via intratecale rappresenta un metodo di somministrazione particolarmente utilizzato per i tumori ematologici. I farmaci sono iniettati direttamente nel fluido cerebrospinale a livello di due dischi vertebrali. Infine, la somministrazione per via intracavitaria prevede la somministrazione di farmaci all’interno della cavità corporea colpita dalla neoplasia con l’ausilio di un catetere. In questo modo si evita ai chemioterapici di raggiungere organi sani del corpo, limitando il più possibile gli effetti collaterali.
Effetti collaterali dei farmaci per la chemioterapia
Gli effetti collaterali generati dall’utilizzo di farmaci chemioterapici dipendono molto dallo stato di salute del paziente e dal metodo di somministrazione dei farmaci. Infatti, le somministrazioni localizzate come la via intratecale e la via intracavitaria non manifestano particolari effetti collaterali. Questo perché i farmaci sono iniettati nel sito interessato dal tumore e non entrano in contatto con altre parti del corpo. Tuttavia, il disagio generato nel paziente per gli effetti collaterali della chemioterapia può scomparire con la sospensione della terapia o con l’assunzione di farmaci specifici.
Gli effetti collaterali maggiormente riscontrati nei pazienti trattati con chemioterapia, sono:
- stanchezza;
- riduzione delle cellule del midollo osseo (cellule staminali, globuli bianchi, rossi e piastrine);
- nausea e/o vomito;
- perdita di peso per inappetenza;
- disfunzioni gastrointestinali, come diarrea, stitichezza e infiammazione intestinale;
- infiammazione delle mucose orali e gastriche;
- caduta dei capelli, alterazioni di cute e unghie;
- formicolio degli arti periferici;
- alterazione delle funzioni renali e cardiache;
- allergie;
- sviluppo di tumori di origine secondaria.
Chemioterapia e patologie asbesto correlate
La chemioterapia è il trattamento maggiormente utilizzato per la cura delle patologie asbesto correlate. Sono definite patologie asbesto correlate tutte quelle malattie che insorgono a causa dell’esposizione all’amianto, un potente cancerogeno. Queste patologie sono accomunate dal fatto che insorgono tutte dopo 30 o 40 anni dall’esposizione del minerale e non presentano nessun sintomo fino a quando non entrano in uno stadio avanzato. Per questo motivo, i pazienti ricevono spesso una diagnosi infausta dove l’unico protocollo di cura efficace è rappresentato dalla chemioterapia.
L’amianto è un minerale estratto per lunghissimi anni dalle miniere ed utilizzato per la realizzazione di moltissimi manufatti: dall’industria navale a quella dei trasporti, dal settore edile a quello tessile. Per questo motivo, per moltissimi lunghi anni, una quantità infinita di persone è stata a contatto con le fibre killer. Con la scoperta della sua cancerogenicità, ribadita anche nell’ultima monografia IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, l’Italia ha messo al bando tutte le attività legate all’amianto (legge 257 del 1992).
Tuttavia, non sono state imposte regole rigide per la sua rimozione su tutto il territorio. Così, negli anni, l’amianto ha causato e continua a mietere migliaia e migliaia di morti su tutta la penisola. Solo in Italia, ogni anno muoiono circa 2000 persone di mesotelioma, una patologia tumorale che presenta dei tempi di latenza molto lunghi. Dati scientifici confermano che il mesotelioma è una patologia dove l’unico fattore eziologico sono proprio le fibre di amianto. Approfondisci il tema delle patologie asbesto correlate.
Farmaci per la chemioterapia e malattie asbesto correlate
Come precedentemente affermato, sono definite patologie asbesto correlate sono tutte quelle patologie che insorgono in seguito ad esposizione a polveri e fibre di amianto. Negli anni, grazie all’impegno della ricerca nel campo oncologico e alla caratterizzazione di un gran numero di tumori, esistono differenti farmaci che permettono di guarire o migliorare la qualità di vita delle persone affette da patologie asbesto correlate. Di seguito, vediamo quali sono i farmaci maggiormente utilizzati.
