In questa guida ci occupiamo di danno morale: cos’è, coem si calcola e come avviene il risarcimento. Scopriamo anche come ottenere l’assistenza legale gratuita per ottenere il risarcimento del danno morale e in generale dei danni subiti.
Il danno morale fa riferimento a una sofferenza psicologica e interiore che una persona è costretta a subire in seguito ad un illecito perpetrato a suo danno. Rientra nella più ampia categoria del danno non patrimoniale, ovvero di tutti quei danni causati alla persona e non al suo patrimonio.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Ezio Bonanni, suo Presidente, si occupano da decenni di lotta all’amianto e di tutela legale delel vittime di esposizioni dannose. In caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, il lavoratore subisce danni patrimoniali e danni non patrimoniali. Le vittime dell’asbesto subiscono un danno morale oltre che biologico, di cui va tenuto conto nella liquidazione del risarcimento.
Danno morale: cos’è e definizione precisa
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Il danno morale denota l’afflizione psicologica, la sofferenza interiore o il disagio psichico di natura prevalentemente emotiva e interna, subiti dalla parte lesa.
Attualmente le Sezioni Unite della Cassazione danno la seguente definizione di danno morale:
“La sofferenza morale, senza ulteriori connotazioni in termini di durata, integra il pregiudizio non patrimoniale. Deve trattarsi di un turbamento dell’anima, di un dolore sofferto, che non abbia generato degenerazioni patologiche della sofferenza”.
Perciò è possibile risarcire un danno morale quando sussistono determinate condizioni:
- in caso di violazione dei diritti tutelati dalla Costituzione italiana e da trattati internazionali, come l’onore e la reputazione, la famiglia, la salute, l’identità personale;
- quando il fatto illecito consiste in un reato.
I semplici disagi o gli inconvenienti della vita quotidiana non possono essere oggetto di risarcimento danni morali.
I danni morali come componente del danno non patrimoniale
L’autonomia ontologica del danno morale non può essere separata dal carattere inclusivo dell’analisi del danno non patrimoniale. Esso è composto da singole componenti e va liquidato in maniera unitaria.
Secondo la Corte di Cassazione infatti, sezione III, sentenza n. 25817 del 31 ottobre 2017, “il danno biologico (ovvero la lesione della salute), quello morale (ovvero la sofferenza interiore) e quello dinamico-relazionale (ovvero esistenziale, consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiane e risarcibile nel caso in cui l’illecito abbia violato diritti fondamentali della persona) costituiscono componenti autonome dell’unitario danno non patrimoniale, che, pur valutate nella loro differenza ontologica, devono sempre essere oggetto di una valutazione complessiva”.
È importante notare che è possibile richiedere il risarcimento del danno morale anche in assenza di un pregiudizio biologico di natura fisica o psichica. Tuttavia, il danneggiato dovrà dimostrare l’esistenza di una sofferenza interiore derivante dalla percezione della lesione o dalle circostanze specifiche in cui si è manifestato l’atto illecito.
Come si calcolano i danni morali?
Il calcolo dei danni morali è una procedura complessa che dipende da fattori soggettivi difficili da accertare e individuare con precisione.
Quando il danno biologico supera il 3%, il danno morale è generalmente risarcito automaticamente. Tuttavia, in assenza di lesioni fisiche evidenti, la vittima è tenuta a fornire prove concrete e certe. È necessario dimostrare l’esistenza di una sofferenza interiore derivante dalla percezione della lesione o dalle circostanze specifiche in cui si è verificato l’atto illecito. Importante notare che è sufficiente dimostrare l’esistenza del danno e non necessariamente la sua entità.
Nella quantificazione del danno, il giudice fa uso del criterio di “equità”. In questo modo, stabilisce una somma che, secondo il suo giudizio, deve essere considerata congrua. In particolare, il risarcimento dei danni morali deve avvenire in conformità con il principio di equità circostanziata (art. 2056 c.c.). La Corte di Cassazione (SS.UU., sentenza 26972/2008) ha chiarito che il risarcimento del danno non patrimoniale deve essere integrale e aumenta in proporzione alla gravità della lesione.
L’utilizzo delle Tabelle del Tribunale di Milano per il calcolo
La Corte di Cassazione (Cass., sez. III, 11754/2018) ha stabilito che, nella liquidazione del danno non patrimoniale, le Tabelle del Tribunale di Milano (Cass., sentenza 12408/2011) devono essere applicate in tutto il territorio nazionale.
Esse determinano il calcolo del danno biologico da invalidità permanente, includendo tutte le componenti non patrimoniali, compresi i danni morali.
Inoltre, il giudice può personalizzare il risarcimento del danno entro i limiti massimi di aumento previsti dalle tabelle, motivando adeguatamente la presenza di ragioni particolari per incrementare la compensazione.
La Cassazione Civile, Sez. III, sentenza 5691/2016 ha chiarito che la valutazione dei danni morali, anche in rapporto al danno biologico, può superare quanto stabilito dalle Tabelle del Tribunale di Milano.
Assistenza legale gratuita dell’ONA
L’ONA – Osservatorio nazionale Amianto e il team di avvocati guidati dall’Avvocato Ezio Bonanni offrono assistenza legale gratuita a tutte le vittime per il risarcimento integrale dei danni. Le vittime dell’asbesto hanno sempre diritto al risarcimento dei danni morali. I famigliari delle vittime decedute hanno diritto all’ammontare del risarcimento che spettava alla vittima in vita, oltre al risarcimento dei danni subiti iure proprio.