Farmaci utilizzati per i tumori ALK positivi
Nelle cellule tumorali, le mutazioni del gene ALK causano la formazione di una proteina che favorisce il processo di crescita e riproduzione nelle cellule tumorali. La proteina è responsabile anche della metastatizzazione delle cellule del tumore. Più in generale, i farmaci somministrati durante la chemioterapia e diretti contro le cellule tumorali con mutazione del gene ALK sono:
- Alectinib è un farmaco principalmente utilizzato per tutti quei tumori che presentano la mutazione del gene ALK. Per questo motivo, il farmaco è somministrato spesso nei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule;
- Brigantinib, come Alectinib, è un farmaco particolarmente indicato per il cancro del polmone non a piccole cellule, positivo per la mutazione del gene ALK. Una caratteristica intrinseca di questo farmaco è quella di ridurre le metastasi a livello cerebrale;
- Carboplatino, è un farmaco con ridotti effetti collaterali, indicato per la cura del tumore del polmone, microcitoma, carcinoma dell’ovaio, della vescica e dell’esofago, e per il mesotelioma pleurico;
- Ceritinib, è un farmaco particolarmente idoneo per la cura del carcinoma polmonare non a piccole cellule;
Altri farmaci che inibiscono i processi di crescita e divisione cellulare
- Cisplatino, è un farmaco particolarmente adatto per interferire con i normali meccanismi di replicazione cellulare delle cellule tumorali. Per questo motivo rappresenta il farmaco maggiormente utilizzato per un gran numero di tumori. In particolare, è utilizzato per la cura del tumore del polmone non a piccole cellule, microcitoma, tumore del fegato, etc.;
- Gemcitabina, è un farmaco consigliato per la cura del carcinoma della vescica, del polmone, della mammella, dell’ovaio e del pancreas;
- Nintedanib, è un farmaco diretto contro particolari recettori utilizzati dalle cellule cancerose della fibrosi polmonare idiopatica e dell’adenocarcinoma del polmone;
- Pemetrexed, è un farmaco che blocca la crescita e la proliferazione cellulare delle cellule del tumore del polmone non a piccole cellule con istologia non squamosa;
- Taxolo, è un farmaco indicato per la cura del mesotelioma pleurico maligno, per la cura del tumore del seno e tumore dell’ovaio;
- Trametinib, è un farmaco chemioterapico è indicato per la cura di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato e per la cura del melanoma inoperabile e metastatico;
…altri farmaci per la chemioterapia
- Etoposide, è un farmaco che interferisce con i meccanismi di riparazione del DNA, per questo motivo è somministrato per la cura di un gran numero di neoplasie. Tra queste, il tumore del polmone a piccole cellule, il tumore del testicolo refrattario ed il tumore dell’ovaio;
- Osimertinib, è un chemioterapico che interferisce con la mutazione del gene EGFR, responsabile della crescita incontrollata delle cellule tumorali. Questa mutazione è stata riscontrata più volte nel tumore del polmone non a piccole cellule e in alcuni tumori gastrointestinali.
- Vinorelbina, è un farmaco che agisce a livello delle strutture cellulari compromettendo la corretta divisione e proliferazione delle cellule neoplastiche. Il farmaco è indicato per la cura del tumore del polmone non a piccole cellule in fase metastatica, per il tumore del seno e per alcune forme di sarcoma.
Monitoraggio oncologico pre e post trattamento
Tutti i pazienti oncologici, prima di effettuare qualsiasi tipo di terapia, devono sottoporsi a stretto monitoraggio medico. Innanzitutto, per poter scegliere la terapia più idonea al paziente oncologico, il medico o il personale sanitario deve sottoporre il paziente ad esami diagnostici e clinici al fine di valutare attentamente lo stato di salute del paziente ma anche lo stadio della patologia. Infatti, la valutazione dell’estensione della patologia, permette a tutta l’equipe medica di optare per il trattamento più idoneo al paziente.
Anche il monitoraggio oncologico durante il trattamento rappresenta un momento fondamentale. Questo perché, se il paziente viene costantemente monitorato, gli effetti collaterali della terapia possono essere controllati e mitigati apportando modifiche alla scheda terapeutica. Per poter valutare il successo terapeutico, il paziente è monitorato anche tramite esami diagnostici tra un ciclo di chemioterapia e l’altro. Questi permettono di valutare un’eventuale riduzione o scomparsa della massa tumorale.
Il monitoraggio oncologico continua anche nel caso in cui i pazienti sono liberi dal tumore. Ci sono alcune forme di tumore che sono particolarmente aggressive e si ripresentano anche a distanza di anni dalla loro guarigione. In questo caso, il monitoraggio oncologico permette al paziente di evitare forme di recidive e al medico oncologico di procedere tempestivamente con i protocolli di cura, così da aumentare la percentuale di successo della cura.
Assistenza legale e gratuita per le vittime dell’amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto è l’associazione nazionale che si occupa di tutelare le vittime dell’amianto ed i loro familiari. Grazie all’impegno profuso negli anni dall’Avv. Ezio Bonanni, migliaia di lavoratori affetti da patologie asbesto correlate si sono visti riconoscere i loro diritti. Infatti, coloro che subiscono danni alla salute per esposizione a polveri e fibre di amianto hanno diritto ad una serie di benefici contributivi e previdenziali.
Per ottenere maggiori informazioni è possibile contattare l’Osservatorio Nazionale Amianto al numero verde 800 034 294, oppure compilare il form. Una squadra di medici professionisti e legali offrirà alle vittime primarie e ai loro familiari una prima consulenza medica e legale gratuita.